Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

martedì 13 gennaio 2009

Anatomia "pro-ana" - Parte 3

"THINSPO"

Con il termine “thinspo” (contrazione di “thin inspiration”, le ragazze che si definiscono “pro-ana” indicano tutte le immagini che raffigurano modelle scheletriche, che le suddette ragazze utilizzano come fonte di “ispirazione” per continuare a cercare di dimagrire, nella speranza di riuscire ad essere come loro, che a quanto pare incarnano il loro ideale di “perfezione”.

Ora, la domanda è: la “thinspo” è veramente così terribile?

NOTIZIA PROROMPENTE!!:

Adesso vi dirò una cosa che probabilmente vi stupirà, soprattutto se non avete vissuto l’anoressia: molti si scagliano contro queste immagini, molti criticano le modelle che sfilano in passerella proposte dagli stilisti, molti accusano il mondo della TV di proporre immagini sbagliate che incitano le ragazze a DCA, molti criticano la diffusione di queste figure di modelle scheletriche… Ma in realtà… la “thinspo” NON può causare disturbi alimentari. Del resto, se lo facesse, le ragazze che leggono “Vouge”, “D”, “Elle” e “Glamour” sarebbero TUTTE anoressiche. Comunque, è effettivamente vero che la “thinspo” può:

A) intensificare;

B) prolungare;

C) normalizzare;

un disturbo alimentare.

Cominciando dunque dal principio:

A) Intensificare. Immaginate un disturbo alimentare senza “thinspo”. La bassa autostima e l’odio per se stesse è sempre implicato, ma l’unica comparazione che può essere fatta è quella tra il proprio corpo e il corpo delle persone che ci stanno vicino, alcune delle quali potrebbero essere comunque anche molto magre per costituzione, ma sicuramente per lo più rientranti in un ambito di normopeso. La “thinspo” apre un nuovo mondo di comparazione e porta l’odio verso se stesse ad un altro maggiore livello. Nessuna può comparare fianchi, gambe, pancia, coste con quelle di centinaia di altre ragazze, e flagellarsi quando si fallisce sulla misurazione. Con la “thinspo” invece è possibile torturarsi con immagini di modelle scheletriche, che restano sullo schermo del PC per tutto il tempo in cui si decide di farle rimanere, alimentando ed incentrando l’ossessione sul proprio corpo che non può essere oggettivamente pari a quello delle figure.

B) Prolungare. Idealizzare e cercare di ottenere un corpo super-magro è sintomo di disturbo alimentare (in un già conclamato disturbo alimentare personale). Continui rinforzi nei comportamenti indotti dal disturbo alimentare, non possono che prolungarlo. Come può una ragazza accettare il proprio corpo (passo indispensabile nel processo di ricovero) quando lo compara costantemente con quello delle modelle “thinspo”?

C) Normalizzare. Quando per le prime volte si guardano immagini “thinspo” fanno quasi senso, sembrano scioccanti ed estreme (anche se questo è comunque il loro scopo). Però, dopo che le abbiamo guardate abbastanza a lungo, si comincia a desensibilizzarsi alla radicalità di queste immagini, e s’inizia a considerarle, in un certo qual modo, “normali” e raggiungibili. Questo, di conseguenza, fa sì che l’immagine corporea di una persona effettivamente normopeso (con BMI compreso tra 18 e 25) sembri grassa.
La “thinspo” è effettivamente un’arma per le ragazze che si definiscono “pro-ana”, per carburare ed incrementare l’odio nei confronti del proprio corpo che porta a disperati sentimenti di insoddisfazione e disistima nei confronti di se stesse, incitando a portare avanti i comportamenti errati che possono facilitare l’ingresso in un conclamato disturbo alimentare.

ANNUNCIO DI SERVIZIO PUBBLICO:

La stragrande maggioranza delle più comuni immagini “thinspo” (anche se indicate come immagini di ragazze reali) sono FALSE.

In effetti, fin dalla prima vola che le ho viste, mi hanno fatto strano… sarà che io ho sempre amato disegnare, così ho sempre studiato molto attentamente le immagini, perciò non appena ho visto quelle delle modelle “thinspo” ho subito notato che c’era qualcosa che non quadrava. La prima cosa che mi sono chiesta è stata se molte delle immagini delle “ragazze reali thinspo” (così le definiscono le “pro-ana”) fossero state stirate in verticale… Dopodichè mi sono munita di un adeguato programma di grafica computer, ho scaricato alcune fotografie di modelle costituzionalmente magre ma affatto scheletriche, e mi sono messa all’opera. I risultati potete vederli qua sotto:



























































E se sono riuscita io a prendere delle immagini di normali modelle costituzionalmente magre, e a trasformarle in scheletrini perfettamente verosimili, può davvero farlo chiunque… Immagino perciò che le ragazze “pro-ana” trascorrano giornate davanti al computer a creare falsi del genere…

Morale della favola: se vedete fotografie di questo genere su siti/blog/forum “pro-ana”, non perdete tempo a chiedervi se le ragazze delle immagini sono realmente così… certo che sono realmente così: realmente così TAROCCATE!!!

