domenica 6 dicembre 2009
Domanda #9: Guardare al passato e al futuro
La 9^ domanda cui rispondo, una domanda che in effetti si compone di più sotto-domande, è quella di Aileen. Che mi chiede:
“Come ci sente, quando si tocca il fondo? Fa male, molto male, ma… quanto? Perchè ti sei spinta in quella strada tempo fa? Com'era il tuo rapporto con te stessa in quel periodo? E ora, hai rimpianti?”
Okay, molte delle risposte a queste domande le puoi trovare nel post in cui racconto la mia storia.
Dacci un’occhiata, perché credo che qui potrai trovare la risposta ad alcuni dei tuoi dubbi: perché mi sono spinta nella strada dell’anoressia e com’era il mio rapporto con me stessa in quel periodo… nel post in cui racconto la mia storia ne parlo ampiamente, quindi t’invito a leggerlo.
Passo dunque alle altre domande.
Come ci si sente quando si tocca il fondo, e quanto fa male?
Ora, per rispondere a queste domande, occorre fare un distinguo: la visione istantanea, e la visione a posteriori. Che sono due cose molto differenti, perché sul momento quando tocchi il fondo non ti accorgi che sta succedendo, ma lo concretizzi solo dopo. Quando tocchi il fondo sei talmente presa dal delirio di onnipotenza dell’anoressia (che poi, in realtà, non è altro che un delirio d’impotenza) che non te ne rendi conto. Non te ne rendi conto perché lì per lì non fa male, anzi. La cosa più dolorosa è la risalita. Il momento in cui capisci. Inevitabile. Il momento in cui capisci quello che hai fatto veramente, e ti accingi a raccogliere i pezzi per cercare di rimetterli insieme. Quando ho toccato il fondo non me ne sono neanche accorta, troppo presa dall’ossessione, fidandomi ciecamente delle bugie che l’anoressia mi raccontava e che mi faceva pensare: gli altri non capiscono, sono tutti allarmisti, stupidi, bugiardi, inutili. Mi ripetevano sempre le solite frasi: “su, forza, mangia! ma non lo vedi quanto sei dimagrita? guarda in che stato che sei! cosa ti costa mangiare un po’ di più?”. Ma costa, lo so. Costa più di quanto gli altri riusciranno mai ad immaginare. Per questo tali frasi fanno solo arrabbiare. Fanno venire voglia di gridare di smetterla di rompere. Ma non è stato quello il periodo peggiore, non è stata la caduta, il toccare il fondo. L’incubo è arrivato dopo, quando ho iniziato a percorrere la strada del ricovero. Lo so che si fa fatica a capire. Tutti pensano che d’anoressia o si muore o si guarisce. Ma io so che si può anche viverne. Perché io ne vivo. Combatto, ma ne vivo. La cosa più terribile, del resto, non è toccare il fondo. L’inferno vero è risalire, risalire col timore e la speranza al contempo di poter perdere nuovamente la presa. Risalire senza sapere se il panorama che si osserverà in vetta è veramente quello che cercavamo di vedere.
In quanto all’ultima domanda, ai rimpianti.
No, non ne ho. Nessuno, in nessun senso. Non rimpiango niente, nessuna delle scelte, nessuno degli avvenimenti che hanno segnato la mia vita dai 14 anni in poi. Perché c’è sempre un motivo per tutte le cose, anche per quelle più sbagliate. Certo, non vado orgogliosa di quel che ho fatto, ovviamente, e se mi fosse data la macchina del tempo forse proverei a fare scelte differenti. Ma dato che questa possibilità è preclusa e che posso vivere solo per questa realtà, non rimpiango che sia andata così. Perché tutto quello che ho vissuto e passato mi ha resa la persona che sono adesso. Mi ha reso possibile pensare quel che penso adesso, e fare quel che faccio adesso. E questo gli dà un senso. Sì, l’anoressia è stato il mio sbaglio più grande. Ma se è uno sbaglio che, alla fine, mi ha portato a questo blog e a quella che è la mia vita oggi, allora non ho rimpianti: è uno sbaglio che rifarei.
