Visualizzazione post con etichetta forza di volontà. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta forza di volontà. Mostra tutti i post
venerdì 31 agosto 2012
La forza della volontà
(post liberamente ispirato ad un articolo di giornale che ho recentemente letto)
“C’è una forza motrice più potente del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà”. Lo diceva Albert Einstein, e a ragione: la forza di volontà è quella che ci consente di raggiungere i risultati maggiori nella vita e, nella fattispecie, è quella che ci consente di combattere l’anoressia giorno dopo giorno. Eppure a volte tenere duro, seguire l’ “equilibrio alimentare”, fare di tutto per evitare le ricadute, sembra così difficile… come dunque riuscirci?
Io credo che la forza di volontà sia come un muscolo: può essere rinforzata con l’allenamento. Ecco perché in questo post voglio provare a suggerirvi alcune strategie per potenziarla ed aiutare quindi il mantenimento della lotta contro l’anoressia.
1. Prendete un impegno preciso. Diversi studi scientifici dimostrano che quando le persone fissano un programma su ciò che intendono fare – dove, come e quando – hanno una probabilità 3 volte superiore di realizzare i loro propositi. Quindi, per fare un esempio semplice, fissare un “equilibrio alimentare” da seguire alla lettera funziona meglio che ripromettersi in modo generico di mangiare tutti i giorni un po’ di carboidrati, proteine, lipidi, fibre e vitamine. La progettazione può trasformare anche un compito difficile in una più maneggevole abitudine.
2. Iniziate dalle cose facili. Per allenare la vostra forza di volontà nel combattere contro l’anoressia, cominciate dagli impegni meno gravosi. Uno studio compiuto da Roy Baumeister (Florida State University), si basava sul chiedere a un gruppo di persone di concentrarsi sulla propria postura per 2 settimane: dovevano stare dritti e composti. In poco tempo, le loro prestazioni tendevano a migliorare. Quindi, allenare la forza di volontà può avere un impatto positivo: meglio partire con progetti semplici (come cercare di seguire l’ “equilibrio alimentare”) per poi passare a propositi molto faticosi (come lavorare duramente su noi stesse nella psicoterapia, per risolvere i veri problemi personali che stanno veramente alla base del proprio malessere che è sfociato nell’anoressia).
3. Procedete per gradi. Il primo passo è ovviamente sempre quello di stabilire un traguardo chiaro. Ma come raggiungerlo? Occorre porsi obiettivi graduali: è poco pratico puntare subito a un traguardo ambizioso, meglio dividere il percorso in varie tappe e porsi mete intermedie più facili da raggiungere. Così ci possiamo sentire da subito più capaci di guidare noi stesse. E non scoraggiatevi se non ci riuscite al primo tentativo: siamo umane…
4. Registrate i progressi. Appendete nella vostra cameretta un cartellone su cui annotare i vostri successi giornalieri, cioè tutti i piccoli passi avanti che siete riuscite a fare… Questo vi darà concretezza e fiducia in voi stesse. Se siete riuscite a fare qualcosa contro l’anoressia quel giorno, lo potrete fare ancora, perché vi siete dimostrate che siete capaci di farlo. Monitorare i progressi e i risultati positivi rinsalda la forza di volontà e dà una spinta positiva per continuare sulla medesima strada.
5. Non scoraggiatevi se le cose non vanno come vorreste. Degli inciampi possono capitare, sono assolutamente normali. Ciò non significa che si è incapaci di combattere contro l’anoressia, e men che meno sono sinonimo di fallimento. Anzi, dopo un inciampo è necessario rialzarsi quanto più rapidamente possibile e riprendere a combattere con più forza e determinazione di prima.
6. Stabilite priorità. Se si è deciso di combattere contro l’anoressia, non è il momento più adatto per cercare di smettere di fumare. Sicuramente fumare fa male ed è pericoloso per la salute, questo lo sanno anche i criceti morti di microcitoma, e sarà necessario smettere di farlo prima o poi… ma può essere opportuno rimandare se in questo momento state combattendo duramente contro l’anoressia, soprattutto se siete all’inizio del vostro percorso di ricovero. La forza di volontà è una risorsa limitata, perciò dev’essere utilizzata in maniera oculata: i grandi sforzi di volontà richiedono tanta energia, e questo rende più facile il cadere in tentazione. Per questo è importante stabilire delle priorità. E ora la nostra priorità è combattere contro l’anoressia.
7. Premiatevi. Quando vi accorgete di aver mosso un passo avanti, anche piccolo, concedetevi una ricompensa. “Se oggi evito di fare checking, mi comprerò quelle scarpe che mi piacciono tanto”. E’ bene stabilire un equilibrio tra fatica nel combattere contro l’anoressia e gratificazioni: se si associa a questa dura lotta qualcosa di piacevole, si renderà l’impegno un po’ meno duro.