Ultima domanda, e questa rivolta ad eventuali ragazze “pro-ana” che hanno appena letto questo post: se avete messo sui vostri blog immagini “thinspo”/”pro-ana”, cosa speravate/cercavate di ottenere??

CONTINUA…

domenica 11 gennaio 2009

Anatomia "pro-ana" - Parte 2

ANORESSIA VS "PRO-ANA"

Penso che sia bene tracciare una netta linea di confine tra anoressia e “pro-ana”. Non una linea di confine tesa a dividere – nella sofferenza sottesa non ci sono differenze – quanto una linea di confine mirante a sottolineare la completa e totale differenza tra l’anoressia vera e propria e il fenomeno “pro-ana”.

Può capitare infatti che, leggendo i post, i commenti, le parole scritte dalle ragazze che si definiscono “pro-ana”, si abbia l’impressione che queste ragazze siano delle anoressiche che hanno trovato il modo di vivere felicemente con l’anoressia, e che dunque questa in realtà sia un valore positivo con il quale è possibile condurre una vita non soltanto piacevole, ma anche migliore di ogni altra possibile.

Okay, niente di più sbagliato.

Il che si spiega perfettamente osservando che, in realtà, le ragazze cosiddette “pro-ana/mia” non hanno in effetti niente a che vedere con i veri DCA.

Dunque, perché una ragazza “pro-ana” non è assolutamente anoressica?

1) Se leggete un qualsiasi blog “pro-ana”, noterete che è per lo più corredato di post in cui le autrici si lamentano per non essere riuscite a restringere come avrebbero voluto, per aver sgarrato col cibo, per il loro sentirsi frustrate di fronte a cose che vorrebbero mangiare e alle quali non riescono a resistere, e chiedono alle altre consigli su come fare a cercare di mangiare quanto meno possibile.
Un’anoressica non ha nessuna difficoltà a restringere. Al contrario, restringere diventa ben presto la cosa più facile del mondo. Automatica ed indolore. Nessuno sgarro, nessun problema. Nessun bisogno di chiedere consigli a chicchessia. La restrizione è un qualcosa di talmente auto-gratificante che la si mette in atto spontaneamente e con piacere.

2) L’obiettivo della maggior parte delle ragazze “pro-ana” è dimagrire per fare la modella/l’attrice/ la velina/la soubrette/la ballerina o comunque per attirare l'attenzio/l'ammirazione altrui.
È un caso più unico che raro riuscire a trovare una ragazza anoressica che abbia la benché minima intenzione di svolgere una di queste professioni. Per lo più si tratta di ragazze molto ambiziose, che pretendono molto da se stesse, e che puntano in alto anche da un punto di vista professionale.

3) Le ragazze che si definiscono “pro-ana” asseriscono che è solo dimagrendo che diventeranno belle, e che quindi potranno attirare l’attenzione dei ragazzi e di chi sta loro intorno, ricevendone i complimenti.
L’anoressica non dimagrisce per diventare bella. Non dimagrisce per piacere ai ragazzi. Non è certo suo primario interesse ricevere complimenti sul suo aspetto fisico. Il dimagrimento è secondario al vero obiettivo della restrizione, che è essenzialmente appagamento personale da un punto di vista prettamente emotivo.

4) “Sono alta 170 cm e peso 45 Kg: sono una balena obesa!” – questa è una delle frasi-tipo che si possono leggere sui blog “pro-ana”, sintomo di una innegabile dismorfofobia. (O, perché no, di un’indole “drama queen” che scrive queste cose soltanto perché vuole che qualcuna le risponda: “Ma no, non è vero, sei magrissima!”…)
Raramente un’anoressica ha dispercezione corporea. Può essere, ma non è generalizzabile. Le anoressiche sono per lo più coscienti della loro magrezza e ne vanno fiere. Non si lagnano né cercano contentini altrui in alcun modo. Se dicono agli altri di essere grasse, semmai, è solo per giustificare il fatto di non mangiare in loro presenza. In realtà, dentro di noi c’è la piena consapevolezza del sottopeso, nonché la ferma decisione a mantenerlo tale.

