domenica 27 dicembre 2009
Il plateau infinito
Generalmente, percorrere la strada del ricovero è come andare sulle montagne russe: un tragitto pieno di salite e discese, curve e giri della morte. Lo sappiamo. Lo capiamo. Lo sentiamo. Lo viviamo. C’è, tuttavia, una meno nota parte di ogni percorso di ricovero che io chiamo “il plateau”.
Il plateau è quello che mette veramente alla prova la nostra resistenza. Inevitabilmente, durante un percorso di ricovero, arriva un momento in cui tutto sembra avere un andamento costante – non va peggio ma non va neanche meglio – e questo continua per un bel po’ di tempo. Ciò ci fa sentire come se fossimo… in un punto di stallo.
E questo fa montare un incredibile nervoso.
Fa domandare se ci sia un posto dove possiamo avere una vista migliore, o se abbiamo già raggiunto la vetta.
Be, lasciate che ve lo dica, adesso: non l’abbiamo raggiunta. Arrivare al plateau è una buona cosa sotto un sacco di punti di vista, poiché raggiunto quel punto svanisce la costante preoccupazione di poter avere una ricaduta da un momento all’altro. Svanisce l’idea di poter tornare al punto di partenza come se tutti i progressi fatti sparissero come neve al sole. Non si è più unicamente focalizzate sul tenerci sulla giusta strada giorno dopo giorno. Abbiamo raggiunto un primo traguardo. Abbiamo fatto progressi. Stiamo andando bene.
Tuttavia…
Ogni giorno adesso sembra uguale a tutti gli altri. Stiamo OKAY, ma non stiamo BENE. Non ci sentiamo veramente libere. E la cosa peggiore in tutto questo è che più niente sembra poter cambiare. Per quanto possiamo affannarci, per quanto possiamo pensare a qualcosa da fare per smuovere la situazione, continuiamo a sentirci le stesse giorno dopo giorno. E s’inizia a chiederci: che senso ha? E’ QUESTO ciò per cui sto lavorando? E’ QUESTA la meta finale della strada del ricovero?
NO.
Nelle migliori storie, “tutti vissero felici e contenti”… perciò, se non siete felici e contente, questa non è ancora la fine.
La strada del ricovero non ha una meta. Non potrete mai dire di essere arrivate. È un percorso che dura tutta la vita. È così lunga che non potete vedente il termine a occhio nudo. Ma quando vi troverete a comparare, per esempio, il giorno 88 con il giorno 1749, vedrete che c’è una netta differenza. Capire cosa intendo dire? Le differenze non possono essere notate su base giornaliera, paragonando ieri e oggi, ma a lunga gittata vi accorgerete che le differenze ci sono. Ci sono eccome.
Il plateau non è eccezionale. Ma è stabile. E per fortuna. Credetemi. Non sarà la massima realizzazione, ma lasciate che ve lo dica: è un ottimo risultato rispetto all’essere immerse fino al collo nell’anoressia in ogni momento del giorno e della notte. E alla fine di quello che sembra essere un plateau infinito… quando l’avrete percorso tutto… troverete una discesa. E tutto quello che dovrete fare sarà saltare dentro la libertà che questa potrà darvi. Niente montagne da scalare. Niente buche da saltare. Solo una discesa. E sicuramente avrete modo di guardarvi intorno e di notare le meraviglie che la vita vi mette accanto ma che l’anoressia v’impediva di vedere.
Abbiate pazienza con voi stesse, e continuate a combattere. Il plateau è solo una parte della strada del ricovero. Non è già tutto finito… il meglio è quello che deve ancora venire!!
Il plateau è quello che mette veramente alla prova la nostra resistenza. Inevitabilmente, durante un percorso di ricovero, arriva un momento in cui tutto sembra avere un andamento costante – non va peggio ma non va neanche meglio – e questo continua per un bel po’ di tempo. Ciò ci fa sentire come se fossimo… in un punto di stallo.
E questo fa montare un incredibile nervoso.
Fa domandare se ci sia un posto dove possiamo avere una vista migliore, o se abbiamo già raggiunto la vetta.
Be, lasciate che ve lo dica, adesso: non l’abbiamo raggiunta. Arrivare al plateau è una buona cosa sotto un sacco di punti di vista, poiché raggiunto quel punto svanisce la costante preoccupazione di poter avere una ricaduta da un momento all’altro. Svanisce l’idea di poter tornare al punto di partenza come se tutti i progressi fatti sparissero come neve al sole. Non si è più unicamente focalizzate sul tenerci sulla giusta strada giorno dopo giorno. Abbiamo raggiunto un primo traguardo. Abbiamo fatto progressi. Stiamo andando bene.