8. Cambiate abitudini. Basta eseguire ripetutamente un comportamento per farlo diventare un’abitudine. Philippa Lally (London University College) ha chiesto ad un gruppo di volontari di mangiare sempre una mela a fine pasto, per cinque mesi di fila. Al termine del periodo, il comportamento era diventato automatico e non richiedeva più alcuno sforzo. Questo vale anche per la lotta contro l’anoressia: se si è abituate a fare, per esempio, un’eccessiva attività fisica, bisogna spezzare quest’abitudine e crearne una nuova: per esempio, impiegare il tempo normalmente dedicato all’attività fisica per guardarsi un film o per leggere un libro.
9. Pensate positivo. Concentrarsi su un obiettivo positivo funziona meglio che focalizzarsi su un risultato negativo da evitare. E’ preferibile mirare a vincere, piuttosto che temere di perdere. E’ più utile concentrarsi sulla volontà di andare verso un determinato scopo, cioè sulla motivazione di raggiungere i traguardi che noi stesse vogliamo e abbiamo deciso. Dobbiamo vedere anche ciò che inizialmente facciamo contro-voglia non come un’imposizione, ma come una tappa intermedia per raggiungere i nostri obiettivi.
10. Fate un elenco. Compilate un elenco con i vostri obiettivi nella lotta contro l’anoressia: pochi, chiari e non in conflitto tra loro. E poi passate all’azione, facendo separatamente una cosa dopo l’altra. Ma non datevi dei tempi in cui “dovete riuscire a fare quelle cose”, perché sennò se poi non ci riuscite ci starete male al pensiero degli intenti non realizzati. Viceversa, prendetevi tutto il tempo di cui sentite d’aver bisogno. Non si può pretendere di scalare una montagna in 5 minuti, ci vuole tutto il tempo necessario.
11. Coinvolgete gli altri. Gli altri esercitano innegabilmente un’influenza su di noi. Comunicare agli altri (ovviamente solo alle persone di cui vi fidate di più) la battaglia che state facendo contro l’anoressia, e chiedere loro aiuto quando siete in difficoltà, e sapere di poter contare sul loro supporto, può dare una grossa mano.
12. Non combattete i pensieri: agite. Inutile sforzarsi di non pensare a una cosa: quella ci tornerà comunque in mente. Daniel Wegner (Harvard University) l’ha dimostrato con un noto esperimento: chiese a dei volontari di non pensare ad un orso bianco… ma proprio per questo divieto nessuno riusciva a smettere di pensarci. Accidenti, mi direte allora voi, e dunque come faccio a scollarmi dalla testa tutti i pensieri che mi mette l’anoressia/la bulimia? Una soluzione c’è: se non possiamo controllare i pensieri, possiamo controllare le azioni. Se non riusciamo ad impedirci di pensare alla restrizione alimentare, possiamo almeno bloccare l’azione del restringere, ossia imporci di mangiare seguendo l’ “equilibrio alimentare”.
13. Mai dire mai. Non pensate di non potercela fare. Neanche se avete una ricaduta. Una mentalità negativa è la vostra peggiore avversaria. Non sarà oggi, non sarà domani o tra un mese o tra un anno, ma tutte – e dico tutte – abbiamo la possibilità di farcela assolutamente.
14. Fate ordine. Sembra una sciocchezza, lo so, ma provate a fare ordine. Ordine nella scrivania, in casa, nei cassetti… è più facile esercitare la nostra forza di volontà in ambienti ordinati. Se ci pensate, vale anche al computer: si lavora meglio e con più lena se i nostri files sono ordinati e ben catalogati. Il disordine può influenzare a livello subliminale il cervello e può svilire la forza di volontà.
15. Non pensate “Tanto ormai…”. Dopo una ricaduta, si è portate a mollare i propositi. Parlando, sia durante i miei ricoveri in clinica sia tramite e-mail, con ragazze affette da bulimia, mi è stato da queste spiegato che dopo uno strappo alle proprie regole alimentari, uno strappo anche piccolo (per esempio l’aver mangiato 5 biscotti anziché 3), è facile cadere nell’abbuffata, perché il pensiero che balza in testa è: “Tanto ormai ho sgarrato, quindi per oggi posso anche abbuffarmi”. Sbagliato. L’abbuffata fa più danno della trasgressione iniziale. Lo stesso vale per l’anoressia: più volte sono ricaduta proprio seguendo questo pattern erroneo. Restringevo l’alimentazione ad un pasto, e pensavo: “Tanto ormai ho ristretto, quindi tanto vale che per oggi faccia la cresta a tutto”. Sbagliato pure. Non è la singola restrizione occasionale il problema, è persistere nella restrizione che riporta indietro. Ergo: è meglio non pensare che basti un’infrazione per far fallire la nostra battaglia. Al contrario, ogni passo, anche piccolo, è la misura del nostro successo.
16. Giocate d’anticipo. Prendere una decisione in anticipo potenzia la forza di volontà e non fa trovare impreparati (e, quindi, maggiormente a rischio ricaduta). Per esempio, prima di andare ad una cena di lavoro (o ad una cena con i vostri compagni di classe, se siete ancora studentesse) è bene ripetersi frasi del tipo: “Io mangerò in maniera equilibrata, cercando di ricalcare quanto più possibile il mio “equilibrio alimentare”, a prescindere da quello che sarà servito o da quello che mangeranno gli altri”.