5) Topos fondamentale dei blog “pro-ana” è il continuo scambio di consigli e di trucchi (i cosiddetti “tips and tricks”) per restringere, non mangiare o vomitare.
Un’anoressica non darebbe mai a nessuno consigli per fare quello che sta facendo. Dentro di noi c’è la consapevolezza che è un qualcosa di sbagliato, connesso ad una profonda sofferenza, un dolore a cui non potremmo mai invitare nessuno.

6) La “thinspo” è un must per tutte le “pro-ana”: modelle scheletriche da guardare e riguardare, e a cui ispirarsi nella restrizione al fine di poter diventare come loro. Modelle che vengono definite come bellissime, meravigliose, fantastiche, fonte d’ispirazione, immagine positiva.
Nessuna anoressica, vedendo un’immagine di questi tipo, definirebbe mai la modella in questione “carina”. Nessuna anoressica identifica la bellezza nelle ossa in mostra. Le ossa sono una protezione, un’arma, una “cintura di sicurezza”, una “stampella”, non un modo per ostentare bellezza.

7) Le ragazze “pro-ana” sono convinte che dimagrire sia la chiave per farsi accettare e per essere apprezzate dagli altri, nonché un modo per sentirsi “superiori” agli altri.
Le ragazze anoressiche non dimagriscono per cercare di piacere agli altri. Dimagriscono per cercare di piacere a se stesse. Quello che cerchiamo è il modo per stare a nostro agio con noi stesse, per specchiarci e vedere un’immagine che ci soddisfi, a prescindere da quello che gli altri possono pensarne, che diventa quasi del tutto irrilevante.

8) Ogni giorno le ragazze cosiddette “pro-ana” annotano sui loro blog cos’hanno mangiato, facendo la conta delle calorie, e annotando ogni loro minima oscillazione di peso. È un tipo di annotazione costante, ripetitiva ed ossessiva.
Non è escluso che una ragazza anoressica arrivi a controllare in maniera molto minuziosa quello che mangia e quanto pesa, annotando calorie e peso (cose che è comunque molto soggettiva) ma, anche nel caso, è una qualcosa di così intimo e personale, che non si sognerebbe mai di andarlo a sbandierare ove chiunque possa leggerlo.

9) Per la ragazze “pro-ana” fare branco, scambiarsi consigli, sostenersi a vicenda, aiutarsi nella dieta, consolarsi di fronte agli sgarri, è fondamentale.
L’anoressia richiede una dedizione assoluta, totale, e univoca. L’anoressica percorre una strada straordinariamente solitaria. Si isola dal resto del mondo, con cui non vuole avere più alcun tipo di contatto. Non cercherebbe mai di fare gruppo con altre anoressiche, perché ci tiene al suo senso di “unicità” che è quello che la fa sentire speciale e la sprona a portare avanti la restrizione.

10) “Questo è un blog “pro-ana”, quindi chi non è d'accordo con questa filosofia di vita o ha qualcosa da ridire è pregato di uscire”. Tipica frase da frontespizio di blog “pro-ana”.
Nessun’anoressica farebbe mai una dichiarazione d’intenti. Al contrario, un’anoressica cerca sempre di fare in modo che nessuno possa scoprire quello che sta facendo, in maniera tale da poter continuare a restringere indisturbata.

11) Le ragazze “pro-ana” sono convinte che dimagrendo arriveranno alla “perfezione”. Tutti i loro sforzi sono centrati sul corpo e sull’apparire, il peso è il loro interesse centrale.
Nessun’anoressica ha questa convinzione. Nessuna pensa che dimagrendo sarà “perfetta”. Si restringe per tutt’altri motivi che la fisicità. Si restringe perché questo ci fa sentire forti, in controllo, soddisfatte, sicure di noi stesse, appagate… sì, onnipotenti. Ma è un qualcosa di puramente emotivo. Il fisico è del tutto secondario alle sensazioni che si provano: è per quelle che si va avanti fino al limite.

Potrei continuare per molto, ma mi fermo qui. Penso che questo già sia significativo.

