lunedì 29 settembre 2008
A proposito...
… di quello che ho postato ieri mattina.
La ragione per cui l’ho fatto, fondamentalmente, è perché volevo voi sapeste che non siete sole. Che so come ci si sente perché ci sono passata anch’io… e a volte ci passo tuttora. Lo so che ferisce… lo so che fa pensare di essere matte… lo so che fa venir voglia di urlare anche se poi restiamo in silenzio… lo so che fa star male… lo so che fa venire voglia di piangere… ma dentro di voi c’è la forza per uscirne. Se lo volete veramente, c’è sempre una via d’uscita. E spero, anche se in piccolissima parte, di aiutarvi a trovarla con le mie parole. Con le parole del mio post di ieri.
Perché la ragazza che circa tre anni fa scrisse quelle parole, era decisamente sprofondata in un buco nero… e nessuno poteva lanciarle una corda, perché lei era troppo debole per issarsi. E nessuno poteva allungarle una mano, perché loro non erano forti abbastanza da tirarla su. E, soprattutto, in nessun modo poteva essere fatto qualcosa per farla uscire, perché lei per prima non era del tutto sicura di volerne uscire. Paradossalmente, anche se quel buco era nero e scomodo e freddo, era l’unica cosa che conosceva, l’unica cosa che le era familiare, che le dava sicurezza. Perciò, in fin dei conti, uscirne la terrorizzava. Così quella ragazza trascorreva la giornata in quel buco, studiava in quel buco, restringeva in quel buco, faceva sport in quel buco… viveva in quel buco. E in quel buco soffriva quando gli altri la guardavano con aria preoccupata senza sapere cosa fare per lei. E in quel buco si sentiva in colpa per tutto quello che poteva sentirsi in colpa e soprattutto per non avere la forza di cambiare la situazione.
Non sono arrivati angeli. Non ci sono stati miracoli. Tutto solo un lavoro di unghie e di denti. Unghie che si sono spezzate, e conseguenti ricadute verso il fondo, e poi di nuovo verso l’alto, un’arrampicata che sto ancora compiendo. E adesso che non sono più così sul fondo, comincio ad intravedere raggi di luce. Non è rapido, non è facile, non è indolore. Si tratta di fare una scelta e di mettere tutta la propria determinazione per seguirla fino in fondo. Si tratta di trovare i mezzi giusti e di usarli: mezzi che sono dentro ognuna di voi, basta solo cercarli. La rabbia c’è sempre, ma possiamo decidere come usarla: rivolgendola contro noi stesse e proseguendo un’infinita opera di decostruzione-ricostruzione-decostruzione, oppure buttandola all’esterno e trasformandola in determinazione e forza per proseguire l’arrampicata.
Era tutto nelle mani di quella ragazza. Gli altri potevano farle di contorno, ma solo lei poteva decidere per la sua vita. Doveva usare ogni mezzo, dare fondo a tutta se stessa. Tutta la sua rabbia, la sua determinazione, la sua disperazione, la sua onestà, la sua sopportazione, la sua capacità di reagire, la sua volontà, la sua forza. Dopotutto, quel buco era veramente molto profondo.
Perciò, adesso che riesco a vedere raggi di luce, continuo a mettercela tutta per raggiungere la cima. Fallirò? Cadrò nuovamente verso il basso? O riuscirò ad uscirne una volta per tutte? Sicuramente, continuo la mia battaglia infinita. E, si sa, di questo sono convinta, combattere è già una vittoria.
Un abbraccio forte forte a tutte quante…
La ragione per cui l’ho fatto, fondamentalmente, è perché volevo voi sapeste che non siete sole. Che so come ci si sente perché ci sono passata anch’io… e a volte ci passo tuttora. Lo so che ferisce… lo so che fa pensare di essere matte… lo so che fa venir voglia di urlare anche se poi restiamo in silenzio… lo so che fa star male… lo so che fa venire voglia di piangere… ma dentro di voi c’è la forza per uscirne. Se lo volete veramente, c’è sempre una via d’uscita. E spero, anche se in piccolissima parte, di aiutarvi a trovarla con le mie parole. Con le parole del mio post di ieri.