Perché è proprio grazie a questo – e grazie al fatto di non rimpiangere niente – che adesso sto lentamente imparando a non sprecare la mia vita, ma a viverla. Viverla davvero. Non attaccata a una vuota ossessione, non credula, persa nelle bugie dell’anoressia, a costruirmi una realtà che non mi apparteneva semplicemente perché non esisteva, non in balia di quello che credevo di controllare ma che in realtà mi controllava in misura spietata.
Perché è tutto quello che ho passato che mi ha insegnato che la realtà non è quella che si può vedere attraverso gli occhi deformanti dello specchio della mente, ma guardando avanti, sempre.
E’ per questo che senza alcun rimpianto posso dire grazie a quello che mi ha quasi distrutta, permettendomi così di fortificarmi. Grazie, anoressia.
Se avete qualche altra domanda per me, postatela QUI. Un alla volta, risponderò a tutte!
“Come ci sente, quando si tocca il fondo? Fa male, molto male, ma… quanto? Perchè ti sei spinta in quella strada tempo fa? Com'era il tuo rapporto con te stessa in quel periodo? E ora, hai rimpianti?”
Okay, molte delle risposte a queste domande le puoi trovare nel post in cui racconto la mia storia.
Dacci un’occhiata, perché credo che qui potrai trovare la risposta ad alcuni dei tuoi dubbi: perché mi sono spinta nella strada dell’anoressia e com’era il mio rapporto con me stessa in quel periodo… nel post in cui racconto la mia storia ne parlo ampiamente, quindi t’invito a leggerlo.
Passo dunque alle altre domande.
Come ci si sente quando si tocca il fondo, e quanto fa male?
Ora, per rispondere a queste domande, occorre fare un distinguo: la visione istantanea, e la visione a posteriori. Che sono due cose molto differenti, perché sul momento quando tocchi il fondo non ti accorgi che sta succedendo, ma lo concretizzi solo dopo. Quando tocchi il fondo sei talmente presa dal delirio di onnipotenza dell’anoressia (che poi, in realtà, non è altro che un delirio d’impotenza) che non te ne rendi conto. Non te ne rendi conto perché lì per lì non fa male, anzi. La cosa più dolorosa è la risalita. Il momento in cui capisci. Inevitabile. Il momento in cui capisci quello che hai fatto veramente, e ti accingi a raccogliere i pezzi per cercare di rimetterli insieme. Quando ho toccato il fondo non me ne sono neanche accorta, troppo presa dall’ossessione, fidandomi ciecamente delle bugie che l’anoressia mi raccontava e che mi faceva pensare: gli altri non capiscono, sono tutti allarmisti, stupidi, bugiardi, inutili. Mi ripetevano sempre le solite frasi: “su, forza, mangia! ma non lo vedi quanto sei dimagrita? guarda in che stato che sei! cosa ti costa mangiare un po’ di più?”. Ma costa, lo so. Costa più di quanto gli altri riusciranno mai ad immaginare. Per questo tali frasi fanno solo arrabbiare. Fanno venire voglia di gridare di smetterla di rompere. Ma non è stato quello il periodo peggiore, non è stata la caduta, il toccare il fondo. L’incubo è arrivato dopo, quando ho iniziato a percorrere la strada del ricovero. Lo so che si fa fatica a capire. Tutti pensano che d’anoressia o si muore o si guarisce. Ma io so che si può anche viverne. Perché io ne vivo. Combatto, ma ne vivo. La cosa più terribile, del resto, non è toccare il fondo. L’inferno vero è risalire, risalire col timore e la speranza al contempo di poter perdere nuovamente la presa. Risalire senza sapere se il panorama che si osserverà in vetta è veramente quello che cercavamo di vedere.
In quanto all’ultima domanda, ai rimpianti.
No, non ne ho. Nessuno, in nessun senso. Non rimpiango niente, nessuna delle scelte, nessuno degli avvenimenti che hanno segnato la mia vita dai 14 anni in poi. Perché c’è sempre un motivo per tutte le cose, anche per quelle più sbagliate. Certo, non vado orgogliosa di quel che ho fatto, ovviamente, e se mi fosse data la macchina del tempo forse proverei a fare scelte differenti. Ma dato che questa possibilità è preclusa e che posso vivere solo per questa realtà, non rimpiango che sia andata così. Perché tutto quello che ho vissuto e passato mi ha resa la persona che sono adesso. Mi ha reso possibile pensare quel che penso adesso, e fare quel che faccio adesso. E questo gli dà un senso. Sì, l’anoressia è stato il mio sbaglio più grande. Ma se è uno sbaglio che, alla fine, mi ha portato a questo blog e a quella che è la mia vita oggi, allora non ho rimpianti: è uno sbaglio che rifarei.
