lunedì 30 marzo 2009
La perfezione - anche nel ricovero - non esiste
DCAmocelo apertamente: il percorso del ricovero è uno dei più difficili che si possano intraprendere. E chi pretende di proiettare il perfezionismo applicato nella restrizione al processo di ricovero, bè, è completamente fuori strada.
Anche quando mente e corpo ricominciano ad essere più o meno okay, e quando il percorso inizia a sembrare un po’ meno duro, ci sono sempre momenti in cui i DCA rifanno capolino, e allora bisogna cercare a tutti i costi di mantenere la concentrazione su quello che è giusto fare, senza dare retta alla loro voce. Pensare positivo non viene sempre naturale, soprattutto nei primi periodi. E, a volte, in certi momenti, è difficile anche dopo. Sono la prima a dire che, sebbene adesso le cose mi stiano andando molto meglio di, per esempio, un anno fa, non ho certo raggiunto la completa remissione né tanto meno la perfezione. Anche se cerco di stringere i denti nei momenti difficili, anche se cerco di lavorare duro e di fare del mio meglio, ci sono sempre momenti in cui finisco per abbassare la testa. Momenti in cui faccio qualcosa di sbagliato, e allora devo ricordare a me stessa tutto il lavoro che ho fatto, per cercare di riportarmi subito in carreggiata. Per usare un’analogia: sono uscita dalla foresta, ma abito in una casa che è a chilometri dalla strada.
Cosa sto cercando di dire?
Esempio tratto dalla vita reale: Sabato mattina
mi sono svegliata,
mi sono alzata,
ho fatto colazione,
sono andata in bagno,
ho fatto 10 minuti di cyclette,
ho studiato,
ho ascoltato qualche canzone dell'ultimo album delle t.A.T.u.,
ho fatto un po’ di (odiate) pulizie casalinghe,
sono uscita per andare dal fruttivendolo,
sono tornata a casa e ho fatto una doccia…
… poi, guardandomi riflessa nello specchio del gabinetto, ho notato anche l’orologio a parete che segnava le 12.45, e mi sono resa conto che avevo dimenticato di mangiare lo spuntino di metà mattina!!
Cose del genere non mi succedono molto di frequente, a dire il vero, ma ogni tanto possono capitare… omissioni inconsce che mi riportano a quando restringevo. Perché la strada vecchia è talmente usuale che si finisce per ripercorrerla anche senza rendercene conto. Dato che sono, nonostante tutto, una persona pignola e perfezionista, di solito seguo il mio “equilibrio alimentare” senza sgarrare, perciò una cosa del genere non mi era accaduta da tempo, e molto probabilmente passeranno mesi e mesi prima che succeda di nuovo, se risuccederà. Ma ci sono momenti, come questo di cui ho appena scritto, in cui mi rendo conto che l’anoressia è ancora presente in me. Che è parte di me, e devo combatterla costantemente per impedirle di rialzare la testa. Tuttavia, non mi metto in croce: le defaillances possono benissimo starci. L’importante è accorgersene subito, e non permettergli di ripetersi di nuovo.
DCAmocelo apertamente: nessuna è perfetta. Possiamo solo cercare di fare del nostro meglio. Perciò anche il ricovero, non rappresenta la perfezione… ma solo una realtà che tutte possiamo viver giorno dopo giorno. Basta solo volerlo veramente.
Un abbraccio forte a tutte quante…
Anche quando mente e corpo ricominciano ad essere più o meno okay, e quando il percorso inizia a sembrare un po’ meno duro, ci sono sempre momenti in cui i DCA rifanno capolino, e allora bisogna cercare a tutti i costi di mantenere la concentrazione su quello che è giusto fare, senza dare retta alla loro voce. Pensare positivo non viene sempre naturale, soprattutto nei primi periodi. E, a volte, in certi momenti, è difficile anche dopo. Sono la prima a dire che, sebbene adesso le cose mi stiano andando molto meglio di, per esempio, un anno fa, non ho certo raggiunto la completa remissione né tanto meno la perfezione. Anche se cerco di stringere i denti nei momenti difficili, anche se cerco di lavorare duro e di fare del mio meglio, ci sono sempre momenti in cui finisco per abbassare la testa. Momenti in cui faccio qualcosa di sbagliato, e allora devo ricordare a me stessa tutto il lavoro che ho fatto, per cercare di riportarmi subito in carreggiata. Per usare un’analogia: sono uscita dalla foresta, ma abito in una casa che è a chilometri dalla strada.