Tuttavia…
Ogni giorno adesso sembra uguale a tutti gli altri. Stiamo OKAY, ma non stiamo BENE. Non ci sentiamo veramente libere. E la cosa peggiore in tutto questo è che più niente sembra poter cambiare. Per quanto possiamo affannarci, per quanto possiamo pensare a qualcosa da fare per smuovere la situazione, continuiamo a sentirci le stesse giorno dopo giorno. E s’inizia a chiederci: che senso ha? E’ QUESTO ciò per cui sto lavorando? E’ QUESTA la meta finale della strada del ricovero?
NO.
Nelle migliori storie, “tutti vissero felici e contenti”… perciò, se non siete felici e contente, questa non è ancora la fine.
La strada del ricovero non ha una meta. Non potrete mai dire di essere arrivate. È un percorso che dura tutta la vita. È così lunga che non potete vedente il termine a occhio nudo. Ma quando vi troverete a comparare, per esempio, il giorno 88 con il giorno 1749, vedrete che c’è una netta differenza. Capire cosa intendo dire? Le differenze non possono essere notate su base giornaliera, paragonando ieri e oggi, ma a lunga gittata vi accorgerete che le differenze ci sono. Ci sono eccome.
Il plateau non è eccezionale. Ma è stabile. E per fortuna. Credetemi. Non sarà la massima realizzazione, ma lasciate che ve lo dica: è un ottimo risultato rispetto all’essere immerse fino al collo nell’anoressia in ogni momento del giorno e della notte. E alla fine di quello che sembra essere un plateau infinito… quando l’avrete percorso tutto… troverete una discesa. E tutto quello che dovrete fare sarà saltare dentro la libertà che questa potrà darvi. Niente montagne da scalare. Niente buche da saltare. Solo una discesa. E sicuramente avrete modo di guardarvi intorno e di notare le meraviglie che la vita vi mette accanto ma che l’anoressia v’impediva di vedere.
Abbiate pazienza con voi stesse, e continuate a combattere. Il plateau è solo una parte della strada del ricovero. Non è già tutto finito… il meglio è quello che deve ancora venire!!
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26 commenti:
wow...Veggie a me sembra (con alti e bassi, ma di poco conto rispetto ai momenti più neri) di essere in una fase 'plateau' da circa un anno...ma è comunque una fase critica, sono ancora un po' patologica sotto molti punti di vista tra cui il peso..quindi forse non è quel plateau che intendi tu...il problema è che nel mio caso sento che non mi sto sforzando abbastanza, non mi sto mettendo abbastanza in discussione..è tremendamente difficile, mettersi in discussione..negare convinzioni che durano da anni, ammettere i propri limiti e imparare a vedere i propri difetti senza più nascondersi dietro a un'ossessione che anestetizza tutto..ma sento che le cose non cambieranno da sole se io non faccio niente per cambiarle...è vero, sento che non rischio di ricadere da un momento all'altro e che ho fatto tanti passi avanti, ma insomma...spero davvero di riuscire a smuovere la situazione perchè così non mi va bene affatto..ma al tempo stesso ho paura di un salto nel buio che non riesco a fare e mi dico che in fondo non va poi così male...
argh! che commento terribile...
cmq volevo farti gli auguri di buon natale e buone feste, spero che sia andato tutto bene anche a livello alimentare...(per me niente di che, sono sola in casa a preparare degli esami x gennaio e ho mangiato come al solito)..e scusami tantissimo se non ho ancora risposto alle mail, sono un bradipo certe volte!
ti abbraccio
Bellissimo questo post Veggie.
Noi spesso immerse nella malattia vogliamo il tutto e subito. Stare bene immediatamente appena apportiamo dei cambiamenti. Ma il tempo unito all'introspezione è la migliore cura.
Sapere che non si può avere tutto e subito paradossalmente a me ha dato una grande carica.
Mi ha caricato molto perchè vedendo le mie amiche uscite DEFINITIVAMENTE e COMPLETAMENTE da questa malattia,ho capito che vale la pena aspettare e allo stesso tempo darmi una mossa in maniera sana e positiva per costruire la mia vita,senza dipendere da nessuno che non sia io.
E molto spesso in questa fase o ci si illude di stare bene sottovalutando il mostro,oppure si molla tutto.E in entrambi i casi si torna a soffrire.
Ed è questa la cosa più difficile. Stringere i denti ma contemporaneament non stare fossilizzati li e continuare a vivere.
I momenti no in cui viene voglia di mollare ce li abbiamo tutti,io stessa a volte ce li ho anche se sempre di meno. E per vincere quei momenti che corrispondono alla volontà della mia parte malata,ripenso alla strada che ho fatto e la fatica per ottenere ciò che oggi ho. Ripenso come stavo e allora mi dico che vale la pena continuare,perchè non ho mai saputo cosa è la vita,e stavolta voglio scoprirlo,ma scoprirlo davvero.
Giulina
Ciao Veggie! Sei tornata dal Natale più forte che mai, sei una vincente!