“C’è una forza motrice più potente del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà”. Lo diceva Albert Einstein, e a ragione: la forza di volontà è quella che ci consente di raggiungere i risultati maggiori nella vita e, nella fattispecie, è quella che ci consente di combattere l’anoressia giorno dopo giorno. Eppure a volte tenere duro, seguire l’ “equilibrio alimentare”, fare di tutto per evitare le ricadute, sembra così difficile… come dunque riuscirci?
Io credo che la forza di volontà sia come un muscolo: può essere rinforzata con l’allenamento. Ecco perché in questo post voglio provare a suggerirvi alcune strategie per potenziarla ed aiutare quindi il mantenimento della lotta contro l’anoressia.
1. Prendete un impegno preciso. Diversi studi scientifici dimostrano che quando le persone fissano un programma su ciò che intendono fare – dove, come e quando – hanno una probabilità 3 volte superiore di realizzare i loro propositi. Quindi, per fare un esempio semplice, fissare un “equilibrio alimentare” da seguire alla lettera funziona meglio che ripromettersi in modo generico di mangiare tutti i giorni un po’ di carboidrati, proteine, lipidi, fibre e vitamine. La progettazione può trasformare anche un compito difficile in una più maneggevole abitudine.
2. Iniziate dalle cose facili. Per allenare la vostra forza di volontà nel combattere contro l’anoressia, cominciate dagli impegni meno gravosi. Uno studio compiuto da Roy Baumeister (Florida State University), si basava sul chiedere a un gruppo di persone di concentrarsi sulla propria postura per 2 settimane: dovevano stare dritti e composti. In poco tempo, le loro prestazioni tendevano a migliorare. Quindi, allenare la forza di volontà può avere un impatto positivo: meglio partire con progetti semplici (come cercare di seguire l’ “equilibrio alimentare”) per poi passare a propositi molto faticosi (come lavorare duramente su noi stesse nella psicoterapia, per risolvere i veri problemi personali che stanno veramente alla base del proprio malessere che è sfociato nell’anoressia).
3. Procedete per gradi. Il primo passo è ovviamente sempre quello di stabilire un traguardo chiaro. Ma come raggiungerlo? Occorre porsi obiettivi graduali: è poco pratico puntare subito a un traguardo ambizioso, meglio dividere il percorso in varie tappe e porsi mete intermedie più facili da raggiungere. Così ci possiamo sentire da subito più capaci di guidare noi stesse. E non scoraggiatevi se non ci riuscite al primo tentativo: siamo umane…
4. Registrate i progressi. Appendete nella vostra cameretta un cartellone su cui annotare i vostri successi giornalieri, cioè tutti i piccoli passi avanti che siete riuscite a fare… Questo vi darà concretezza e fiducia in voi stesse. Se siete riuscite a fare qualcosa contro l’anoressia quel giorno, lo potrete fare ancora, perché vi siete dimostrate che siete capaci di farlo. Monitorare i progressi e i risultati positivi rinsalda la forza di volontà e dà una spinta positiva per continuare sulla medesima strada.
5. Non scoraggiatevi se le cose non vanno come vorreste. Degli inciampi possono capitare, sono assolutamente normali. Ciò non significa che si è incapaci di combattere contro l’anoressia, e men che meno sono sinonimo di fallimento. Anzi, dopo un inciampo è necessario rialzarsi quanto più rapidamente possibile e riprendere a combattere con più forza e determinazione di prima.
6. Stabilite priorità. Se si è deciso di combattere contro l’anoressia, non è il momento più adatto per cercare di smettere di fumare. Sicuramente fumare fa male ed è pericoloso per la salute, questo lo sanno anche i criceti morti di microcitoma, e sarà necessario smettere di farlo prima o poi… ma può essere opportuno rimandare se in questo momento state combattendo duramente contro l’anoressia, soprattutto se siete all’inizio del vostro percorso di ricovero. La forza di volontà è una risorsa limitata, perciò dev’essere utilizzata in maniera oculata: i grandi sforzi di volontà richiedono tanta energia, e questo rende più facile il cadere in tentazione. Per questo è importante stabilire delle priorità. E ora la nostra priorità è combattere contro l’anoressia.
7. Premiatevi. Quando vi accorgete di aver mosso un passo avanti, anche piccolo, concedetevi una ricompensa. “Se oggi evito di fare checking, mi comprerò quelle scarpe che mi piacciono tanto”. E’ bene stabilire un equilibrio tra fatica nel combattere contro l’anoressia e gratificazioni: se si associa a questa dura lotta qualcosa di piacevole, si renderà l’impegno un po’ meno duro.
8. Cambiate abitudini. Basta eseguire ripetutamente un comportamento per farlo diventare un’abitudine. Philippa Lally (London University College) ha chiesto ad un gruppo di volontari di mangiare sempre una mela a fine pasto, per cinque mesi di fila. Al termine del periodo, il comportamento era diventato automatico e non richiedeva più alcuno sforzo. Questo vale anche per la lotta contro l’anoressia: se si è abituate a fare, per esempio, un’eccessiva attività fisica, bisogna spezzare quest’abitudine e crearne una nuova: per esempio, impiegare il tempo normalmente dedicato all’attività fisica per guardarsi un film o per leggere un libro.