Penso che già da questo si capisca perfettamente che le ragazze “pro-ana” non hanno niente a che vedere con l’anoressia. In effetti non si capisce bene neanche perché abbiano ispirato il nome del loro movimento a questa malattia. È indubbio che le “pro-ana/mia” sono ragazze che stanno male con se stesse, che non si sentono amate ed accettate per quello che sono, che si sentono “invisibili”, che hanno voglia di mettersi in mostra, di attirare l’attenzione in qualsiasi modo, nella speranza che qualcuno si accorga del loro malessere. Ma è un malessere che, per quanto profondo possa essere, e non è certo mia intenzione sminuirlo, non ha niente a che vedere con quello dell’anoressica. Ecco, semplicemente per chiarire questo fatto. Certamente si tratta di due forme di disagio, due forme di disagio certo completamente differenti ma che, come tali, vanno combattute. Tutto quello che ho scritto sinora è unicamente per comparare, non vuole stilare classifiche, non vuole dire che c’è un “meglio” e un “peggio”, un “buono” e un “cattivo”: scegliere l’anoressia – che è una malattia mentale – non è decisamente una buona idea. Esattamente come scegliere di professarsi “pro-ana”. In un certo senso, potrei dire che “pro-ana” sta a anoressia come graffietto sta a tentativo di suicidio: il fatto che una persona che sceglie di suicidarsi ne conosca le motivazioni, non significa che questo sia giusto o che lo renda migliore: il suicidio è una scappatoia. Esattamente come l’anoressia. Le ragazze “pro-ana” non hanno mai vissuto l’anoressia, e auguro loro di tutto cuore di non caderci mai, anche se purtroppo il loro comportamento le trascina inevitabilmente in tale direzione. Di certo, se avessero vissuto l’anoressia non farebbero niente di tutto quello che fanno. L’anoressia è una sofferenza troppo grande perché abbia voglia di essere spiegata, condivisa o men che meno incoraggiata. Quest’inferno senza morte è un qualcosa che non si augura nemmeno alla propria peggiore nemica.

Non facciamo confusione tra anoressia e moda “pro-ana”.

Sono due cose totalmente differenti.

CONTINUA…

venerdì 9 gennaio 2009

Anatomia "pro-ana" - Parte 1

CULTURA UNDERGROUND

Trovo che far finta di niente sia l’unica cosa peggiore di parlarne. Quindi, vediamo di analizzare e razionalizzare.

Se scrivete su un motore di ricerca quale Google la parola “pro-ana”, otterrete circa 370.000 siti. Se invece provate a scrivere “thinspo”, ve ne usciranno circa 243.000.
Se digitate “pro-ana” su YouTube, otterrete circa 2500 video, mentre 8190 circa sono i risultati per “thinspo”.
Ripetendo la ricerca con “pro-ana” ma facendo riferimento alle immagini, vi usciranno 1.020.400 figure. Con“thinspo” le immagini risultanti sono circa 1.014.500.

Ecco un primo fatto che colpisce: i numeri relativi alle figure trovate sono molto più elevati rispetto alle informazioni scritte inerenti il fenomeno “pro-ana”.

Andiamo avanti. Cercando il termine “pro-ana” sui siti delle biblioteche maggiori della regione in cui vivo, non ho trovato nessun risultato. Analogamente per "thinspo". Il risultato è stato identico quando ho provato a ripetere la ricerca sui browser delle biblioteche delle maggiori università italiane.

Seconda osservazione: il termine “pro-ana”, dunque si trova essenzialmente su Internet, e scarse sono le informazioni che comunque si riesce a reperire riguardo al fenomeno. Informazioni che, peraltro, sono per lo più estremamente parziali, visto che fornite dalle stesse persone che promuovono il movimento.

Perciò adesso voglio cercare di fornire, in maniera quanto più oggettiva e distaccata possibile, qualche informazione al riguardo, tenendo sempre a mente i dati che vi ho fatto notare qui sopra, sui quali ritornerò in un secondo momento.