Perché è proprio grazie a questo – e grazie al fatto di non rimpiangere niente – che adesso sto lentamente imparando a non sprecare la mia vita, ma a viverla. Viverla davvero. Non attaccata a una vuota ossessione, non credula, persa nelle bugie dell’anoressia, a costruirmi una realtà che non mi apparteneva semplicemente perché non esisteva, non in balia di quello che credevo di controllare ma che in realtà mi controllava in misura spietata.
Perché è tutto quello che ho passato che mi ha insegnato che la realtà non è quella che si può vedere attraverso gli occhi deformanti dello specchio della mente, ma guardando avanti, sempre.
E’ per questo che senza alcun rimpianto posso dire grazie a quello che mi ha quasi distrutta, permettendomi così di fortificarmi. Grazie, anoressia.
Se avete qualche altra domanda per me, postatela QUI. Un alla volta, risponderò a tutte!
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24 commenti:
Ogni volta che tocco il fondo vorrei gridare, ma le parole non escono, l'urlo si spegne in gola, soffocato.
Vorrei liberare l'angoscia e la tristezza che attanagliano il mio cuore, la rabbia che mi fa esplodere, ma non ci riesco.
Mi sembra di non avere nemmeno piu' la forza di urlare, se ne e' volata via, lontano, svanita.
In quei momenti penso che le lacrime sono l'ultima cosa di cui ho bisogno, ma i ricordi irrompono nei miei pensieri, cancellando la mia volonta' di trattenerle.
Ed ecco che la barriera scompare, come una diga mai esistita, e da piccole gocce di pioggia si crea un torrente, poi un fiume ed infine una cascata che spazza via tutte le mie incertezze.
Anche se sto male la speranza non mi ha abbandonata, e all'improvviso vedo una luce in fondo al tunnel buio della mia vita, distante, forse troppo.
Inizio a correre per raggiungerla, so che essa sara' la mia salvezza, ci metto tutto il mio impegno, ma a volte pare che non basti, la corsa si fa piu' faticosa e mi fermo esausta, delusa.
In quei momenti ho paura, il raggio di sole che tanto fatico a raggiungere mi sembra inesistente, un'illusione.
Ripenso alle piccole, all'apparenza insignificanti gioie vissute, che seppur poche mi fanno riacquistare la fiducia in me stessa, e lì inizio finalmente a combattere contro la mia debolezza.
Decido di credere di piu' in me stessa, nelle qualita' che molte persone, con i loro atteggiamenti spavaldi e cattivi mi hanno fatto credere piu' volte di non possedere, ma non e' così, e con un po' di sforzo riesco a rendermene conto.
La vita e' una corsa continua contro il tempo, dura, imprevedibile, crudele, infame, a volte ho l'impressione di viaggiare controcorrente, lo sforzo e' immenso, ma le soddisfazioni sono ineguagliabili.
So di essere ancora molto distante dal traguardo, e che ci sono ancora tantissimi ostacoli e pericoli in agguato, ma tutto questo mi spaventa sempre meno.
La voglia di vivere, di assaporare il gusto della felicita', e' da sempre racchiusa in me, mi circola nel sangue, ed e' per questo che ogni volta che tocco il fondo, non smetto mai di lottare, senza alcun rimpianto.
Un abbraccio
E' nel buio del fondo che si riesce a vedere con nitidità la luce della tua candela chiamata speranza.Bisogna solo avere il coraggio di avvicinarsi a questo piccolo barlume.
"Perché tutto quello che ho vissuto e passato mi ha resa la persona che sono adesso. Mi ha reso possibile pensare quel che penso adesso, e fare quel che faccio adesso. E questo gli dà un senso." La penso anch'io così,Veggie, le difficoltà fanno vedere il mondo in maniera diversa, donano una sensibilità particolare per le cose...Devi essere fiera di te stessa, stai facendo un percorso enorme e stai aiutando tutte noi!