Cosa sto cercando di dire?
Esempio tratto dalla vita reale: Sabato mattina
mi sono svegliata,
mi sono alzata,
ho fatto colazione,
sono andata in bagno,
ho fatto 10 minuti di cyclette,
ho studiato,
ho ascoltato qualche canzone dell'ultimo album delle t.A.T.u.,
ho fatto un po’ di (odiate) pulizie casalinghe,
sono uscita per andare dal fruttivendolo,
sono tornata a casa e ho fatto una doccia…
… poi, guardandomi riflessa nello specchio del gabinetto, ho notato anche l’orologio a parete che segnava le 12.45, e mi sono resa conto che avevo dimenticato di mangiare lo spuntino di metà mattina!!
Cose del genere non mi succedono molto di frequente, a dire il vero, ma ogni tanto possono capitare… omissioni inconsce che mi riportano a quando restringevo. Perché la strada vecchia è talmente usuale che si finisce per ripercorrerla anche senza rendercene conto. Dato che sono, nonostante tutto, una persona pignola e perfezionista, di solito seguo il mio “equilibrio alimentare” senza sgarrare, perciò una cosa del genere non mi era accaduta da tempo, e molto probabilmente passeranno mesi e mesi prima che succeda di nuovo, se risuccederà. Ma ci sono momenti, come questo di cui ho appena scritto, in cui mi rendo conto che l’anoressia è ancora presente in me. Che è parte di me, e devo combatterla costantemente per impedirle di rialzare la testa. Tuttavia, non mi metto in croce: le defaillances possono benissimo starci. L’importante è accorgersene subito, e non permettergli di ripetersi di nuovo.
DCAmocelo apertamente: nessuna è perfetta. Possiamo solo cercare di fare del nostro meglio. Perciò anche il ricovero, non rappresenta la perfezione… ma solo una realtà che tutte possiamo viver giorno dopo giorno. Basta solo volerlo veramente.
Un abbraccio forte a tutte quante…
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19 commenti:
Grazie dell'abbraccio Veggie, ricambio, ma il tuo esempio mi serve assai!
La mia giornata di Sabato:
Ho lavorato tutta la mattina a scuola, senza fare colazione, ho preso solo un paio di caffè a metà mattina; sono andata a prendere le mie bimbe a casa del loro babbo dopo il lavoro alle 13,40 e poichè loro non avevano finito di mangiare sono rimasta in macchina ad aspettarle; quando siamo arrivate a casa ho mangiato qualcosa, ma senza badare molto a cosa e a quanto.
Poi siamo andate in giro al mercato e ai giardini noi tre e abbiamo fatto merenda insieme, mentre a cena abbiamo mangiato per bene, visto che avevo tempo di cucinare e ho fatto le cose a modo.