Le cosiddette “pro-ana” potrebbero essere definite come un gruppo di ragazze di età generalmente compresa tra i 13 e i 30 anni, che si tengono in contatto fra loro in blog, chat, forum, siti, community e quant’altro, dandosi consigli su come dimagrire e raggiungere quello che loro definiscono il “peso ideale”, che associano ad un’idea di “perfezione”.
La “moda” delle “pro-ana” (o “pro mia”, facendo riferimento alla bulimia) è nata negli Stati Uniti a partire dal 2002 e si calcola che oggi in America siano quasi 11 milioni le donne influenzate dal movimento e dall’ostentazione di un certo modo di apparire. In Italia il fenomeno “pro-ana” ha iniziato a diffondersi più o meno dal 2005, e si calcola che attualmente siano circa 500.000 le ragazze aderenti a questo movimento.
Il termine “ana” sta per “anoressia”, quasi un vezzeggiativo, e chi ne scrive ne tratta come una droga alla moda, un’unica strada percorribile, verso la distruzione o verso la salvezza.
I siti “pro-ana” sono spesso delle pagine personali o dei veri e propri blog che, supportati da immagini tra lo scioccante e il patinato (definite immagini “thinspo”, abbreviativo di “thin inspiration”, fonti d’ispirazione di magrezza), inneggiano ai disordini alimentari come stile di vita e come esempio di autocontrollo, fornendo consigli pratici su come procurarsi il vomito, su come mentire ai propri familiari, sui farmaci da assumere, sulle diete da seguire, sul conteggio delle calorie e su modelli fisici ai quali ispirarsi. La “moda” è dilagante e dappoco a poco si vengono a creare un numero sempre maggiore di siti satellite dove le ragazze studiano escamotage per scovare ed entrare nei vari gruppi e gridano a quello che definiscono il loro “stile di vita”. Per queste ragazze, infatti, “ana” non è una malattia ma una vera e propria filosofia di vita. Una ricerca spirituale che può annullare tutto in vista solo della magrezza, una Dea da venerare a cui dedicare delle poesie, alternate a dettagliati resoconti di “diari alimentari”, in cui le ragazze elencano quello che mangiano giornalmente, i loro obiettivi, e il peso perso. In questi siti e blog si vivono in diretta gli scontri con chi li vuole far mangiare, le madri che preparano pranzi deliziosi e comprano biscotti e con le quali la maggior parte delle volte hanno un rapporto conflittuale, almeno quanto quello con il cibo. E qui scatta la solidarietà della “amiche-ana, che si scambiano trucchi per non mangiare o per vomitare, e che hanno anche un segno distintivo: un braccialetto (che si può acquistare su Internet, tra l’altro) rosso per le “pro-ana” e porpora per le “pro-mia”. Le ragazze che si definiscono “pro-ana/mia” invitano ad entrare nei loro blog solo le persone che condividono una filosofia di magrezza assoluta: quella che chiamano la “filosofia ana”, i cui cardini salienti si trovano nei “Thin Commandments”, i comandamenti per essere magra, che proclamano la magrezza come un valore assoluto da anteporre ad ogni qualsiasi altra cosa. Nei loro siti c’è contrapposizione tra filosofia e malattia: mente l’anoressia viene riconosciuta come malattia e tutti gli effetti, il termine “ana” riveste per loro una filosofia di vita che nulla ha a che vedere con uno stato patologico. Una sorta di “identità anoressica”.
La loro è una corsa a quella che ritengono essere la “perfezione”, è una corsa verso un ideale pericoloso, è una corsa verso la morte. Ragazze disperate nei loro complessi, che non si accettano per quello che sono, che si puniscono per essere, a loro modo di vedere, grasse. Affermare che cosa sia il fenomeno “pro-ana” è certamente troppo complesso per me, però credo che la presenza di tanti siti, blog e forum al riguardo ci fornisca un duplice messaggio: da una parte, i siti “pro-ana” sono la sfida narcisistica di queste persone nei confronti di un mondo dal quale non si sentono comprese ed accettate, e la loro voglia di auto-affermazione che paradossalmente cerca convalida e sostegno nel numero; dall’altra possono rappresentare il loro grido di bisogno a chi gli sta intorno, un bisogno di relazione e considerazione, un malessere incatalogabile che non ha in effetti a che vedere con l’anoressia.

Ora, considerando queste informazioni in relazione ai numeri citati all’inizio di questo post, credo che sorga spontanea la domanda: quale altro movimento è così completamente basato su Internet? E perché il fenomeno “pro-ana” rimane totalmente attaccato e circoscritto al Web? È intenzionale???

Questa è la mia teoria al riguardo:

1) Il fenomeno “pro-ana” non è socialmente accettabile (e per buone ragioni!!) perciò richiede l’anonimato.

2) Conseguentemente, è difficile che un qualcosa di così controverso riesca a trovare pubblico. Riuscite ad immaginare come sarebbe trovare nella biblioteca del paese in cui abitate un libro che parla di “thinspo” o di “pro-ana” ? O “La guida per essere una buona pro-ana”? O “101 trucchi per le pro-ana”? Bè… ^^"

3) Le ragazze con disturbi alimentari (tra cui comunque sono incluse anche alcune ragazze “pro-ana”) risultano generalmente essere abbastanza introverse od asociali e perciò tendono a preferire interazioni on-line rispetto a relazioni nella vita reale.

4) Inoltre, usare Internet induce a mentire. In fin dei conti, nessuno può sapere chi veramente si nasconde dietro ad un nick. Perciò c’è tutto un mondo che ruota attorno ai siti “pro-ana”, dai falsi pesi a BMI estremamente bassi ai fini di mettersi in evidenza in perfetto stile “drama queen”.

5) Relativamente ai braccialetti di riconoscimento. A proposito di tutte quelle ragazze che dicono di aver comprato braccialetti rossi… Quante li utilizzano effettivamente per identificare un’altra “pro-ana” nella vita reale? Sono veramente indossati in pubblico? O appaiono solo nelle foto/immagini che si trovano su Internet?