Ho finalmente capito (sono terribilmente lenta, le cose mi penetrano dopo però almeno mi penetrano :)!)cosa intendi per fame di vita! Almeno credo...
Ho provato a scavare dentro di me e ho capito che quando ho iniziato tutto, non volevo diventare "Piccola", quel piccola era un modo con cui mascheravo la voglia di morire... Stanotte mi sono svegliata di soprassalto e ho detto ad alta voce, senza controllarlo, "Voglio morire!"... e mi sono resa conto che lo penso sempre, come una formula magica che la mia mente ripete, voglio morire, voglio morire.... Ecco fatto. Mistero risolto... Ora ho ricominciato a uscire, ad ascoltare musica, a parlare ma quel desiderio ce l'ho ancora.. In fondo però non è quello che voglio perchè altrimenti non mi abbuffere.. Le abbuffate sono quella parte di me che NON vuole morire, come dici tu FAME DI VITA!
Problema individuato!
Mumble mumble... e ora? Come faccio a farmi trovare la voglia di vivere? Lottando?
Ho chiamato la psicologa ma non risponde, è allo stage per 3 giorni, provo di nuovo al suo ritorno...Non posso far telefonare mia mamma... La psicologa ci ha insegnato ad affrontare la balbuzie.. Il problema è che io non ho solo quello. Gli altri se ne sbattono se balbettano. Io non ci riesco. Io odio la mia voce perchè non rispecchia ciò che sono... Ho una voce tentennante ma io non lo sono... Non sono tentennante... Poi gli altri hanno rinunciato a frequentare l'università, scuole impegnative, io no. Io non rinuncio! Io andrò all'università, io ne uscirò, diventerò normoeloquente!Voglio parlare come gli altri, voglio diventare equlibrata, sorridente e sana!
La paura si affronta,come dici tu e lo dice anche la psicologa,quando torna dallo stage riprovo a chiamarla... Le e-mail non le legge purtroppo...
Grazie, Veggie, sto facendo un sacco di passi avanti grazie a te! Ti abbraccio forte forte!
ciao Veggie
eccomi qui come quasi tutte le domeniche ad augurarti il meglio del meglio...
buona domenica ^__________^
...si, il panorama è veramente quello che volevamo vedere. Basta volerlo ancora vedere, sapersi accontentare del possibile, non aspirare all'irraggiungibile...
D'anoressia si vive all'inizio: poi si comincia a vivere d'anoressia e d'altro, e infine si vive solo d'altro.
Come l'autocontrollo e la forza di volontà sono stati i due ingredienti base dello sprofondare, adesso sono anche i due ingredienti base del rialzarsi... volere è potere, davvero.
un bacio
Concordo cn ogni parola di quello che hai scritto.
Mi vengono i brividi quasi.Forse tornando indietro si potrebbe cambiare qlcs..ma una volta la mia pschiatra mi ha detto che certe scelte avvengono smepre per qualche motivo, pe qualche cosa che succede e che prima o poi cambia le carte.
Io fino a qualche mese fa VOLEVO ESSERE SOLO UNA MAGNIFICA BALLERINA.
UNA DANZATRICE.
La migliore, quella perfetta.
Sicuramente il mio DCA non deriva solo da qst, ma qst cs è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Ma il DCA,cm dici tu, mi hadato il blog, mi ha dato voi, mi ha fatto scoprire nuovi mondi, avvicinare ad una sensibilità diversa, uardare le pesone in modo diverso. Anche nell'ossessione c'è stato un qualcosa che adesso mi è rimasto dentro.
Senza dubbio l'anoressia toglie il sorriso e nn solo. L'anoressia cambia, distorce e dialania dall'interno.
Condiziona nelle scelte e impedisce tante cose che una ragazza a cose normali farebbe e fa.
Ma se non avessi incotrato il DCA probabilmente non avrei deciso quale sarebbe stato il lavoro della mia vita in modo così fermo e deciso, nonostante gli ostacoli che ci saranno.
Adesso voglio guarire, e diventare una pschiatra per aiutare noi, e ki cm noi, con il DCA ci vive.
Prima devo guarire io,anche se sono sempre più convinta che non si guarisce poi del tutto.
Una volta ho visto il video di una ragazza su youtube che diceva che anoressica ci rimani x tutta la vita, cullata in una definizione che si chiama "dieta di manetenimento".