9. Pensate positivo. Concentrarsi su un obiettivo positivo funziona meglio che focalizzarsi su un risultato negativo da evitare. E’ preferibile mirare a vincere, piuttosto che temere di perdere. E’ più utile concentrarsi sulla volontà di andare verso un determinato scopo, cioè sulla motivazione di raggiungere i traguardi che noi stesse vogliamo e abbiamo deciso. Dobbiamo vedere anche ciò che inizialmente facciamo contro-voglia non come un’imposizione, ma come una tappa intermedia per raggiungere i nostri obiettivi.
10. Fate un elenco. Compilate un elenco con i vostri obiettivi nella lotta contro l’anoressia: pochi, chiari e non in conflitto tra loro. E poi passate all’azione, facendo separatamente una cosa dopo l’altra. Ma non datevi dei tempi in cui “dovete riuscire a fare quelle cose”, perché sennò se poi non ci riuscite ci starete male al pensiero degli intenti non realizzati. Viceversa, prendetevi tutto il tempo di cui sentite d’aver bisogno. Non si può pretendere di scalare una montagna in 5 minuti, ci vuole tutto il tempo necessario.
11. Coinvolgete gli altri. Gli altri esercitano innegabilmente un’influenza su di noi. Comunicare agli altri (ovviamente solo alle persone di cui vi fidate di più) la battaglia che state facendo contro l’anoressia, e chiedere loro aiuto quando siete in difficoltà, e sapere di poter contare sul loro supporto, può dare una grossa mano.
12. Non combattete i pensieri: agite. Inutile sforzarsi di non pensare a una cosa: quella ci tornerà comunque in mente. Daniel Wegner (Harvard University) l’ha dimostrato con un noto esperimento: chiese a dei volontari di non pensare ad un orso bianco… ma proprio per questo divieto nessuno riusciva a smettere di pensarci. Accidenti, mi direte allora voi, e dunque come faccio a scollarmi dalla testa tutti i pensieri che mi mette l’anoressia/la bulimia? Una soluzione c’è: se non possiamo controllare i pensieri, possiamo controllare le azioni. Se non riusciamo ad impedirci di pensare alla restrizione alimentare, possiamo almeno bloccare l’azione del restringere, ossia imporci di mangiare seguendo l’ “equilibrio alimentare”.
13. Mai dire mai. Non pensate di non potercela fare. Neanche se avete una ricaduta. Una mentalità negativa è la vostra peggiore avversaria. Non sarà oggi, non sarà domani o tra un mese o tra un anno, ma tutte – e dico tutte – abbiamo la possibilità di farcela assolutamente.
14. Fate ordine. Sembra una sciocchezza, lo so, ma provate a fare ordine. Ordine nella scrivania, in casa, nei cassetti… è più facile esercitare la nostra forza di volontà in ambienti ordinati. Se ci pensate, vale anche al computer: si lavora meglio e con più lena se i nostri files sono ordinati e ben catalogati. Il disordine può influenzare a livello subliminale il cervello e può svilire la forza di volontà.
15. Non pensate “Tanto ormai…”. Dopo una ricaduta, si è portate a mollare i propositi. Parlando, sia durante i miei ricoveri in clinica sia tramite e-mail, con ragazze affette da bulimia, mi è stato da queste spiegato che dopo uno strappo alle proprie regole alimentari, uno strappo anche piccolo (per esempio l’aver mangiato 5 biscotti anziché 3), è facile cadere nell’abbuffata, perché il pensiero che balza in testa è: “Tanto ormai ho sgarrato, quindi per oggi posso anche abbuffarmi”. Sbagliato. L’abbuffata fa più danno della trasgressione iniziale. Lo stesso vale per l’anoressia: più volte sono ricaduta proprio seguendo questo pattern erroneo. Restringevo l’alimentazione ad un pasto, e pensavo: “Tanto ormai ho ristretto, quindi tanto vale che per oggi faccia la cresta a tutto”. Sbagliato pure. Non è la singola restrizione occasionale il problema, è persistere nella restrizione che riporta indietro. Ergo: è meglio non pensare che basti un’infrazione per far fallire la nostra battaglia. Al contrario, ogni passo, anche piccolo, è la misura del nostro successo.
16. Giocate d’anticipo. Prendere una decisione in anticipo potenzia la forza di volontà e non fa trovare impreparati (e, quindi, maggiormente a rischio ricaduta). Per esempio, prima di andare ad una cena di lavoro (o ad una cena con i vostri compagni di classe, se siete ancora studentesse) è bene ripetersi frasi del tipo: “Io mangerò in maniera equilibrata, cercando di ricalcare quanto più possibile il mio “equilibrio alimentare”, a prescindere da quello che sarà servito o da quello che mangeranno gli altri”.