Quello che può accadere è che persone come me o come la maggior parte di voi che state seguendo il mio blog, incappando in uno di questi siti, blog o forum cosiddetti “pro-ana/mia”, possano rimanere allo stesso tempo orripilate e attratte da quello che c’è scritto e dalle immagini mostrate. Una cosa di questo tipo può dunque essere una dura prova da affrontare lungo la strada del ricovero. In effetti, può essere un nuovo forte richiamo verso quello da cui stiamo tentando di staccarci. Allo stesso modo, ragazze insoddisfatte di se stesse e del proprio aspetto, che non hanno però mai avuto a che fare con DCA, possono trovare uno di questi siti/blog/forum, e credere di aver individuato qual è la via che risolverà tutti i loro problemi. Credo che noi ormai purtroppo sappiamo fin troppo bene che non è così, no?! Quindi, qualora vi capitasse di trovare un blog/sito/forum “pro-ana”, qualora vi sentiste nuovamente ritirare dentro il sintomo da quello che ci trovate, pensate prima a tutto quello che ho appena scritto, e chiedetevi: quanto in realtà c’è di vero, e quanto è montato? Perché non credo proprio che voi vogliate che sia una montatura a farvi cedere, a farvi abbandonare la strada della luce, giusto?!

In effetti, qui un’altra domanda sorge spontanea: cos’hanno veramente a che vedere le ragazze che si definiscono “pro-ana” con l’anoressia?

CONTINUA...

mercoledì 7 gennaio 2009

In bocca al lupo, guerriera della luce!

Il post di oggi è dedicato a “Tiger”.

Sì, a questa meravigliosa ragazza che molto spesso ha commentato i miei post, e che sta combattendo contro la bulimia. A questa stupenda ragazza che è indubbiamente “una di noi”.

Già da diversi mesi “Tiger” aveva deciso d’intraprendere la sua strada del ricovero chiedendo di essere ricoverata in un centro specializzato per DCA, e finalmente la sua richiesta è stata accolta: da oggi, “Tiger” è ufficialmente entrata nella clinica. Da oggi, “Tiger” ha finalmente fatto un passo enorme ed importantissimo nella sua strada per il ricovero, nella sua strada della luce. Non riesco a descrivere a parole quanto sono felice per lei. Per favore, fatele tutte un grande incoraggiamento e pensatela forte forte, perché è davvero una ragazza coraggiosa e in gambissima…

“Tiger”... ti faccio il mio "in bocca al lupo" più enorme per il ricovero... sono veramente felice che finalmente sia arrivato il tuo momento... se senti che è questo ciò di cui hai bisogno adesso, sono certa che sarà un ottimo punto di partenza per questo nuovo anno, per costruire un futuro più bello e più radioso che mai. Il futuro che meriti... Il futuro che ti auguro con tutto il cuore. Che questo, dunque, possa essere il tuo primo, vero, forte passo sulla strada del ricovero... sulla strada della luce... Abbi fede, mettici tutta te stessa, e ne uscirai più forte di prima...
Spero davvero che questo ricovero possa per te essere uno step decisivo, un colpo mortale contro la bulimia. Pensa soltanto che la tua volontà è fondamentale, ma che Tu – sì, cara mia, proprio TU – ce la poi fare… assolutamente.

Lo so, l’idea di un ricovero in clinica può spaventare… In fin dei conti, ha sempre l’aria di un salto nel buio… Ma anche se lo fosse, non preoccuparti, perché in quel “buio” ci sono braccia di persone esperte che sapranno afferrarti e non ti lasceranno cadere. E sono braccia che sanno dove cercare l'interruttore della luce. E poi… a volte aver paura è un modo per cominciare, sai?!

”Tiger”, ricordati che io sarò qui e ti penserò sempre... e farò sempre il tifo per te... spero che le mie vibrazioni positive riusciranno ad arrivarti e ti daranno in ogni momento un pochina di forza in più per continuare ad andare sempre avanti nonostante tutto... “Tiger”, questa è la tua nuova possibilità: cerca di sfruttarla fino in fondo traendone il meglio... E quando torni a scrivere, a commentare i miei post, voglio che tu stia davvero meglio, intesi?! ^_-

Ti abbraccio stretta stretta...
Che la forza sia con te, tesoro...