Mi hanno spaventato a morte quelle parole.
Nonostante tutto non credo che il dover convivere con il DCA per molto tempo, nonostante si sia deciso di guarire, sia una buona giustificazione per non provare a combatterlo.
Non so cm sarei ora, se non fossi passata per l'anoressia, la bulimia e tutto il resto.
So che indietro non si torna e possiamo solo rimettere insieme i pezzi, per risalire da quel fondo dove più buio non c'è davvero.
Forse la morte non è quando muori nel senso che non respiri più, ma quando hai tutte le tue funzioni vitali a posto e nonostante tutto sei un'ombra grigia che non sente più emozioni.
Vuota.
Lì muori.
Ti abbraccio fortissimo, Veggie!
Ciao Veggie, grazie di essere passata, mi ha fatto molto piacere. E sono veramente felice che il mio post ti abbia "illuminato la giornata", non serve ringraziare :)il mio scopo è proprio questo.
Passa pure a trovarmi di nuovo se vuoi, sarai sempre la benvenuta.
E.
A volte non si capisce se le cose passano o se ci si abitua ad esse...a queste sensazioni, come se fosse una malefica dipendenza .
Semre grande, un abbraccio iO e Alice
sei una persona speciale, mi hai rapito il cuore. Come hai fatto?
Un invito a sorridere, anche per te.
Stanotte ho combattuto i miei deliri così:
http://chiarapersempre.blogspot.com/2009/12/reazione-segue-al-post-precedente-preda.html
veggie ho visto il tuo commento al mio post,sei davvero unica ragazza!grz mille!un bacio!
...si veggie...mi sono incazzata...per una volta sono riuscita a "gridare" il mio dolore...è come una liberazione...si...hai davvero ragione...nell'anoressia quando tocchi il fondo non te ne rendi veramente conto...è quando cerchi disperatamente di risalire,di respirare che ti rendi conto di quanto a fondo ti sei spinta...però...quando invece ti riduci a mangiare e vomitare...allora lì te ne rendi benissimo conto di quando hai toccato il fondo...di quando lo tocchi il fondo...sei lì...disperata...e dici ok questa volta ho veramente toccato il fondo...ma ti sbagli perchè la volta dopo sarà ancora tutto peggiore di com'è ora...e ti dici ora che sono arrivata al fondo ho due scelte...o rimanere in questa situazione o cercare di risalire...e tenti di risalire...ma senti che c'è qualcosa che ti porta ncora più a fondo...che ti tiene ancorata a quel fondo che non vorresti aver toccato...ma la cosa peggiore è quando ti rendi conto che quel qualcosa che ti tiene ancorata al fondo sei tu...non sei altro che tu...e allora puoi piangere,gridare...ma se non riesci a cambiare la tua mentalità da quel fondo non riuscirai mai ad emergere...e allora inizi ad ambientarti in questa situazione...e scopri che ci puoi sopravvivere ugualmente...perchè alla fine è meno spaventoso rimanere a fondo ma con la consapevolezza di essere protetti che cercare di risalire con il dubbio di non riuscire a farcela ma soprattutto di non sapere cosa ti attende fuori da questo tuo mondo che ti rende sicuro...ti da forza,ti protegge...io non ce la faccio,e probabilmente nemmeno voglio allontanarmi da questo mio mondo che mi protegge,mi fa sentire importante....perchè non è altro che un rifugio dove nessuno mi potrà mai ferire!!!!
Ciao Veggie.
Ho bisogno di te.
Ti prego.
Passa dal mio blog se ti va.
A volte bisogna toccare il fondo per risalire..
Un abbraccio.
Pachucha.
Ho letto tutto. Sai anche a me servirebbe toccare il fondo per poi rendermi conto di quello che sono e di quello che è veramente la mia vita.
Cmq grazie di tutto. Bacione.
Giusto, mai rimpiangere! Amor Fati...
In effetti in queste situazioni così difficli la consapevolezza di ciò che è accaduto avviene dopo... non credo che sia facile descrivere cosa si prova quando si tocca il fondo. Ma l'importante è avere la forza di risalire.
Grazie Veggie! Anch'io sono contenta di questa scossa, erano secoli che non mi arrabbiavo, finalmente ho sentito qualcosa, allora anch'io sono in grado di provare emozioni? Evvivaaaaaaaa!