Io non l'ho ancora raggiunto il plateau, rappresenta proprio il mio primo obiettivo, sarebbe già un buon successo raggiungerlo....Sto cercando un minimo di equilibrio, mi sono molto lasciata andare dal punto di vista cibo, ogni passo che tento di fare è lungo e pesante come se avessi dei macigni attaccati ai piedi, io tiro, tiro per alzare la gamba ma la gamba fa resistenza e tutto attorno ci sono tutti pesi, pesi e pesi..
Tutto sommato comunque sono rimasta soddisfatta del Natale, ho potuto vedere un'altra realtà familiare, molto diversa da quella a cui sono abituata di solito e non è male....
Sto cercando di uscire spesso e di non perdere la lucidità, in modo da trovare la forza di camminare verso quel plateau... Poi da lì aspetterò di esserci comoda e inventerò un nuovo piano d'attacco....
La cosa migliore è che riesco di nuovo a pensare in modo un pò più elaborato in questi giorni, mi ricordo di più delle persone che vedo, delle cose che faccio, devo concentrarmi per mentenere costanti queste cose e non cadere nelle sensazioni strane del mio corpo che non riesco più a sentire e mi devo aggrappare a lui per sentire se c'è ancora....
Quest'anno ho deciso di non fare la lista dei buoni propositi per l'anno nuovo, l'anno scorso ne avevo fatta una chilometrica ma ha portato solo guai,non ha senso programmare le cose, è un pò che non lo faccio, sai? E' un pò che non conto le calorie, quanto a pesarmi continuo ad evitarlo, sono ingrassata e dalle occhiate di mio padre direi anche di qualche bel chiletto ma se mi peso mangio ancora di più perchè mi sale l'angoscia quindi la bilancia sta lì in bagno sotto la cesta dei panni sporchi e la lasciamo lì!
Ti abbraccio stretta stretta, Veggie!!!!!Ti penso!
Ciao,nella vita di plateau no ho vissuti talmente tanti...per me è sinonimo di inautenticità.Ora sono piuttosto a valle,la vetta non l'ho mai raggiunta,ma spero di potercela fare...
grazie per tutte le volte che passi da me..
Grazie davvero..so che la tua è una voce importante e la missione nobile..come una paladina dei cartoni giapponesi!!
ti ringrazio davvero
Per me sarà una gran giorno quando riuscirò a raggiungere questo benedetto plateau!
Che tra l'altro è anche una canzone dei Nirvana!
Ciao Veggie :)
M.
Perdersi...nei meandri della ragione, assecondando l'anima, sapendo di sbagliare strada e di girare in tondo.
Vagando in questo labirinto spero che l'uscita sarà presto raggiungibile.
Un abbraccio e speriamo che anche tu, presto, ti possa ritrovare.
Mammamia quanto mi rispecchio in questo post!
Anch'io ho la netta sensazione di trovarmi un pochino incastrata in questo plateau, come dice anche Franscesa, come se non mi stessi sforzando abbastanza per andare altre perchè, dopotutto, una certa stabilità l'ho raggiunta, e questo mi fa sentire rassicurata.
Dopo anni di "tempesta", adesso questo plateau mi sembra un po' un porto sicuro, dove riposare; però devo stare attenta perchè in certi momenti mi sembra proprio che mi sto adagiando!
So che non ritornerò dov'ero prima, però anche andare avanti fa un po' paura perchè è come se fosse ancora buio e non si vede bene la strada, e quindi non si riesce a vedere da che parte la strada percorsa porti, e allora si preferisce rimanere ferme, per "sicurezza".
Però so che non mi devo cullare in una sicurezza fasulla, perchè ora mi rendo conto che ciò era anche quella della bulimia: una sicurezza fasulla.
Perciò continuerò ad andare avanti, e se questo plateau non è infinito, vorrà dire che prima o poi finirà! E le cose miglioreranno.
Fa paura, a me fa tanta paura, ma proverò comunque ad affrontarlo!
veggie...io sono ancora all inizio di questo percorso...e ora nemmeno più tanto sicura di intraprenderlo...sono tornata al punto di partenza...anzi...mi ho nuovamente accolto a braccia aperte l'anoressia....scusa...ma è stato più forte di me...io senza non sono nulla...ciaociao veggie SRIJPB&Moreno ti salutano e ti augurano ogni bene!!!!!a tutte voi!!!!!
Brava, Veggie. Hai reso efficacemte quello che è il significato di ciò che hai chiamato plateau. Un punto in cui ci si può guardare indietro per comparare la strada fatta con il percorso ancora da fare, che è lungo, ma ormai imbroccato alla grande.
Un punto di stabilità è una conquista enorme, ergo forza e coraggio che c'è ancora da pedalare, ma ormai non si può più tornare indietro...e per fortuna!