Per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte, ricordatelo...

lunedì 5 gennaio 2009

A voi la parola / 3

Oggi voglio proporvi le parole di Mary, una meravigliosa guerriera della luce che sta combattendo con determinazione contro l’anoressia, e che avete già avuto modo di ammirare anche nel video

Cara Veggie...
ho pensato di mandarti una pagina significativa del mio diario segreto per lo spazio “A VOI LA PAROLA”... ci tengo che tu la legga e diventi anche parte di te... perchè io leggendola oggi a distanza di quasi 8 mesi ancora piango a singhiozzi... ancora nasce in me la stessa confusione di quei giorni... è tutto così terribile Veggie... questa realtà era terribile... e sono felice di averti incontrata sul mio cammino e di aver inziato a combattere!!
Vorrei stringermi forte a te in questo momento così doloroso, in questo momento in cui le lacrime non smettono di scendere e graffiarmi il viso... sono consapevole del fatto di poter contare su di te ora e sempre, ed è per questo che ho deciso di renderti partecipe di questa mia crisi!!!... e sai, credo che pubblicare questa pagina possa essere d'aiuto anche per me, che rileggendola, sapendo di contare sul tuo appoggio e magari su quello di tante altre ragazze, posso trovare un appiglio in più per la mia risalita!!


Dalle pagine del mio diario segreto...
27/04/2008
La situazione è parecchio strana, ogni tanto sembra prendere un risvolto "positivo", ma sono più le volte in cui mi seno sempre e comunque una merda!!
Non sono ancora riuscita a smettere di ridurre e vomitare, ridurre e vomitare, e non credo accadrà molto in fretta! Vomitare è sinonimo di punizione...perchè mi sento in colpa...e ogni volta che si fa qualcosa di sbagliato c'è bisogno di una punizione!! Perchè la colpa è solo mia se tradisco me stessa, se tradisco la bilancia.
...più passano i giorni e più mi sento impotente di fronte all'altra parte di me, quella che mi comanda e mi distrugge, forse. "Non sono malata", mi continuo a ripetere..."Se fossi veramente malata e se svenissi ogni attimo, magari potrei lontanamente pensare ad un'eventuale cura, ma visto che non è così, la conclusione è che IO STO BENE"...
Intanto, però, le lacrime non smettono di scendere, e giorno dopo giorno sono sempre più amare...il dolore è sempre più grande...ma l'entusiasmo lo supera...la forza che traggo da tutta questa meravigliosa sofferenza si trasforma in vera FELICITA'...sì!!!
Non so per quanto tempo riuscirò a fare ancora questi discorsi...non penso tantissimo...la sua confusione mi sta stufando...e ho come l'impressione che manchi poco alla fine. Oh no, la fine del corpo non so quando arriverà, figuriamoci manca ancora molto, oscillare tra 39kg e 40kg è ancora un ostacolo insormontabile da superare per lei...sono ancora troppi...però, qualcuno mi sta facendo assaporare la fine della mia vita e delle mie emozioni...ma per me non conta niente, sono disposta a tutto pur di continuare sulla mia strada!!!
E' impossibile dire BASTA a questo punto della storia...è impossibile dover chiedere AIUTO...vorrebbe dire dovere ammettere di stare male...dovere ammettere di avere un problema...DOVER AMMETTERE DI AVER PERSO QUEL MALEDETTO CONTROLLO!! Eppure, io sto così bene nel mio mondo...vado ancora a correre, faccio addominali su addominali, faccio le scale a piedi di corsa...!!! E allora corro, corro, e ancora corro senza mai fermarmi...correre per bruciare, per sudare, per sentire la testa scoppiare, le vene pulsare e le gambe far male esageratamente...ma non posso fermarmi, NON VOGLIO FERMARMI...!! Camminare su questo filo è proibito, non basta, significherebbe farsi attaccare da quel maledetto diavoletto che è come se mi continuasse a rincorrere...e io DEVO scappare!! Il cibo mi terrorizza...ogni volta che si avvicinano le ore dei pasti dentro di me è come se iniziasse la GUERRA: l'ansia, l'angoscia, la paura arrivano e prendono il sopravvento...l'unica cosa è scappare...correre senza meta, fino allo sfinimento...come faccio ogni volta che mi ritrovo al parco: sono sola...di fronte a me stessa, che sono la mia peggior nemica...devo capire che valgo qualcosa...che ce la faccio...che non sono una nullità...che HO TUTTO SOTTO CONTROLLO.
In quest' ultimo mese dopo il viaggio in Inghilterra, ho detto tante belle parole, oh sì...ho mentito a tutti...e soprattutto a me stessa...!! Il mio scopo è sempre rimasto, rimane e rimarrà sempre e comunque lo stesso: ridurre al minimo il mio corpo per non intralciare, per non farmi vedere...per dissolvermi lentamente... e volare via da questo mondo... permettere alle ali che ho costruito con tanta fatica di spiccare il volo verso il cielo... il volo che ho sempre desiderato.