Guardo poca tv, primo perchè mi mette fame, ogni secondo c'è una pubblicità di cibo, secondo perchè, come dici tu, le donne proposte fanno venire solo rabbia! Il bello è che poi fanno mille campagne contro l'anoressia, è assurdo!
Ci sentiamo presto, ti abbraccio stretta!
Questo post mi ha fatto vedere il dca da un’altra prospettiva. Cioè, io finora mi sono sempre vergognata abbastanza della bulimia, l’ho sempre vissuta come un qualcosa che dovevo nascondere e un qualcosa che mi sono chiesta milioni di volte come potessi esserci cascata e quanto era grande lo sbaglio che aveva fatto. Questo credo dipenda anche dal fatto che sono una ragazza abbastanza indecisa in generale, e comunque anche quando scelgo qualcosa ci metto poi dietro milioni di ripensamenti. Quindi tantissime volte mi sono chiesta come sarebbe stata la mia vita senza il dca, e ho rimpianto tante occasioni che mi sono persa pensando che adesso certe cose che mi sono lasciata scappare non le potrò più vivere. Però è anche vero, come leggo in questo post, che forse non sarei il tipo di persona che sono adesso se non avessi fatto questo percorso e quindi forse non avrei neanche le cose che ho adesso e le persone che mi vogliono bene adesso. Cercherò di interpretare il dca in modo un po’ più positivo di quanto abbia fatto finora, chissà che non possa aiutare!
Un gran bacio a tutte!
ciao Veggie, colgo l'opportunità del titolo del tuo post per rispondere al tuo commento... bisogna guardare al passato ed al futuro per risolvere ogni situazione... ehehehe anche le mia con mia suocera... non sono mai stati rapporti tesi e nemmeno freddi, ma certo io e mia suocera siamo antitetiche, forse proprio per questo Kevin ha sposato me... per cambiare punto di vista anche se comunque resta molto legato a sua madre ed io rispetto questo suo sentimento e mi prodigo per non deluderlo...
un abbraccio e buon mercoledì ^___________^
Ti ringrazio di aver risposto alla mia domanda V. Mi ha fatto piacere che tu l'abbia presa in considerazione-come tutte le altre- e dalla risposta, noto anche che ti sei dedicata davvero con attenzione..come sempre, a rispondermi pienamente.Scusa se sono assente in questo periodo ma non riesco a gestire bene il mio tempo e non ho nemmeno l'attimo per respirare... Ho letto la tua storia, sebbene l'avessi già fatto in passato appena ti avevo conosciuta :) Spero tu stia bene, ti abbraccio come sempre, A.
@ Evaluna – Non appena ho finito di leggere il tuo commento mi è venuto in mente un parolone: finalmente. Finalmente Evaluna si è incazzata. Finalmente qualcosa l’ha scossa, l’ha elettrizzata. Sente che sta male, ma non si deprime e non si abbandona passivamente a questo dolore, anzi, trova la forza per gridare che non le va. Trova la scossa. Che poi, non hai affatto bisogno di essere scossa, la vita mi sembra abbia già fatto abbastanza in questo senso. Forse hai (abbiamo) bisogno di sentire di essere scosse. Bisogno di sentire la scossa. Ti sei incazzata per un tuo comportamento? Bene. Bene cazzo. Non è una rabbia fine a se stessa. Tu hai vissuto un DCA, lo stai vivendo. E perciò, tu sai. Tu sai. Tu sai. E questo significa implicitamente un’altra cosa: tu puoi cambiare le cose. Perché ne hai la consapevolezza materiale. Sì, ho pensato “FINALMENTE”. La tua rabbia è stata la mia. E’ stata la mia perché io sono mesi che cerco di incazzarmi di meno e capire di più, ma mi rendo conto di quanto a volte mettersi ad urlare sia catartico e propedeutico all’azione. Sai, io tengo la televisione spenta. Mi è bastata, quando vivevo ancora con la mia famiglia, mia madre che la teneva accesa per tutti, e dopo una tre giorni di “Uomini e donne” a tutto volume mi ricordo che m’incazzai, sì, esattamente come adesso sei incazzata te. Mi incazzai perché se è quello il modello di vita perfetta, il modello di uomo e di donna ideale, il modello da seguire, imitare, auspicare… allora siamo nella merda. Nella merda. Io so che il mondo non cambierà, così come tu sai che bisognerà continuare a combattere giorno dopo giorno. Non è solo col DCA che si muore, sai. Si muore, metaforicamente parlando, tutti quanti e tutti i giorni perché anche se il respiro è regolare, quando il nostro universo non esiste più non abbiamo più ragione di essere. Ma si muore. Ed a quel punto niente è verissimo. Dura un secondo o tutta la vita, forse si può anche arrivare a un compromesso: vivo sapendo che non è vero. Ma è difficile. È difficile perché spesso sembra che ciò che non è vero per te sia vero per tutti, e che dunque si è pazzi. No Evaluna. No. Non siamo pazze. E quello che ancora stentiamo a capire è che essere “normali” non significa essere mediocri.