Etichette:
anoressia,
auto-aiuto,
autocontrollo,
Baumeister,
bulimia,
combattere,
consigli,
dca,
Einstein,
esperimenti scientifici,
forza di volontà,
Lally,
no pro-ana,
ricovero,
suggerimenti,
Wegner
venerdì 30 dicembre 2011
Per Lucy May - Buon 2012...
Per finire in bellezza questo 2011, ed iniziare il 2012 in positività, ho incontrato Lucy May.
E perciò, Lucy May, questo post è per te.
Perché si arriva ad un punto in cui capisci che altro non puoi fare. Nient’altro, tranne continuare a combattere contro l’anoressia. Quello che dovevi dire l'hai detto. Veramente, anche quello che non dovevi dire. Ma, Lucy May, sbagliare è umano. E anche aver paura, sentirsi in ansia, pensare di non farcela… tutto questo fa parte del nostro percorso. Sono stata così felice di poter passare un po’ di tempo con te, anche se temo che tu abbia visto in me molto più di quella che io sento di essere. Ma forse è normale che sia così.
Non è mai facile avere a che fare con una persona che ha un DCA, e questo lo sai bene anche tu. Non è facile per gli “esterni”, e a volte neanche per chi l’ha vissuta sulla propria pelle. Ma volevo solo dirti che per me il tuo abbraccio e il tuo sorriso valevano più di quanto si possa esprimere a parole.
Ti penso. Ti scrivo. Condividiamo. Combattiamo insieme. A volte va meglio, altre va peggio, e ci sentiamo come se fosse tutto come prima. Ma in realtà qualcosa cambia sempre.
Sono stata davvero felice di poterti parlare faccia a faccia, di poterti tenere per mano. Sei veramente unica e meravigliosa per me. Ti svaluti un sacco, eppure sei sempre te, quella speciale. Impulsiva, sorridente, silenziosa, dolce, forte, fragile, semplice, sensibile, diretta, viva e coraggiosa. Sai vivere. Tu pensi di no, ma io ti dico di sì, sai vivere. Non so da chi l'hai imparato. Che non si decide di essere così. Hai quella capacità d'incantare con le tue parole e il tuo alone di mistero tipica delle persone speciali. Dovresti vederti quando parli, quando gesticoli. Sei fatta per attirare l'attenzione. Brilli. Credo che, in fondo in fondo, sia uno dei tuoi scopi, temuti ed agognati.
Mi hai detto che hai avuto la sensazione di poter imparare tante cose da me. Ma arrivate a questo punto, sono io quella che ha imparato di più da te. Sono felicissima ed orgogliosa di averti come amica. Non vedo l’ora di poterti riabbracciare. Ti voglio un bene dell'anima.
E per questo nuovo anno che sta per cominciare, ti auguro (e auguro a tutte voi, ragazze) sogni a non finire, e la voglia di mettercela tutta per realizzarne qualcuno. Auguro di amare ciò che si deve amare, e di dimenticare ciò che si deve dimenticare. Auguro forza, coraggio, passioni, silenzi, un raggio di sole al risveglio e un sorriso sincero sulle labbra. Auguro di resistere alle mille e poi mille difficoltà quotidiane, e di rialzarsi dopo ogni caduta. Auguro soprattutto di essere sempre e solo noi stesse…
P.S.= Se vi va, date un’occhiata a QUESTO POST che ho trovato su un blog… Credo che troverete il post e la mia risposta alquanto interessanti… E se qualcuna vuole aggiungere al mio il proprio commento… ^__^”
E perciò, Lucy May, questo post è per te.
Perché si arriva ad un punto in cui capisci che altro non puoi fare. Nient’altro, tranne continuare a combattere contro l’anoressia. Quello che dovevi dire l'hai detto. Veramente, anche quello che non dovevi dire. Ma, Lucy May, sbagliare è umano. E anche aver paura, sentirsi in ansia, pensare di non farcela… tutto questo fa parte del nostro percorso. Sono stata così felice di poter passare un po’ di tempo con te, anche se temo che tu abbia visto in me molto più di quella che io sento di essere. Ma forse è normale che sia così.
Non è mai facile avere a che fare con una persona che ha un DCA, e questo lo sai bene anche tu. Non è facile per gli “esterni”, e a volte neanche per chi l’ha vissuta sulla propria pelle. Ma volevo solo dirti che per me il tuo abbraccio e il tuo sorriso valevano più di quanto si possa esprimere a parole.
Ti penso. Ti scrivo. Condividiamo. Combattiamo insieme. A volte va meglio, altre va peggio, e ci sentiamo come se fosse tutto come prima. Ma in realtà qualcosa cambia sempre.
Sono stata davvero felice di poterti parlare faccia a faccia, di poterti tenere per mano. Sei veramente unica e meravigliosa per me. Ti svaluti un sacco, eppure sei sempre te, quella speciale. Impulsiva, sorridente, silenziosa, dolce, forte, fragile, semplice, sensibile, diretta, viva e coraggiosa. Sai vivere. Tu pensi di no, ma io ti dico di sì, sai vivere. Non so da chi l'hai imparato. Che non si decide di essere così. Hai quella capacità d'incantare con le tue parole e il tuo alone di mistero tipica delle persone speciali. Dovresti vederti quando parli, quando gesticoli. Sei fatta per attirare l'attenzione. Brilli. Credo che, in fondo in fondo, sia uno dei tuoi scopi, temuti ed agognati.