Risultato e bilancio: pure io ho un alimentazione sbagliata, anche se non perchè cerco di limitare il cibo volontariamente ma perchè sono una caotica che ha una vita caotica anche se in fase di aggiustamento. Non sono in grado di limitare il mio appetito, anzi, capitano dei giorni in cui ho proprio una gran fame e la assecondo, ciò non toglie che ogni sbandamento rispetto ad un atteggiamento alimentare costante (costantemente equilibrato!) sia sbagliato. Anche se non dà manifestazioni evidenti dal punto di vista fisico, neppure io mi piaccio fisicamente, sono ovviamente in sovrappeso, ma non tanto da essere considerata "da tenere d'occhio" dal punto di vista medico, anzi le analisi sono perfette ed il mio sovrappeso che va e viene nell'arco dell'anno viene considerato insignificante. Con questo posso ritenermi soddisfatta? no, perchè riconosco che in questa cosa non c'è equilibrio e non è la media che conta, ma un comportamento che sia equilibrato sempre. Inoltre il mio esempio non è educativamente corretto per le mie bimbe che mi osservano e riconosco anche io di aver bisogno di aiuto. Ho scritto in fase di aggiustamento perchè anche io sono in terapia e cerco di porre attenzione ai miei comportamenti per migliorarli costantemente. Con questo vorrei solo comunicare un senso di condivisione, che anche se non mostra dei segnali esterni simili, profondamente presenta ferite paragonabili. Se penso a cosa mi serve in questo momento la prima parola che mi viene in mente è appoggio. Che sia il ricovero o che sia la terapia o che sia la vicinanza di cuore degli amici o che sia un progetto personale da seguire ed in cui impegnarsi, l'importante è credere in quello che si sta facendo e nei messaggi che vengono da dentro, quelli che ci manda l'anima, che ci confermano intimamente di stare sul percorso giusto; per riagganciarmi alla metafora della foresta, forse non sarai slla strada Veggie, ma sei su un viottolo con l'erba, almeno mi sembra dalle tue parole che hai lasciato la strada fatta solo di pietre :) e questo è buono, io per quanto posso cerco di seguirti. Un abbraccio grande!
Io, a volte,non riesco a fare lo spuntino per mancanza di tempo ed arrivo a pranzo affamata :-(
Un abbraccio.
Pachucha.
Ciao! Ho letto solo ora il commento che mi avevi lasciato..
sto leggendo ora quello che hai scritto sul tuo blog.
Anche io sono stata ricoverata un anno fa.
Prima si trattava di semplici visite ambulatoriali una volta alla settimana.. cazzate, qnte bugie che raccontavo. quante cose che dicevo di mangiare, quanti chili ho perso durante quelle sedute.
in un attimo una visita alla settimana sono diventate due, tre, quattro, e poi eccola: la proposta di un Day Hospital.
Io sono contraria ai CDCA. Sono contraria in quanto, probabilmente, ho vissuto male questa opportunità: sottolineo questa parola, opportunità, in quanto io prima di venir chiamata per le visite ho dovuto aspettare cinque anni.
Appena i miei genitori si sono accorti delle stronzate che facevo mi hanno fatto digitare sul telefono il numero del Centro + vicino.. poi dopo cinque anni, cinque anni in cui continuavo (per volere di mia madre) a contattare il centro per modificare la mia scheda (e quindi il peso che scendeva), ricevetti una telefonata: lunedì hai un appuntamento con la dietista e con la psicologa.
E' un'opportunità in quanto tu (per volere personale, o degli altri) chiami un Centro che riceve continuamente chiamate.
E a volte si ha la fortuna di essere "ammesse" immediatamente, quando la malattia nasce, oppure, come nel mio caso, quando la malattia è già diventata grave.
Io purtroppo me la sn giocata male questa opportunità, perché dopo anni, la voglia di essere troppo magra era diventata enorme, e nessuno mai sarebbe riuscito a farmi cambiare idea.
Ero in un Day Hospital, mangiavo, seguivo quello che mi ordinavano di fare (x' all'inizio tutto era per me un dovere, un obbedire agli ordini).
Poi il Centro è diventato per me un divertimento: pur mangiando non recuperavo peso, anzi, continuavo a dimagrire.
Tornavo a casa, a volte mangiavo per poi vomitare, altre volte digiunavo.
Ho sbagliato, lo ammetto.
Perchè come mangiavo al centro, potevo farlo anche a casa.
Ma a casa non riuscivo a farlo: non perché nella mia famiglia c'erano problemi.. semplicemente perché a casa mia c'era la mia malattia che mi attendeva.
L'ho detto più volte ai miei psicologi e alla dietista del Centro che a casa non riuscivo a fare tutto ciò che facevo al Centro.
Ho detto + volte che vomitavo, che non mangiavo, che facevo attività fisica anche se mi era stato vietato.
Eppure, non ho ricevuto nessun aiuto.