Un bacione.
annarita
scusami.. ma non ho capito molto come fare per mettere l'elenco.. una volta andata in impostazioni cosa devo fare?
scusa il disturbo.. scusa scusa..
buon inizio ultima settimana e buon fine anno ^____________^
veggie!!!
era un po' che non passavi a farmi un salutino
ehm... effettivamente anche io!!
hai ragione, dobbiamo convivere con la certezza che saremo abbastanza anche se non saremo abbastanza
ragionamento contorto, of course
baci ^^
ei veggie grz x qlle belle parole,ma io voglio provarci,xkè può essere ke anke arrivando ai 50kg mi sentirò lo stesso cm mi sento adesso..ma se nn fosse csì?se arrivando ai 50kg poi starei meglio?voglio provarci...grz cmq!1bacione
X Piccola TY e SRIJPB
Non sarò io a dirti cosa devi o non devi fare,ma fattelo dire da una che è arrivata a pesare 26 chili, non starai mai bene con te se non lo sei dentro.
Quando arriverai ai 50 chili vorrai perdere ancora peso e lo sai.
Il peso da perdere non basta mai proprio perchè non è dimagrire quallo che vuoi,ma vuoi scomparire da una realtà troppo dura da affrontare.
E restringendo l'alimentazione avrai una serie di abbuffate sempre più grandi.E li si che ingrasserai.
I 50 chili non ti risolvono la vita,credimi. Ciò che te la risolve sarà piano piano l'introspezione e un tuo personale perscorso.
Perchè ora tu ti focalizzi sul peso da perdere proprio perchè non vuoi pensare a ciò che davvero ti fa stare male.Perchè tu stessa non lo sai,per questo hai bisogno di aiuto.
E' un messaggio che scrivo a te ma è rivolto a tutte coloro che hanno in mente i tuoi stessi pensieri.
E' una cosa che prima o poi tutte dovrete affrontare,perchè arriverà un punto in cui cadrete così in basso che non ne potrete più di stare nella malattia,e allora vorrete risalire. La vita prima o poi va presa in mano e sta a voi decidere se volete stare ancora a perdere tempo con le mani in mano o iniziare a vivere e chiedere aiuto davvero. La vita è la vostra e la vita non è anoressia o bulimia. Vivere,ma vivere davvero, significa essere liberi.E voi ora non lo siete,perchè anche se credete di controllare qualcosa,è qualcosa di più grande che controlla voi.
Giulina
Vorrei semplicemente rispondere a SRIJPB e a Piccola Ty riconfermando quello che ha scritto Giulina.
Non si perde mai abbastanza peso da riuscire a stare bene, o quando veramente ci si sente bene, allora si è letteralmente a un passo dalla morte. I dca deformano tantissimo il pensiero, ma ci se ne accorge solo nel momento in cui si comincia ad uscirne. Sul momento, quando si è completamente dentro, si crede davvero che perdere ancora qualche chilo sia tutto quello che si desidera, tutto quello che ci farà stare bene.
Purtroppo non è vero, non è così. In tutto questo, io sono solo caduta nella bulimia, e non sono mai stata comunque affatto bene.
Stare bene è una condizione mentale che ha ben poco a che vedere col peso e che dipende da quello che riusciamo a fare come persone; ma io stessa me ne sono resa conto soltanto nel momento in cui ho iniziato ad uscirne.
Credetemi, ragazze, nessuna persona che ha passato un dca vi dirà mai che ha raggiunto un peso in cui stava veramente "bene". Il che, forse, significa qualcosa, no???!!!
Quindi, prima di cercare un peso più basso, cercate invece di lavorare su quelle cose della vostra vita che vi fanno vermanebte soffrire adesso, e che sono ben altro e ben più importanti del vostro peso. E dopo aver risolto quei problemi, vi renderete conto che infondo il peso non conta veramente più che tanto!
Scusa l'intromissione, Veggie!!!!!
E’ tutta la mia cazzo di vita che sto in stallo. Non vado avanti né indietro. Schifosamente bloccata. Non è che sono al punto di partenza. E’ che io non sono mai proprio partita. Anzi, sì. Partita di cervello. L’unica dannata differenza che sono riuscita ad apportare è stata unicamente nella modalità di autodistruzione. Ma poi, è sempre tutta la stessa merda. La meta finale? Mi basterebbe vedere la cazzutissima linea di partenza.
Per SRIJPB & Piccola Ty:
Ma certo, fottetevi pure la vita così, liberissime di farlo, in fin dei conti è la vostra, e chi cazzo se ne frega. Ma quando tra un paio d’anni vi troverete nella merda fino al collo, poi non dite che non eravate state avvertite. Perché l’unica cosa che fa l’anoressia è mandare a puttane la vita. E quando sarete voi a dirlo a qualcun’altra – cioè, se non c’avete già tirato le cuoia nel frattempo, il che non sarebbe neanche il peggiore dei mali – vi accorgerete che vi siete cazziate da sole. Del resto, citando, chi è causa del suo mal pianga se stesso. Se volete sguazzare nella merda, poi non lamentatevi che puzza.