Continua a combattere, anche se è difficile: è l’unico modo per riportare vittoria. Ti abbraccio fortissimo…
@ almacattleya – Bellissime parole… le ho riportate su un post-it che ho appeso nella mia camera… ti ringrazio… io cerco sempre di seguire quella luce, e spero che lo faranno anche tante altre ragazze…
@ Pupottina – Grazie cara… Anche a te… sempre tutto il meglio…
@ Ilaria – Hai detto proprio tutto… tutto ciò che vogliamo lo possiamo realizzare… dipende solo da noi… Abbiamo la nostra vita nelle nostre mani, e per come il vento possa soffiare, abbiamo sempre tutta la capacità di dirigere le vele… Non lasciamocela scappare…
@ fighter – Ma davvero tornando indietro si scambierebbe? N fin dei conti, siamo quello che abbiamo costruito… e se l’abbiamo costruito così, vuol dire che c’era una ragione… come sempre c’è anche per le cose più sbagliate… No, indietro non si torna… e forse, non sarebbe neanche giusto farlo… possiamo solo vivere per il futuro, per quello che ci aspetta davanti… e possiamo (ri)costruire tutta la nostra vita… Sta solo a noi come scegliere di farlo… Il DCA sarà sempre parte di noi… ma possiamo controllarlo senza fare in modo che esso ci controlli… Ed è questa la battaglia che dobbiamo combattere ogni giorno… l’unica che vale veramente la pena…
@ Aisling – Non so se te ne sei resa conto, ma dai primi commenti che hai postato su questo blog ad oggi, hai fatto degli enormi passi avanti… Perché sei riuscita a fare una cosa: ad aprire gli occhi, a vedere la verità… e a trovare il coraggio e la forza di sopportarla… e questo ti fa veramente onore. Anch’io ho rinfacciato a tante persone che non avevano il coraggio di soffrire… ma poi mi sono accorta che io, invece, non ho mai avuto il coraggio di essere felice… Certo, individuare il problema è un bel salto di qualità, ma non basta. Trovato il problema, va elaborato… bisogna scavare per vedere cosa si sta dietro e, di conseguenza, come affrontare il problema, come porcisi… Ovviamente è un lavoro lungo e complesso che non devi fare da sola… in questo, penso che l’aiuto della tua psicologa ti sarà veramente indispensabile… Certo che la devi chiamare non appena torna… ci riuscirai di sicuro… lei sarà fiera di te… e soprattutto, tu sarai fiera di te stessa, che è la cosa più importante. Se una cosa come la balbuzie ti fa stare male, non è giusto che tu te e sbatta… non è giusto per te stessa… è giusto invece che cerchi di capire, anche qui, dove sta il problema, e ti faccia dare una mano per affrontarlo e per risolverlo… Tenendo conto del fatto che ci vorrà tanto tempo e altrettanta pazienza… ma che tu ce la puoi fare. La determinazione ce l’hai, si sente dalle tue parole… ed è questa che ti porterà, prima o poi, ad avere tutto ciò che desideri… perché te lo saprai conquistare… Continua a combattere… perché solo così, un domani, potrai vincere… Io faccio il tifo per te!!... sempre…
@ Scarlett_Butterfly – Ciao, benvenuta!! Grazie a te per il tuo commento! Certo che passerò di nuovo dal tuo blog… anche tu, passa da qui tutte le volte che vuoi… Un abbraccio forte!!