All'inizio tutti facevano i carini con me, mi dicevano "Mangia un po' di meno di quello che dovresti, ma mangia".
Nonostante io continuassi ad ammettere i miei limiti, loro iniziarono a trattarmi male, per poi non calcolarmi nemmeno.
E me lo dissero anche in faccia, senza problemi: "Oggi non leggerai le tue paure e le tue emozioni che hai scritto nel diario".
Davanti a persone che mi trattavano in quel modo, io cambiai: rispondevo, non mangiavo neanche al Centro e addirittura ho lanciato il diario in faccia al mio psicologo.
Ma non me ne pento. Lo rifarei.
Una persona che ammette i propri problemi, che ammette le proprie difficoltà, non solo si sente incapace di guarire, ma perde la voglia di combattere.
Quando ho rischiato di morire ho incolpato anche i CDA, in quanto aiuto da parte loro non ho avuto.
Io ero ammalata, quindi avevo bisogno del loro aiuto. Loro volevano anche il mio aiuto, ma nelle mie condizioni, il mio aiuto veniva meno. Loro dovevano aiutarmi di più allora.
Io almeno la penso in questo modo.
Credo che, almeno in quello dove sono andata io, contano semplicemente i numeri: vogliono dire 10 persone su 10 sono guarite grazie a noi.
Poi però mi chiedo per quale motivo, ragazze che ho conosciuto al CDA, ora le rivedo e mi dicono che sono ricadute dopo un mese che sono uscite.
Davanti alle mie difficoltà l'unica alternativa che mi è stata offerta è stato il ricovero 24 ore su 24.
Io, che sono sempre stata in presenza dei miei amici che mi sono rimasti vicini, nonostante la malattia, allegra, solare, con la passione della musica.. non potevo rinunciare a quello che mi faceva sentire viva.
E ho rifiutato.
So che è molto forte quello che ho detto, odio e odierò sempre i CDA.
Li odierò e sarò sempre contro di loro.
Purtroppo mi sono fatta questa idea: loro vogliono solo numeri.
Forse se mi avessero ricevuto appena fece quella chiamata, cinque anni fa, forse mi sarebbero serviti.
Ma non possono far aspettare e peggiorare una persona nel frattempo.
Questo incita ancora di + al dimagrimento e al farsi del male.
Penso che gente che non abbia mai sofferto di questi disturbi, e che si è limitato a studiarli, non potrà mai dare un aiuto concreto a noi ammalate.
Ciao Tesoro...come sempre i tuoi post gioia sono pieni di straordinarie emozioni...tante verità....sei splendida...un bacio.
^_______________^
anche se sono in pausa dal blog.... eccomi a salutarti
bello il DCAmocelo :DDDD
Ho letto il commento di Selene e mi sento di dire che le persone che l'hanno deliberatamente rifiutata le hanno fatto molto male. Ma il fatto che da sola si sia resa conto che le altre ragazze che erano uscite, poi dopo sono ricadute nel problema, vuol dire che l'obiettivo di quel centro non era risolvere il problema anoressia ma ottenere un certo numero di "dimissioni" di cui non occuparsi dopo quando il proseguire da sole diventa più difficile. Secondo me Selene non se l'è giocata male se arriva a dire una cosa del genere: io ci vedo tante risorse dentro ed una bella lucidità, più delle psicologhe che non le facevano leggere il diario delle paure. Spero per Selene che colga il lato incoraggiante della mia intromissione e che venga stimolata a dimostrare a se stessa di valere molto più di quanto persone incompetenti le hanno voluto fare credere, alla faccia dei numeri!
hai detto bene nel chiudere il tuo post a volte basta volerlo.... anche se una persona vicino che ti voglia bene davvero potrebbe essere la migliore medicina.
Ciao.
Mi piacerebbe avere la tua opinione sul mio utimo post che riguarda i ragazzi di oggi.
Ciao
La sua vita è fin troppo piena di battaglie contro i mulini al vento ecologici per poter pensare anche a me. Almeno qui sono a casa mia, coi miei libri e tutte le mie cose... La vita da casalinga che aspetta il marito a casa non fa proprio per me.