Jonny
Ti rigiro i tuoi auguri, sperando che questi giorni siano passati in serenità. E tu, il tuo plateau? Ci sei dentro fino alle ginocchia o te ne stai .. 'Disimpantanando'?
@ Francesca – Accipicchia se è difficile mettersi in discussione… hai centrato il punto. Credo che il sentirsi in fase di stallo possa dipendere anche da questo… L’essersi messe in discussione su alcune cose, ma l’avere ancora difficoltà a lavorare su altre… Credo sia perfettamente normale… Secondo me, si tratta di cercare di trovare il tempo giusto per fare tutto… Se certe cose non sei ancora pronta a smuoverle, probabilmente significa che non è ancora arrivato il giusto momento perché tu lo faccia… Quindi, devi aspettare di essere pronta… quando lo sarai, certe porte si apriranno da sole… e tu sarai pronta ad affrontare quello cui ti metteranno di fronte… Intanto, apprezza quello che sei riuscita a fare… Nella consapevolezza che se sei arrivata fin qui, allora puoi ancora andare molto oltre… Basta che continui a tener duro e a cercare di lavorare, come possibile, su te stessa…
Un abbraccio forte…
P.S.= Prenditi tutto il tempo che vuoi per le mail, non ti preoccupare… e in bocca al lupo per gli esami!
@ Giulina – Innanzitutto ti ringrazio per aver voluto condividere qui la tua esperienza, perché credo che le difficoltà da questo punto di vista siano un po’ comuni a tutte, ed è importante condividerle per provare a trovare, a suggerire un soluzione tutte insieme… Posso capire perfettamente quello che dici a proposito del volere “tutto e subito”, perché per molto tempo è stato così anche per me: è evidente adesso che sarebbe meglio fare un passo alla volta, con calma e con pazienza… il mio modo di fare le cose, per tanto tempo invece è stato proprio quello del “tutto e subito”. “Tutto e subito” è il nome che ha avuto per me la vita fino a qualche anno fa, cioè la ricerca spasmodica dell’intensità, della potenza che credo abbia. Tutto e subito: non accontentarmi mai perché c’è altro, c’è sempre altro, la vita è così tanta che tutte le volte che devo figurarmela non riesco a fare a meno di pensare ad un’obesa. Ora ne parlo come se l’avessi fatto consapevolmente: non è vero. Da lontano riesco a sentire quanto già a quei tempi fossi curiosa, tesa verso la pienezza che ancora non sapevo essere una costruzione umana. Ora mi sono resa conto che la curiosità nasce dalla mancanza. Mi sono resa conto che la maggior parte degli esseri umani vuole “tutto subito” ma che questo tutto è talmente relativo da trasformarsi in “qualcosa subito”. Qualcosa che riempia senza annoiare. Forse perché quel “tutto e subito” mi ha spinto a cercare di prendere in mano tutto ciò che è tangibile, e poi, vedendo che neanche quello mi bastava, ciò che è intangibile, ciò che è invisibile. La presunzione di vedere quello che per molti non c’è, di andare dietro e dentro le cose, urlando che quello che c’è e che a molti basta è infinitesimale ed irrisorio. Mettersi a spulciare ogni girone dell’inferno con la curiosità di Dante, sentirsi fieri di compiere un viaggio straordinario nell’oltremondo, e poi vedere che la vita è diventata un “torno subito”, torno subito, sono in vacanza all’inferno. E tutto quello che mi auguro di riuscire a fare prima o poi – e che auguro a te e a tutte quante di riuscire a fare prima o poi – è di farmi un viaggio qui, nel presente, adesso. Perché forse il viaggio di scoperta più difficile che possa mai fare un essere umano è riuscire a stare fermo dove sta, nella vita che ha, e non darla per scontata, per saputa.