Perché la ragazza che circa tre anni fa scrisse quelle parole, era decisamente sprofondata in un buco nero… e nessuno poteva lanciarle una corda, perché lei era troppo debole per issarsi. E nessuno poteva allungarle una mano, perché loro non erano forti abbastanza da tirarla su. E, soprattutto, in nessun modo poteva essere fatto qualcosa per farla uscire, perché lei per prima non era del tutto sicura di volerne uscire. Paradossalmente, anche se quel buco era nero e scomodo e freddo, era l’unica cosa che conosceva, l’unica cosa che le era familiare, che le dava sicurezza. Perciò, in fin dei conti, uscirne la terrorizzava. Così quella ragazza trascorreva la giornata in quel buco, studiava in quel buco, restringeva in quel buco, faceva sport in quel buco… viveva in quel buco. E in quel buco soffriva quando gli altri la guardavano con aria preoccupata senza sapere cosa fare per lei. E in quel buco si sentiva in colpa per tutto quello che poteva sentirsi in colpa e soprattutto per non avere la forza di cambiare la situazione.
Non sono arrivati angeli. Non ci sono stati miracoli. Tutto solo un lavoro di unghie e di denti. Unghie che si sono spezzate, e conseguenti ricadute verso il fondo, e poi di nuovo verso l’alto, un’arrampicata che sto ancora compiendo. E adesso che non sono più così sul fondo, comincio ad intravedere raggi di luce. Non è rapido, non è facile, non è indolore. Si tratta di fare una scelta e di mettere tutta la propria determinazione per seguirla fino in fondo. Si tratta di trovare i mezzi giusti e di usarli: mezzi che sono dentro ognuna di voi, basta solo cercarli. La rabbia c’è sempre, ma possiamo decidere come usarla: rivolgendola contro noi stesse e proseguendo un’infinita opera di decostruzione-ricostruzione-decostruzione, oppure buttandola all’esterno e trasformandola in determinazione e forza per proseguire l’arrampicata.
Era tutto nelle mani di quella ragazza. Gli altri potevano farle di contorno, ma solo lei poteva decidere per la sua vita. Doveva usare ogni mezzo, dare fondo a tutta se stessa. Tutta la sua rabbia, la sua determinazione, la sua disperazione, la sua onestà, la sua sopportazione, la sua capacità di reagire, la sua volontà, la sua forza. Dopotutto, quel buco era veramente molto profondo.
Perciò, adesso che riesco a vedere raggi di luce, continuo a mettercela tutta per raggiungere la cima. Fallirò? Cadrò nuovamente verso il basso? O riuscirò ad uscirne una volta per tutte? Sicuramente, continuo la mia battaglia infinita. E, si sa, di questo sono convinta, combattere è già una vittoria.
Un abbraccio forte forte a tutte quante…
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12 commenti:
Se continui a combattere e crederci fino in fondo un giorno guarderai dall'alto il buco nero dove sei caduta. Io sono con te, ad ogni tua battaglia cerca di concentrarti solo sulla vittoria e vedrai ... ne sono convinta vincerai!
un abbraccio
Clelia
Sono qui, che ti aspetto fuori dal buco nero... Mi siedo e aspetto... E tu arriverai...
Aver scelto di aiutare altre persone a superare lo stesso problema è un atto di forza e coraggio grande.
Qualche caduta è dolorosamente necessaria per ritrovare le motivazioni. L'importante è continuare incessantemente a risalire.
Sapendo che non sei sola, anche se, come scrivi, per poter afferrare le braccia tese dagli altri devi essere tu, alla fine, a trovare l'energia necessaria dentro di te.