@ Alice and my world – E’ vero, le cose col tempo finiscono per dare assuefazione… Ci si abitua… nonostante questo, è importante imparare a conviverci nel migliore dei modi… senza farci del male… Un abbraccio!!
@ Beatrice91 – Ehi, grazie! E’ una delle cose più belle che mi siano mai state dette… GRAZIE… Spero di poter continuare a starti – tramite blog – vicina… Un gande abbraccio…
@ Kiara – Appena ho un po’ di tempo volo subito a vedere… Grazie per il link… e comunque, i tuoi sono tutt’altro che deliri… Magari fossero tutti come i tuoi, i deliri… Sarebbe questo un mondo migliore…
@ Piccola Ty – Figurati… sei tu che sei unica e speciale… non te lo dimenticare mai…
@ SRIJPB – Io non credo che tu non ti voglia allontanare da questo mondo… perché, se così fosse, non scriveresti ciò che scrivi nel tuo blog… e non lasceresti qui un commento del genere… Se non ti volessi davvero rialzare, credo che non lo leggeresti neanche, il mio blog… Io credo, viceversa, che tu abbia una pazzesca voglia di rialzarti… ma poiché hai paura che al rialzarti possa seguire un’altra ricaduta, allora cerchi di auto-convincerti che magari si può vivere anche rimanendo col culo per terra… In realtà però così non stai vivendo, stai solo osservando il tempo che passa da una prigione in cui hai deciso di esiliarti… Come hai detto giustamente tu, dipende tutto da noi… Ma è proprio perché dipende tutto da noi che abbiamo anche tutta la capacità di cambiare la situazione in meglio… Scrivi che non ce la puoi fare, ma pensaci… lo scrivi perché lo credi veramente o perché, in fondo in fondo, desideri che ci sia qualcuno che ti risponda: “Ma no, non è vero, tu ce la puoi fare benissimo, e io ti aiuterò a farlo!” ??... Io penso la seconda possibilità… ma sei tu stessa che devi dirti queste parole… e aiutarti… perché sei veramente l’unica che ce la può fare… Se devi vivere strisciando, alzati e muori combattendo…
@ LonelyAna – Ma certo che non appena posso passo dal tuo blog, stai tranquilla… Intanto ti lascio qui un abbraccio forte forte…
@ Pachucha – Sì, in certi contesti credo sia inevitabilmente necessario… Può essere due, ma per lo meno permette di aprire gli occhi… è un inizio…
@ Ana. – Grazie a te per passare di qui e leggere, e commentare… Sai, io credo che se scrivi una cosa del genere è perché hai già capito quanto vale la tua vita anche senza bisogno di toccare il fondo, perciò corri a riprendertela. Che stai aspettando, sei ancora qui a leggere??
@ Musidora – Penso che cercare del positivo in tutto quello che facciamo – sì, anche nelle cose sbagliate – sia un modo per combatter e non recriminare…
@ Vele/Ivy – Sul momento, secondo me, è impossibile accorgersene… se ci se ne accorgesse, non si arriverebbe nemmeno a toccare il fondo… Ma, hai ragione, la cosa più importante è cominciare prima o poi a risalire… per quanto possa essere dura e difficile… senza mollare…
@ Wolfie – Io penso che la nostra vita senza il DCA sarebbe stata completamente diversa… Ma non lo sapremo mai, perché tanto ormai è andata… ci siamo lasciate il bivio alle spalle, abbiamo imboccato la strada del DCA… perciò, come sarebbe stata la nostra vita se avessimo svoltato nell’altra direzione, non lo sapremo mai… Ma dato che abbiamo un’unica opportunità, e dato che comunque non possiamo non prescindere dalle scelte che abbiamo fatto, cerchiamo di viverle in maniera quanto più positiva possibile… pensando che, comunque, c’è un perché in tutte le cose, anche in quelle più sbagliate… e quello che a primo acchito può sembrare una disgrazia, magari a lungo andare ci si accorge che ci può dare una mano…
@ Aileen – Ciao, grazie per essere passata… Non ti preoccupare se non hai tempo per commentare, l’importante è che, se ti capita e passi di qui e ti va, leggi un po’… Se posso darti una mano, non mi fa che piacere… Ti abbraccio forte, tieni duro…
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