@ Aisling – Come tutto quello che riguarda il DCA, anche raggiungere il plateau non è purtroppo cosa immediata… Ma ce la si può fare. Perciò, anche tu puoi farcela. Senza alcun dubbio. Tutto quello che devi fare è continuare a tenere gli occhi aperti e ad agire, a cercare di costruire qualcosa di positivo per te stessa, qualcosa che ti faccia stare bene… Come dici tu, continuare a mantenere i contatti con la realtà… perché è proprio il mondo esterno che ci tira fuori dalla nostra realtà distorta del DCA e ci aiuta a vedere le cose con più chiarezza… con una chiarezza che quando sei dentro l’anoressia per forza di cose non puoi proprio avere… Perciò, tu continua a vivere a fondo, più che puoi… e vedrai che il tuo plateau lo raggiungerai, forse anche prima di quel che credi… La lista dei buoni propositi per l’anno nuovo? L’ho sempre reputata inutile. Fa solo venire ansia… e frustrazione nel momento in cui non riusciamo ad attenerci ai nostri obiettivi… Sai qual è l’unico buon proposito che devi avere? Quello di continuare a lavorare su te stessa… un lavoro che dura una vita, e che potrà portarti a stare meglio… questa è l’unica cosa che vale la pena… E in quanto alla bilancia… lasciala pure lì… magari per sempre… Non sarà un numero a dire quanto vali e a misurarti come persona… Come ti senti lo sai solo tu, non lasciare che sia un numero a condizionare il tuo umore… E sappi che stai andando bene, mia piccola-grande guerriera… Ti abbraccio fortissimo-issimo…
@ mymameis… - Ma certo che ce la farai… ne sono sicura. Perché nel momento in cui si sente che si tocca il fondo, non resta altro da fare che risalire… E quando sarai in vetta alla montagna, avrai durato tanta fatica… ma ne sarà valsa la pena a fronte del bellissimo panorama che starai ammirando…
@ Memy – Grazie a te, tesoro… Non sai quanto mi fa piacere leggerti… Io una Sailor Moon dei DCA?!... fantastico! ^__^” Vediamo cosa si può fare, eh?!... Per intanto, potrei cominciare a vestirmi alla marinara… ^^”
@ Musidora – Ah, non sapevo che fosse anche il titolo di una canzone…! Adesso vado su YouTube a sentirmela…! E comunque… non ti preoccupare che lo raggiungerai… se continui a lavorare su te stessa giorno dopo giorno, lo raggiungerai sicuramente… non demordere…
@ Alice and my world – Ci ritroveremo tutte, prima o poi… E da quel momento in poi, andremo avanti a tutta…
@ Wolfie – Non è facile staccarsi dalla sicurezza fornita dal plateau, sono d’accordo… Ma se in questo momento ti senti di prenderti un po’ di tempo per te stessa, sappi che non c’è niente di male… Questo non significa che ti sei data per vinta, ma semplicemente che hai bisogno di un po’ di tempo in più. Prenditelo… e non abbassare la guardia… No, il plateau non è infinito… e la sua terminazione… bè, dipende tutto solo da te… Ti abbraccio…
@ SRIJPB – Per, per cominciare… bisogna pur essere all’inizio, no?!... Partire dall’inizio è l’unico modo per approdare a qualcosa… Se anche tu fossi tornata al punto di partenza – Cosa che a me non sembra, comunque…), puoi sempre sfruttare l’esperienza accumulata per ricominciare a camminare e andare ancora avanti su una strada che ti costruirai giorno dopo giorno e ti sarà congeniale… E ricordati sempre che non è vero che tu non sei niente senza l’anoressia… è l’anoressia che non è niente senza di te!... Non farti fregare, bimba… Auguro anch’io a te e a Moreno tutte le cose più belle di questo mondo… perché tu le meriti, non sai quanto le meriti…
@ Annarita – E’ proprio questo il bello del plateau… che si può fermarci, guardare ai progressi fatti, e prepararci ad affrontare ciò che ci aspetta ancora… senza mai arrendersi…
@ FrammentoDiCristallo – Senti, se mi mandi una mail con il tuo indirizzo di posta elettronica (il mio è veggie.any@alice.it) ti invio un tutorial dove c’è spiegato per bene come si fa, okay?!... Perché io non sono molto brava a spiegare, quindi il tutorial sarà sicuramente più efficace…!! Ma figurati se mi disturbi, ci mancherebbe altro!!... Un bacio!
@ Pupottina – Anche a te, carissima!!
@ Virgi – Scusami tantissimo… è che avevo detto di voler smettere di tenere il blog, e non sapevo che avessi ripreso a scriverci… Comunque, sì, è vero… Non sarei mai “abbastanza” in senso assoluto… ma potremo essere “abbastanza” in senso relativo, ovvero per noi stesse… Che è quello che dobbiamo impegnarci a fare..
@ Piccola Ty – Tesoro, io purtroppo parlo per esperienza… Spero che tu non debba mai arrivare fino a quel punto, ma se mai ci arriverai, ti accorgerai senza dubbio che avevo ragione… e allora? Non sarebbe stato forse meglio ascoltare quello che ti ho scritto io sul tuo blog (e, in altra forma e ciascuna a suo modo, anche Giulina, Wolfie e Jonny qui nei commenti sovrastanti – che, aggiungo, hanno perfettamente ragione e riassumono in pieno il mio pensiero, senza bisogno che io mi dilunghi oltre) e non correre il rischio?!... Un abbraccio…
@ Jonny – E se riuscissi a far cangiare questo potenziale autodistruttivo in un qualcosa di positivo?... Per fare qualcosa di grande, anche se in negativo, la forza ci vuole eccome… quindi, è un qualcosa che tu hai. Devi solo imparare a canalizzarla adeguatamente… e allora, partirai eccome… e non hai idea di tutta la strada che sarai in grado di percorrere… Perché il primo passo, lo so, è sempre il più difficile… Ma poi ne seguono tanti altri…
@ Tsuyoi – Ciao bellissima, ti ringrazio per il pensiero… E contraccambio, nella speranza che tu abbia potuto trascorrere un Natale e comunque in linea generale delle giornate serene che una persona speciale come te merita tutte… In quanto al plateau… Io credo che l’importante sia sempre continuare a camminare… perché solo così facendo potremmo arrivare lontano… senza sapere dove, ma sicuramente lontano… Ti abbraccio forte…
X Veggie
Grazie Veggie. Ciò che mi hai risposto mi ha emozionata. Grazie per aver approfondito e riflettutto così tanto sulle mie parole. E' un grande onore per me,così come mi fa piacere parlare con voi ragazze.