Una volta, parlando di un altro genere di problema, mi è stato detto: la guerra è fatta di tante battaglie, perderne una non significa aver perso la guerra, l'importante è continuare a combattere per conquistare l'obiettivo. Perdere una battaglia non vuol dire perdere la guerra, anzi a volte serve a riflettere per migliorare le strategie di combattimento.
Credo che questa filosofia si possa applicare anche ai DCA. La strada è lunga e difficile, ma ciò che conta, anche se a volte ci si sente sconfitte, si crede di non avere le forze per continuare a lottare, è combattere ancora, perché il traguardo si può e si deve raggiungere. Ci vuole fatica e sudore...ma chi ha più forza delle guerriere della luce?
...a me a volte capita per dimenticanza o mancanza di tempo o per la situazione (per esempio sono fuori e non ne ho la possibilità) di saltare gli spuntini...ma cerco di essere elastica e mangiare un po' di più ai pasti...cmq altre volte se ho fame mi capita di fare 2 spuntini invece di uno (vabbè, i miei spuntini in ogni caso di solito sono mele)...certo che non dobbiamo essere perfette anche in questo...in fondo chi sta bene non ha una regola ferrea in un senso o nel'altro ma mangia in base alla fame...anche se questo è molto lontano dal mio modo di pensare me lo pongo come obiettivo a lungo termine..e soprattutto cerco di guadagnare 'elasticità' nelle mie abitudini alimentari....
un bacione :-*
La non perfezione del ricovero non lo rende sbagliato, non lo rende un fallimento… Lo rende REALE…
A Selene:
Una persona che ammette i propri problemi, che ammette le proprie difficoltà, ha trovato il punto da cui partire per intraprendere una strada che la porti a stare meglio… Deve solo iniziare a camminare davvero…Perchè quando eri al centro riuscivi a mangiare e a casa no? Cos’era che ti mancava? Perché lasciavi che la malattia ti venisse di nuovo incontro quando varcavi la porta?
La tua esperienza con il centro per disturbi alimentari non è stata positiva, purtroppo… E no, non hai trovato lì ciò di cui avevi bisogno per lottare… Ma quello, forse, lo potevi, lo puoi trovare solo in te stessa…
Ora dici di odiare i CDA…E i DCA?
Dici bene, Veggie. Le defaillances sono ineliminabili. Nessuno è perfetto! L'importante è avere la volontà di migliorarsi e tenere duro, come stai facendo tu in prima persona. Penso che il tuo esempio sia una specie di faro che illumina il percorso e segna la direzione verso l'obiettivo da raggiungere.
Un abbraccio grande.
annarita:)
Ogni volta che ti leggo e legog le persone che ti commentano mi viene un po' di capogiro.
Ci sono tanti abissi in ognuno di noi, tante battaglie che combattiamo ogni giorno. Chi davanti ad un o specchio, chi su una bilancia, chi nel buio della sua mente.
Ci sono persone che sanno aiutarci (e tu lo stai facendo, ad esmepio) e persone che ci fanno solo del male (e mi riferisco all'esperienza di selene). Ci sono momenti in cui ricadiamo nel circolo vizioso senza rendercene conto e momenti in cui vorremmo gridare che da sole non ce la facciamo.
Tutto questo è normale. Perchè la vita ti abbatte, ti saggia, e ti chiede sempre di più sia "dall'esterno" che "dall'interno". Ci sono i problemi che ti arrivano inaspettati e quelli che covi per anni. Ci sono ricoveri difficili, ma efficaci e ricoveri inutili o addirittura dannosi.
Ci sono persone diverse, diverse ottiche e forze. Eppure TUTTI abbiamo gli strumenti per alzare la testa, davvero tutti.
La fragilità può essere una risorsa perchè ci rende più sensibili, più pronti all'ascolto.
Di "selve oscure" ne incontreremo tante e dovremo cercare sempre la via d'uscita, ma questo è il viaggio che ciè stato preparato, queste le sfide che dovremo vincere. E la vita trova sempre la strada..basta aprirle la porta.