Mi hai detto che hai avuto la sensazione di poter imparare tante cose da me. Ma arrivate a questo punto, sono io quella che ha imparato di più da te. Sono felicissima ed orgogliosa di averti come amica. Non vedo l’ora di poterti riabbracciare. Ti voglio un bene dell'anima.
E per questo nuovo anno che sta per cominciare, ti auguro (e auguro a tutte voi, ragazze) sogni a non finire, e la voglia di mettercela tutta per realizzarne qualcuno. Auguro di amare ciò che si deve amare, e di dimenticare ciò che si deve dimenticare. Auguro forza, coraggio, passioni, silenzi, un raggio di sole al risveglio e un sorriso sincero sulle labbra. Auguro di resistere alle mille e poi mille difficoltà quotidiane, e di rialzarsi dopo ogni caduta. Auguro soprattutto di essere sempre e solo noi stesse…
P.S.= Se vi va, date un’occhiata a QUESTO POST che ho trovato su un blog… Credo che troverete il post e la mia risposta alquanto interessanti… E se qualcuna vuole aggiungere al mio il proprio commento… ^__^”
Etichette:
amicizia,
anoressia,
binge,
bulimia,
combattere insieme,
dca,
forza,
forza di volontà,
incontro,
Lucy May,
no pro-ana,
no thinspo,
ricovero,
unione,
Veggie
lunedì 1 novembre 2010
D & R su una strada difficile
Domanda: Quale forma mentis deve avere una persona che vuole iniziare un percorso di ricovero dall’anoressia?
Risposta: La mentalità di una persona che vuole iniziare un percorso di ricovero è quella di chi è disposto a fare qualsiasi cosa pur di lottare contro l’anoressia. La forma mentis è quella della determinazione, del coraggio, della forza di volontà e della speranza.
Non posiamo ovviamente essere sempre dei pilastri di forza – soprattutto nella nostra testa – ma questo non significa che non abbiamo sempre e comunque la ferma decisione di stare meglio. Se volete veramente iniziare un percorso di ricovero, è totalmente nelle vostre possibilità il farlo. E se avete la convinzione e la speranza che combattere contro l’anoressia sia possibile, la lotta sta aspettando solo voi. Tutto sta nella vostra forza di volontà. Assolutamente tutto. Comprendete innanzitutto e soprattutto questo, ed avrete fatto già il primo passo. È un passo mentale, certo, ma è un passo ESTREMAMENTE importante e significativo.
Perché se provate a camminare su una scala, e il primo e l’ultimo scalino mancano, continuerete a vacillare per sempre… o, peggio ancora, potrete scivolare e cadere facendovi ancora più male.
Per prima cosa, predisponetevi al ricovero mentalmente. Interiorizzate il fatto che è una cosa che avete tutta la possibilità di fare, se solo lo volete. E iniziate con tutta la vostra determinazione a percorrere questa strada difficile. Ma non provateci nemmeno se anche solo in un lontano recesso della vostra mente o del vostro cuore pensate che sia impossibile. Perché in questo modo non arriverete da nessuna parte. Continuerete a urtare contro i posti di blocco.
Ciò ovviamente non significa che la strada del ricovero sia priva di ostacoli anche se avete la giusta mentalità. La strada del ricovero è difficilissima in ogni caso, su questo non ci sono dubbi, ma ciò non significa che non possiate attraversarla – significa solo che dovete essere preparate alle difficoltà che inevitabilmente incontrerete, e pronte a superare ogni ostacolo con il vostro coraggio, la vostra grinta e la vostra voglia di farcela.
E poi… bè, lo sapete cosa succede quando si arriva alla fine di una strada difficile, dura, accidentata e in terribile salita: la vista da lassù è molto migliore…
Risposta: La mentalità di una persona che vuole iniziare un percorso di ricovero è quella di chi è disposto a fare qualsiasi cosa pur di lottare contro l’anoressia. La forma mentis è quella della determinazione, del coraggio, della forza di volontà e della speranza.
Non posiamo ovviamente essere sempre dei pilastri di forza – soprattutto nella nostra testa – ma questo non significa che non abbiamo sempre e comunque la ferma decisione di stare meglio. Se volete veramente iniziare un percorso di ricovero, è totalmente nelle vostre possibilità il farlo. E se avete la convinzione e la speranza che combattere contro l’anoressia sia possibile, la lotta sta aspettando solo voi. Tutto sta nella vostra forza di volontà. Assolutamente tutto. Comprendete innanzitutto e soprattutto questo, ed avrete fatto già il primo passo. È un passo mentale, certo, ma è un passo ESTREMAMENTE importante e significativo.