Vi stringo tutte e un bacione speciale a Veggie
X Piccola TY e SRIJPB
Ah dimenticavo. Restringendo l'alimentazione e continuando a massacrarmi,oltre a non vedermi mai ABBASTANZA magra ora sconto tutti i danni organici,o meglio IL danno organico.E Quello è indelebile. Arrivando ad un peso così basso,la tiroide non è più cresciuta, e anzi probabilmente si è rimpicciolita di qualche cm. Ora soffro di ipotiroidismo e con la tiroide il mio metaboilismo è andato a rotoli.Ho preso un sacco di peso nell'arco di 3 mesi. Ora vado da un nutrizionista e devo sempre tenermi sotto controllo purtroppo. Non posso curare questo problema con medicinali perchè il mio è un problema di dimensione,non di malfunzionamento della tiroide. Ed è irreversibile.
Non posso più tornare indietro. Ho delle dosi da criceto per il cibo e devo controllare spesso il mio peso. Ora ci devo stare per formza sulla bilancia,e visto che mi sono fatta un culo della miseria (scusate il termine poco clinico) avrei preferito non starci più. Non voglio spaventarvi,ma in questa malattia si pensa solo al presente e a volersi massacrare.
Io dicevo che A Me non sarebbe mai capitato niente e che in quel momento non me ne fregava. So che anche a voi ora non interessa questa parte ma forse è bene prevenirla. Ora io non posso tornare indietro,ma forse spero di aver trasmesso qualcosa a voi.
X Jonny
Posso farti una domanda molto tranquilla?
Perchè sei sempre così arrabbiata col mondo?
Ti lamenti con termini anche molto duri,però non fai niente per cambiare le cose.
Non so se sei in cura,ma spero di si. Se non lo hai già fatto ti consiglio di chiedere aiuto.
Perchè mi interesso così? Perchè anche io ero come te. Leggerti mi fa sorridere perchè mi ricordi me.E dietro i miei modi scurrili e da dura c'era tanta sofferenza.
Il mio è un consiglio anche se dubito che di primo impatto lo prenderai come tale.
Il mondo non è tutto nero. Non è tutta "merda" come la chiami tu e per essere accettata o per restare isolata non c'è bisogno essere di essere qualcosa che non si è,perchè io non ci credo neanche se ti vedo che tu sei così. Se lo fossi non ti saresti mai rifugiata in un sintomo mortale.
Giulina
@ Giulina – Ma scherzi?!... Sono io che ringrazio te perché ogni volta che leggo un tuo commento, tramite le tue parole, riesco sempre a trovare qualche nesso d’introspezione che mi permette di guardare più a fondo dentro me stessa e di lavorare su me stessa per tentare di migliorarmi ogni volta un pochettino… E ti sono veramente grata per questo… E’ molto importante per me… GRAZIE…
Inoltre, volevo semplicemente accodarmi a te per ribadire quel che hai scritto a SRIJPB e a Piccola Ty: l’anoressia comporta conseguenze fisiche irreversibili. Anch’io ne porto le conseguenze. Nel mio caso non si tratta della tiroide, ma comunque i danni ci sono e non li posso rimediare. E questo non è per fare allarmismi, ma semplicemente per mettere nero su bianco quella che è la realtà della cosa… in prospettiva. Perché, è vero, quando se né è dentro non ci se ne rende assolutamente conto… E’ come quando si prende una botta… sul momento non si sente neanche tanto male… è solo poi, a freddo, che arrivano i dolori… Quando se ne è dentro, non interessa mai… però, quando s’inizia a uscirne, comincia ad interessare eccome… E non si può più farne niente, da questo punto di vista. Correre ai ripari prima che sia troppo tardi, in questi casi, è l’unica cosa. Si pensa sempre che tanto a noi non succederà. Succede A TUTTE.