La perfezione è un baluardo che oscura l'anima.
Che impedisce di leggerci dentro.
Una compagna sgradita ma sempre presente per chi è come noi...
Ricordarci la bellezza dell'imperfetto è fortemente terapeutico.
Anche solamente per un istante, scalda il cuore.
Grazie delle tue parole,
Ti abbraccio,
Rox
quando leggerai la mail che sto per mandarti ti renderai conto di quanto il tuo post sia stato perfetto per me in questo momento, dopo una giornata dal titolo "il dca è ancora in me nonostante i mesi di ricovero"
il mio mercoledì:
mi sono svegliata con il ricordo di una brutta serata..qualche dolce di troppo mangiato per il nervoso di non essere riuscita a fare bene le prove di pasticceria che mi ero prefissa di fare.
le buone intensioni per cominciare al meglio la giornata ci sono, ma alla fine di questo lungo e grigio mercoledì direi che non hanno avuto molto successo...altre prove andate male, altro nervosismo, altri dolci, altra giornata in compagnia del dca....
ma poi arriva la sera,apro il blog e leggo il post..ecco come una giornata iniziata male può terminare bene...perchè nonostante le mie debolezze io credo nella possibilità che ho di uscirne...è solo che a volte sono stanca e me dimentico, mi lascio andare...ma non andrò mai giù completamente finchè avrò te veggie, questo blog e tutte voi!
martina
@ Pat – Innanzitutto, ti ringrazio per le tue parole, e per aver condiviso la tua esperienza che mi è stata molto utile e mi ha dato assai da pensare… Il messaggio di condivisione è passato a pieno, almeno per quanto mi riguarda. Sai, io credo che l’esteriorità, sia da un punto di vista di aspetto fisico, sia da un punto di vista di atteggiamenti, abbia un’importanza estremamente limitata rispetto a quella che è l’interiorità, cioè a quello che si prova nel momento in cui si vive un determinato momento. Come ho scritto tante volte, non è il peso che fa una persona anoressica, ma la testa. Si può pesare anche più di 100 Kg, ma se i pensieri sono quelli tipici dell’anoressia, allora si è anoressiche. Credo che lo stesso valga per te: la tua alimentazione può essere più o meno corretta, il tuo peso più o meno nella norma, ma c’è quel senso di disagio dentro che comunque permane, e che è difficile allontanare… e che è quello ciò contro cui bisogna veramente combattere. Quando impareremo a volerci bene “dentro” per quello che siamo, l’accettazione esteriore verrà quasi di conseguenza… Penso che la terapia possa essere un passo importante per lavorare su ciò che non ti va di te attualmente, in maniera tale da rendere quelli che adesso vedi come difetti dei punti di forza, perchè sono comunque cose che ti caratterizzano e ti rendono unica. Sai, io credo che l’appoggio sia un qualcosa di cui si ha bisogno durante ogni momento della nostra vita… non siamo fatte per vivere in una camera iperbarica, ed è normale avere delle persone di cui ci si fida su cui potersi appoggiare… Non solo è normale, è necessario per andare avanti tra le difficoltà che la vita ci pone di fronte… Per il resto, sono d’accordo con te: bisogna cercare di capire quello che veramente si vuole dalla vita per noi stesse… e poi darci da fare e prendercelo. Perché le difficoltà possono cambiare i piani, ma gli obiettivi rimangono sempre gli stessi. Obiettivi che ti auguro di riuscire ad individuare e a perseguire… e, prima o poi, a raggiungere. E, tanto per mettere i puntini sulle “i”… io non voglio che tu cerchi di seguirmi. Io ti aspetto. Perché io voglio che camminiamo insieme… fianco a fianco… mano nella mano… Perché siamo più forti di fronte alle difficoltà se lottiamo insieme… Ti abbraccio stretta stretta…