Ciao oo
grazie per essere passata!!!
ti metto nei miei blog preferiti si sa mai, più persone leggono il tuo blog meglio è!!!
a proposito, anche io ho passato un brutto periodo (il mio "buco" non era nero come il tuo) e fare dei lavori manuali e vedere le mie piccole creature, sapere che sapevo fare qualcosa mi ha aiutato molto! Ora ho una bellissima famiglia, ho imparato ad accettare quella vecchia e tra alti e bassi ho imparato a contare su me stessa perdonandomi gli sbagli, perchè sarà una frase fatta ma NESSUNO E' PERFETTO! e sono felice della mia imperfezione perchè di angeli eterei e perfetti (sarà) ce nè fin troppi!!!
Baci roccia
Cri
Mi è molto di aiuto il tuo blog. Ti capisco perfettamente. Da questa malattia in realtà non si guarisce mai. Stringi i denti cara Veggie!
"...nascerà un nuovo mondo, gentile imperfetto, ma immune da tutto"!
ciao
Secondo me ce la farai. Si legge in ogni parola, che ce la farai. Quando e come non lo so, ma ne sono certa. La tua determinazione è grande...come la tua forza.
@ Clelia - Grazie per il tuo supporto... non sai quanto è importante per me... Continuo a combattere anche per te!
@ Duccia - Rimani. Ti prego, rimani.
@ Alfa - Grazie per le tue parole... hai perfettamente ragione... La cosa negativa è che solo se ci si crede e lo si vuole veramente è possibile farcela... e la cosa positiva è che solo se ci si crede e lo si vuole veramente è possibile farcela... ^_^
@ Cristina - Grazie mille per le tue parole e per il link... Sono felice di leggere che le cose ti stanno finalmente andando meglio, e spero che continui a camminare lungo la strada della luce... Sii felice della tua imperfezione, sei perfetta già solo perchè sei te stessa!
@ Fenicia - Mi hai scritto una cosa bellissima, GRAZIE... Stringi i denti anche tu... e continua a passare di qua... perchè spero proprio di poter continuare ad esserti d'aiuto...
Un abbraccio forte...
@ Johnny says -
Splendido amore
splendido perchè
mi condanni a rimanere in vita,là dove vita non c'è...
... che è esattamente per l'anoressia!
@ Perfettamai - E ce la farai anche tu... ce la faremo tutte... continuiamo a lottare insieme!!
E' vero continuare a combattere è già una grande vittoria.
Grazie di essere passata nel mio blog :-)
Ti ho aggiunta nei miei link spero ti faccia piacere.
Ciao ciao
@ Stella - Altrochè se mi fa piacere! ^_^ Grazie anche a te per essere qui...
io ti auguro di essere più fortunata di me, io ci ho provato ad aiutare ma è come un muro di gomma.
Ci vuole tanta forza, e per quanto io avessi voluto trasformare qualcosa di negativo in positivo nell'aiutare gli altri, non avevo più energie da dedicare.
in bocca al lupo
Plate
http://ilcuoretralemani.splinder.com/
@ Plate - Io credo, invece, che tu possa fare molto... per gli altri, ma soprattutto per te stessa...
Se solo non ti arrendi...
Perchè, è vero, se un muro è di gomma, ci si rimbalza contro e si rischia di farsi male nel rimpallo... e allora, si possono solo fare 2 cose: o si smette di andare contro a quel muro, nel qual caso ci si risparmia forse un piccolo dolore, ma probabilmente a costo di averne uno più grande in futuro; o si continua ad andarci contro, perchè la gomma col tempo indurisce... e quello che non è oggi può esserlo domani...
Certo, ognuno è libero di fare le proprie scelte... ed io ho fatto la mia... Io ho deciso che voglio continuare a sbattere. Non farà più male di quanto non me ne sia già fatta da sola. E se può servire ad aiutare, anche solo un pochino, qualcuna... sono disposta a sbattere contro quel muro anche per tutto il resto della mia vita. Certo, magari continuerò sempre a rimbalzare indietro e FORSE non otterrò niente... ma certamente, se neanche mi ci provo a sbattere, allora SICURAMENTE non otterrò niente...
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