Per Giulina:
Non sono incazzata con il mondo. Sono incazzata con me stessa. Cazzo, mi sono fottuta da sola, come potrei non esserlo?! Se ci fosse un dannato telecomando per premere un tasto e far sparire tutto quanto, tutta la mia schifa di vita dai 14 anni in poi, l’avrei premuto fino a fondermi il dito. Quello che ho ottenuto dalla stronza di di vita è quello che mi sono cercata e dunque, in definitiva, meritata. Il mondo non c’entra una sega, non mi ha fatto niente. Le cazzate me le sono fatte tutte da sola. Il marcio che c’è nella mia vita è perché io sono marcia.
Se sono in cura adesso? Cazzo NO!, ci mancherebbe solo questa! Quelli con i camici bianchi sono gentaglia. Per questo li ho già mandati tutti a puttane da un pezzo. Fanculo i loro paroloni e le loro lauree. Non ne capiscono una sega ugualmente.
Io non so se il tuo DCA te lo affronti da sola o sotto le direttive di un qualche medico – e, a prescindere da ciò, ti auguro davvero ogni bene – ma io ai terapeuti bravi non credo, figuriamoci, sono tutti degli stronzi che con il DSM-IV in mano tipo Bibbia si sentono delle divinità e sputano sentenze senza neanche provare a capire cosa c’è al di là della loro maledetta faccia del muro. Gli sputo in faccia a ‘sta cazzo di gentaglia. (Un paio di volte l’ho fatto davvero, ma questo è altro discorso). Li detesto, quegli stronzi, hanno fatto peggio che meglio. Da quando mi hanno ricoverata per la prima cazzo di volta. La più grande puttanata del mondo. Sono passati tanti anni, e per diverso tempo sono stata sballottata da una cazzo parte all'altra, da uno schifo di clinica a una merda di comunità, da uno stronzo di medico all'altro, come una patata bollente, e tutti impersonali, distanti o, peggio ancora, seriamente preoccupati e partecipi, mi chiedevano "Come stai?" e intanto avevano la faccia di chi sta pensando "porca troia che palle anche stamattina il solito tran tran con questa sclerata di merda non vedo l'ora di tornare a casa stasera così c'è mia moglie che mi ha preparato la lasagna e magari mi becco anche un bel film in TV" oppure “non ti preoccupare che adesso sono qui io e ti guarirò quindi affidati a me e vedrai che farò di te una donna nuova”. Cazzate. Mi facevano fottute domande su domande, davano anima e corpo per “guarirmi”, e quando vedevano che nisba, mi consegnavano a qualcun altro appiccicandomi addosso un'etichetta, come si fa coi pacchi. Ho accumulato stramaledette etichette su etichette. Menomale che con i cazzo di ricoveri ho chiuso, li ho mandati tutti a puttane, altrimenti non si finiva più. I bastardi di medici non sapevano più come classificarmi. Percepivo da parte loro una certa angoscia per questo. Non trovavano il termine adatto. Io li prendevo per il culo e proponevo neologismi come "anoressismo", "autolessia", “tossicoanolesionismo”. Adesso mi viene veramente da ridere. Visto che è impossibile piangere. Perciò, che vadano tutti a farsi fottere gli stronzi di psicogente. Me la cavo molto meglio senza quei coglioni.
Jonny
X Jonny
Si,che ce l'avevi con te stessa l'avevo come dire intuito. Il mio "sei arrabbiata col mondo" era per dire che proprio perchè sei arrabbiata con te,ti fa schifo tutto e non te ne frega niente e di nessuno.
Se parti credendo che nessuno capisce niente non andrai mai da nessuna parte. Non si esce da soli da questa malattia sai. Non pensanrlo neanche per un minuto.
Anche io in passato ho avuto molta sfiducia nei confronti del personale medico. E' vero,a non essere competenti sono in tanti. Ma non tutti.
Io non sono in cura da dei medici incompetenti. Sono in cura da ChiaraSole,una donna che per 14 anni ha passato l'inferno dei DCA ed è guarita. Una donna che mi ha salvato la vita e non mi tratta da un NUMERO come sono sempre stata trattata. Anche io ho provato quello che stai provando tu.
Ma ho anche capito che da sola non ce la potevo fare. Prendermela con me stessa non era la soluzione ai problemi,perchè l'origine di essi era troppo profonda per poterla capire da sola.
Se vuoi ti consiglio di contattare Chiarasole. Tentare non ti costa nulla,da perdere non hai niente.
Ha anche un sito in internet se vuoi andarlo a visitare.Oppure se clicchi sul mio nome ti indirizza direttamente nel suo blog.vedi tu.
Giulina
E ribadisco,anche se ora non riesci a vederlo,non è COLPA tua se sei malata. In questa malattia non ci sono colpe. Ma solo dinamiche tali che nella tua vita ti hanno portato alla distruzione.Per questo è importante che le scopri.Cibo e corpo sono pensieri che permettono di non pensare alla tua vera sofferenza. Ecco perchè cerco di farti capire quanto è importante chiedere aiuto.
Certo,è difficile trovare un terapeuta a cui affidarsi. Ma è fondmentale non arrendersi mai.
Giulina
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