Perché se provate a camminare su una scala, e il primo e l’ultimo scalino mancano, continuerete a vacillare per sempre… o, peggio ancora, potrete scivolare e cadere facendovi ancora più male.
Per prima cosa, predisponetevi al ricovero mentalmente. Interiorizzate il fatto che è una cosa che avete tutta la possibilità di fare, se solo lo volete. E iniziate con tutta la vostra determinazione a percorrere questa strada difficile. Ma non provateci nemmeno se anche solo in un lontano recesso della vostra mente o del vostro cuore pensate che sia impossibile. Perché in questo modo non arriverete da nessuna parte. Continuerete a urtare contro i posti di blocco.
Ciò ovviamente non significa che la strada del ricovero sia priva di ostacoli anche se avete la giusta mentalità. La strada del ricovero è difficilissima in ogni caso, su questo non ci sono dubbi, ma ciò non significa che non possiate attraversarla – significa solo che dovete essere preparate alle difficoltà che inevitabilmente incontrerete, e pronte a superare ogni ostacolo con il vostro coraggio, la vostra grinta e la vostra voglia di farcela.
E poi… bè, lo sapete cosa succede quando si arriva alla fine di una strada difficile, dura, accidentata e in terribile salita: la vista da lassù è molto migliore…
Etichette:
anoressia,
bulimia,
combattere,
coraggio,
dca,
determinazione,
disordini alimentari,
domanda,
forza di volontà,
grinta,
mentalità,
no pro-ana,
ricovero,
risposta,
speranza,
strada
martedì 18 novembre 2008
Tenere a bada
Forse una delle cose più difficili da fare è proprio tenere a bada i disturbi alimentari. Anche quando non state adottando comportamenti disfunzionali, sembra sempre che i DCA stiano in agguato, non è vero?! È come se stessero aspettando… guardando… chiedendosi quando commetterete il primo passo falso, in maniera tale da poter di nuovo avere la meglio su di voi. E non è affatto facile continuare a perseguire la strada del ricovero quando si ha la sensazione che anche una sola mossa sbagliata potrebbe far ricominciare tutto da capo. Non aiuta affatto. Il problema è che le cose stanno davvero così.
Ma ciò non significa che poiché le cose adesso sono così, allora dovranno esserlo per sempre. Voi potete cambiarle. Voi potete tenere a bada i DCA. Certo, non è una cosa immediata. Occorrerà un po’ di tempo – forse un sacco di tempo – ma potrete farcela.
La prima cosa che dovete ricordare è che (per quanto possa sembrarvi vero o meno) voi avete il controllo. Voi. Non i DCA. Voi.
Certo, i disturbi alimentari sono un qualcosa di estremamente potente. Richiede una marea di forza di volontà rompere il circolo vizioso. Ma una volta che l’avrete fatto, sarà tutto nelle vostre mani. E potrete schiacciarlo.
Ricordate che, quando eravate bambine, coglievate i soffioni, li avvicinavate alle labbra, e soffiavate? Tutti i “pelini” bianchi fluttuavano via nella brezza. E tutto quello che rimaneva nelle vostre mani non era che lo stelo.

Bene, adesso immaginate il vostro disturbo alimentare come se fosse un soffione. Grande, complesso, intricato, ricco di migliaia di “pelini” bianchi. Voi lo tenete in mano. Voi avete la forza di volontà. Voi avete il controllo. Potete soffiare. Soffiate più forte che potete. E guardate come i “pelini” bianchi si disperdono nel vento. Il passato è andato. Quel che è rimasto è il futuro. E uno stelo. Uno stelo – ciò che ha originato il disturbo alimentare – che rimarrà sempre, perché nessuna può fuggire da se stessa, ma che potrà essere a questo punto utilizzato come memoria, per ricordarci di ciò che è stato e che non dovrà essere nuovamente.
Il trucco per tenere a bada i disturbi alimentari – oltre ovviamente a ricordare che VOI e solo voi avete il controllo – consiste anche nel cercare qualcuno che possa aiutarvi a combattere. Nessuno ha mai vinto una guerra da solo. Può trattarsi di un terapeuta, di un genitore, di un’amica… chiunque. Un punto di riferimento, una spalla su cui piangere. Perché davvero non c’è niente di male nel farlo. Non è debole chi chiede aiuto, perché non c’è niente che richieda più coraggio del domandare aiuto. Per ammettere di essere in difficoltà ed accettare una mano, ci vuole tanto, tanto coraggio. E anche per combattere l’idea che ci trattiene dal domandare aiuto, ovvero: e se chiedo e mi viene detto di no? – perché abbiamo in realtà l’implicita convinzione di non meritare questo supporto, che a nessuno interessi abbastanza o comunque abbastanza a lungo di noi per darci veramente una mano. Ma non è vero. Qualcuno c’è. Perciò, se avete bisogno d’aiuto, chiedete sempre. Potreste trovarlo.