@ Pachucha – Come ho scritto nel post, le defaillances per un motivo o per un altro possono capitare… L’importante è cercare subito di “rimettersi in riga” e non lasciare che i pensieri dell’anoressia tornino a dominare nella nostra testa… Lasciati guidare dal tuo naturale senso di appetito, e cerca di mangiare con naturalezza… Il resto, poi, verrà da sé col tempo... Ti abbraccio forte…
@ Selene – Innanzitutto, grazie per le tue parole e per la tua testimonianza… E’ molto importante per me e per tutte le altre ragazze, credo… Grazie per aver voluto condividere una parte così intima e personale di te… So che ci sono esperienze che segnano, che fanno male, che lacerano… e te lo dico dopo aver fatto 5 ricoveri, quindi ti capisco perfettamente… ma, sai, io credo che il ricovero in una clinica non sia l’unica via d’uscita dai DCA… Certo, può essere un validissimo aiuto se preso con lo spirito giusto… Ma, soprattutto, la forza per guarire e per combattere dobbiamo trovarla dentro di noi… Nessun Centro e nessun dottore ce la possono dare… E’ ovvio che chi non ha vissuto un’esperienza del genere sulla propria pelle non possa capirla… il gap tra teoria e tratica è quantomai gigantesco… Ma è proprio anche per questo che dobbiamo lottare per noi stesse… e insieme, noi che abbiamo vissuto quest’esperienza, noi che sappiamo cosa vuol dire… Noi che possiamo darci una mano a vicenda… I primi passi sono sempre quelli più duri e più difficile, Selene… Ma vedrai che combattere non è impossibile… Ascoltati. Senti la vita, quella vera. La tua unica occasione, la tua unica possibilità. Forse non vale la pena di sprecarla, no?! Vale la pena di fare almeno un tentativo… di vivere come merita di essere vissuto… e non di FARSI VIVERE da un DCA… Tu ce la puoi fare. Non smettere mai di lottare…
P.S.= E leggi bene quello che ti ha scritto Pat (“egocentricamente”) e Duccia… Perché corrisponde assolutamente alla verità…
@ Frufrupina – Grazie bella… anche tu lo sei… non smettere mai di combattere, mi raccomando!...
@ Pupottina – Sei sempre la benvenuta! ^___^ Prenditi tutto il tempo di pausa di cui hai bisogno per prenderti cura di te stessa… E non arrenderti mai…
@ Samantha – Grazie!! ^___^” DCAmocelo eccome, allora: bisogna combattere ogni giorno… e farlo tutte insieme! Ti abbraccio forte…
@ Luciano – “Volerlo” non è “a volte”… “Volerlo” è “sempre”… Giorno dopo giorno… Perché non c’è altro modo per aiutarsi… Certo, avere vicino delle persone che ci vogliono bene può innegabilmente essere d’aiuto… ma il passo in più, la differenza, quello che ci porta alla svolta, possiamo essere solo noi…
P.S.= Appena posso passo a dare un’occhiata al tuo post… ^^”
@ Francesca – Sono totalmente d’accordo con te... Bisogna cercare di compensare e di pensare che comunque un po’ di “elasticità” non ci fa certo male, anzi… Ci può aiutare a ritrovare una certa misura… E ci può aiutare a renderci conto che il nostro corpo è dotato di un’ottima omeostasi, tale per cui anche se “sgarriamo” una volta ogni tanto in un senso o nell’altro, il nostro peso si mantiene comunque bene… Non so se sarà mai possibile tornare a “sentore la fame” com’era prima d’iniziare la restrizione, ma sicuramente possiamo non essere troppo severe con noi stesse, cercare di ascoltarsi un po’ di più… e mangiare non tanto per mangiare, quanto piuttosto per nutrirci…
@ allthatjazz – E tu scegliti la vita che ti piace e le persone che ti fanno stare bene e per cui vale la pena di aspettare… Hai così tanto tempo davanti… E così tante cose che ti puoi concedere… Non negartele… Non più…