E, oltre a trovare qualcuno, può essere importante anche trovare qualcosa. Pensate a una cosa che vi piace. Una cosa che vi piace veramente e profondamente, voglio dire, di qualsiasi genere essa sia. Potrebbe essere disegnare. Andare in bici. Suonare il pianoforte. Fare un giro in auto con lo stereo a tutto volume. Di qualsiasi cosa si tratti, usatela come un’arma in vostro favore. Usatela come se fosse una parte di voi. E quando sentite che la vita si fa difficile, che state per cedere, concedetevi quella cosa.
Non succederà niente di male.
Presto starete meglio.
E più volte lo farete, più facile sarà combattere il vostro disturbo alimentare. Può sembrare un obiettivo distante e irraggiungibile… ma se cominciate a camminare, la meta sarà più vicina ad ogni passo. Certo, dovete volerlo veramente. E metterci tutte voi stesse, quando le cose vanno bene e soprattutto quando le cose vanno male. È l’unico modo per sopraffare i disturbi alimentari. È l’unico modo per sopravvivere.
Avete già tutte le armi che vi sono necessarie. Usatele.
Ma ciò non significa che poiché le cose adesso sono così, allora dovranno esserlo per sempre. Voi potete cambiarle. Voi potete tenere a bada i DCA. Certo, non è una cosa immediata. Occorrerà un po’ di tempo – forse un sacco di tempo – ma potrete farcela.
La prima cosa che dovete ricordare è che (per quanto possa sembrarvi vero o meno) voi avete il controllo. Voi. Non i DCA. Voi.
Certo, i disturbi alimentari sono un qualcosa di estremamente potente. Richiede una marea di forza di volontà rompere il circolo vizioso. Ma una volta che l’avrete fatto, sarà tutto nelle vostre mani. E potrete schiacciarlo.
Ricordate che, quando eravate bambine, coglievate i soffioni, li avvicinavate alle labbra, e soffiavate? Tutti i “pelini” bianchi fluttuavano via nella brezza. E tutto quello che rimaneva nelle vostre mani non era che lo stelo.

Bene, adesso immaginate il vostro disturbo alimentare come se fosse un soffione. Grande, complesso, intricato, ricco di migliaia di “pelini” bianchi. Voi lo tenete in mano. Voi avete la forza di volontà. Voi avete il controllo. Potete soffiare. Soffiate più forte che potete. E guardate come i “pelini” bianchi si disperdono nel vento. Il passato è andato. Quel che è rimasto è il futuro. E uno stelo. Uno stelo – ciò che ha originato il disturbo alimentare – che rimarrà sempre, perché nessuna può fuggire da se stessa, ma che potrà essere a questo punto utilizzato come memoria, per ricordarci di ciò che è stato e che non dovrà essere nuovamente.
Il trucco per tenere a bada i disturbi alimentari – oltre ovviamente a ricordare che VOI e solo voi avete il controllo – consiste anche nel cercare qualcuno che possa aiutarvi a combattere. Nessuno ha mai vinto una guerra da solo. Può trattarsi di un terapeuta, di un genitore, di un’amica… chiunque. Un punto di riferimento, una spalla su cui piangere. Perché davvero non c’è niente di male nel farlo. Non è debole chi chiede aiuto, perché non c’è niente che richieda più coraggio del domandare aiuto. Per ammettere di essere in difficoltà ed accettare una mano, ci vuole tanto, tanto coraggio. E anche per combattere l’idea che ci trattiene dal domandare aiuto, ovvero: e se chiedo e mi viene detto di no? – perché abbiamo in realtà l’implicita convinzione di non meritare questo supporto, che a nessuno interessi abbastanza o comunque abbastanza a lungo di noi per darci veramente una mano. Ma non è vero. Qualcuno c’è. Perciò, se avete bisogno d’aiuto, chiedete sempre. Potreste trovarlo.
E, oltre a trovare qualcuno, può essere importante anche trovare qualcosa. Pensate a una cosa che vi piace. Una cosa che vi piace veramente e profondamente, voglio dire, di qualsiasi genere essa sia. Potrebbe essere disegnare. Andare in bici. Suonare il pianoforte. Fare un giro in auto con lo stereo a tutto volume. Di qualsiasi cosa si tratti, usatela come un’arma in vostro favore. Usatela come se fosse una parte di voi. E quando sentite che la vita si fa difficile, che state per cedere, concedetevi quella cosa.
Non succederà niente di male.
Presto starete meglio.
E più volte lo farete, più facile sarà combattere il vostro disturbo alimentare. Può sembrare un obiettivo distante e irraggiungibile… ma se cominciate a camminare, la meta sarà più vicina ad ogni passo. Certo, dovete volerlo veramente. E metterci tutte voi stesse, quando le cose vanno bene e soprattutto quando le cose vanno male. È l’unico modo per sopraffare i disturbi alimentari. È l’unico modo per sopravvivere.
Avete già tutte le armi che vi sono necessarie. Usatele.
Etichette:
aiuto,
anoressia,
armi,
autostima,
bulimia,
combattimento,
coraggio,
dca,
disturbi alimentari,
forza di volontà,
lotta,
no pro-ana,
ricovero,
soffione,
supporto,
tecniche
Iscriviti a:
Post (Atom)