@ sorridente – Chiunque abbia detto quelle parole mi vede assolutamente d’accordo. Ogni gara è fatta di tanti piccoli traguardi, ogni corsa di tante tappe… non sempre si centrano tutte, ma possiamo comunque riuscire ad arrivare alla meta… E sicuramente dagli errori commessi, se non ci si lascia abbattere e non ci si fossilizza a vedere l’aspetto della sconfitta, si possono imparare tantissime cose… soprattutto, si può imparare come non ripeterli… Bisogna sempre continuare a lottare, anche se a volte questa sembra una guerra infinita… In un certo senso, pure lo è… ma è proprio per questo che bisogna continuare a combattere: per fare di questa guerra infinita piccoli passi, piccole battaglie, e anche piccole sconfitte… che poi però potranno supportare altrettante vittorie…
@ Duccia – Gli errori sono una costante nella vita di tutte noi. Ci hanno insegnato a guardare all’errore come qualcosa da cui bisogna fuggire perchè ci hanno tirato su con la fobia degli sbagli. Per tanto tempo mi sono sentita bene ogni volta che evitavo un errore, come se dovessi aggiungere un bel voto alla pagella… Oggi annuisco quando sento dire: “se non ti senti pronta a sbagliare, non farai mai qualcosa di straordinario…”. Queste parole mi danno sollievo, mi sento più normale nella mia natura fragile e passibile di errore… soprattutto nel percorso di ricovero…
@ Annarita – Credo che non esista possibilità di vita senza errore… l’importante è riuscire a trarre il positivo da quest’errore, in maniera tale da vederlo in prospettiva e non ripeterlo…
@ La Ely – Indubbiamente TUTTE possiamo farcela. Non sarà facile, non sarà una passeggiata, non sarà divertente… perché la vita non viene mai di piano e non fa mai sconti… Ma combattere è possibile, sempre, ed è tutto ciò che possiamo e dobbiamo fare… Perché lo dobbiamo a noi stesse. La vita stessa è una guerra, ci pone tanti ostacoli di fronte in ogni momento, perciò tutto quello che dobbiamo cercare di fare è provare a saltarli o quantomeno ad aggirarli… Talvolta cadremo, ci faremo male, ma mai abbastanza da rimanere distese a terra per sempre… Perché se noi lo vogliamo, non c’è caduta così terribile da non permettere di rialzarsi… Siamo forti perché siamo fragili… e siamo combattenti perché non ci arrendiamo… mai…
@ Rox – No, semmai sono io che devo ringraziare te per le tue parole… E’ vero, nessuna cosa di questo mondo è perfetta… forse è per questo che sono tutte così belle… Certo noi non siamo perfette… siamo fragili… e l’anoressia è un qualcosa che ci porteremo sempre dentro… Ma possiamo combattere… e questa è la nostra vittoria…
@ Martina – Il DCA sarà sempre in noi, nonostante tutta la nostra vita possa essere improntata al ricovero… perché è un qualcosa che abbiamo vissuto e che, come tale, non possiamo cancellare… rimarrà indelebile, marchiata a fuoco sulla nostra pelle a vita… Ma possiamo combattere, ecco, sì, questo possiamo farlo… E non mollare è l’unica cosa che ci può tenere a galla… Anche quando tutto sembra andare per il peggio… anche quando le cose non seguono l’iter con cui le avevamo programmate, e quindi ci mettono addosso l’ansia che si sfoga solo nel momento in cui il DCA prende di nuovo il sopravvento… l’unica cosa che ci resta è combattere. Combattere ancora. Per poter concludere con un raggio di sole ogni giornataccia… Per poter continuare ancora ad andare avanti insieme… Ti abbraccio stretta… Ti voglio bene…
Non capisco, conosco un'altra ragazza che è uscita dopo un sacco di anni dall'anoressia e pure lei fa sempre sti spuntini O.o che utilità ha lo spuntino delle 10.30? Io non lo faccio mai... mi sono persa qualcosa?
@ Coniglia Mannara – No, non ti preoccupare, non ti sei persa niente… ^__^” Semplicemente, si tratta del rispetto dei ritmi cronobiologici che prevedono l’espletamento di 5 pasti al giorno: colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena… E’ un modo per garantire regolarità all’alimentazione e un corretto apporto di nutrienti al nostro organismo…
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