Trovo che le parole di Mary siano particolarmente graffianti. Sono parole che mettono bene in luce tutte le contraddizioni sottese all’anoressia, la felicità che questa sul momento porta e, contemporaneamente, la velata consapevolezza di quanto questa possa essere effimera. La pagina del diario di Mary è, in effetti, un insieme di emozioni contraddittorie, con le quali è veramente difficile venire a capo nel momento in cui si è ancora egostenicamente legate al sintomo. Eppure, nonostante la patina di euforia che sembra costellare queste righe, è percepibile un greve sottofondo di tristezza, un senso di soffocamento e d’imprigionamento, primi germogli d’una futura lotta contro l’anoressia che adesso Mary è fortunatamente riuscita ad intraprendere e che sta portando avanti con tutta la sua forza e il suo coraggio. Penso perciò che questa pagina di diario possa essere un invito a non dimenticare le bugie che l’anoressia ha raccontato, le illusioni che ha fatto vivere, le sue false promesse di felicità, in maniera tale che tenendole sott’occhio e avendone adesso la consapevolezza, si possa evitare di ricaderci in futuro.

Mary… grazie mille per queste parole. Sei una ragazza intelligente e coraggiosissima, e sono davvero convinta che la strada che stai percorrendo – sia da un punto di vista di battaglia individuale, sia da un punto di vista di colloqui psicologici – possa portarti verso la luce. Devi solo credere di più in te stessa e pensare che tutta la forza distruttiva che, racchiusa in questa pagina di diario, rivolgevi contro te stessa, è comunque una grande risorsa che possiedi: se utilizzi questa forza per combattere in positivo, potrai davvero arrivare lontano sulla strada del ricovero. Tieni duro e continua a lottare senza arrenderti… se cadi, rialzati… La mia mano è sempre qui tesa per te. Continua a tenerla stretta, e cammineremo insieme…

P.S.= “A voi la parola” torna il 29 Gennaio… Qualora lo vogliate, continuate a mandarmi le vostre parole… veggie.any@alice.it

sabato 3 gennaio 2009

Tutto nelle nostre mani

Non esitate. Aprite la porta. Lasciate entrare la luce. Iniziate ad avere cura di voi stesse.

Non abbiate paura di mostrare al mondo il potere del vostro sorriso sul vostro volto. Cadete e rialzatevi. Perseverate.

Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto solo nelle vostre mani.

Non cercate di correre a perdifiato per arrivare in fondo alla strada: per correre a perdifiato bisogna tenere la testa bassa, e se procedete tenendo la testa bassa rischiereste di deviare e di non arrivare dove avreste voluto. Perciò, semplicemente, camminate.

Se vi si para davanti una porta chiusa, semplicemente, bussate.

Se la luce si spenge, aspettate per una nuova alba. Il sole torna sempre per chi lo vuole cercare.

Se vi sembra che le vostre gambe non siano ancora forti abbastanza da sostenervi, usate le vostre braccia per abbracciarvi.

E continuate comunque ad andare avanti.

Tutto quello che state cercando, è già dentro di voi.
È tutto qui.

Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.

Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.

Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.

E' tutto nelle nostre mani.

giovedì 1 gennaio 2009

Si ricomincia...

Il 2009 è un nuovo inizio. Un anno nuovo di zecca che sta solo aspettando quello che noi decideremo di farne. Perciò è una buona occasione per decidere di fare qualcosa di diverso da tutto quello che abbiamo fatto in passato e che non ci ha rese felici, se non di quella felicità effimera e destinata inevitabilmente a crollare. Vale la pena di fare un tentativo. E quello che v’invito a fare, ragazze. Non avete niente da perdere e tutto da guadagnare. Okay, quello che ho appena scritto può essere ansiogeno. Dunque dimenticate per un attimo queste mie parole e concentratevi su voi stesse. Dentro avete molto di più di quanto potrà mai essere detto con le parole.

Cosa vi aspettate da questo 2009? No, non compilate la solita lista di buoni propositi per l’anno nuovo. È una delle peggiori cose che si possano fare, perché se poi per qualche motivo non riusciste a raggiungere tutti gli obiettivi che vi eravate proposte, vi sentirete fallite, o incomplete, o avrete la sensazione di non aver vissuto al 100%. Perciò, anziché mettere giù una lunga lista d’intenzioni, scegliete semplicemente una cosa. Una cosa che significa veramente qualcosa per voi stesse. Soltanto una. Una cosa positiva. E cercate di realizzarla nel corso dell’anno. Ma non preoccupatevi se non ci riuscirete. Non commettete l’errore di focalizzarvi unicamente su quella cosa. Certo, raggiungere un obiettivo è bello. Ma se ci si concentra solo sull’obiettivo, si rischia di perdere tutto quello che di altrettanto bello può esserci intorno. Per questo non è indispensabile andare sempre fino in fondo: c’è così tanto di meraviglioso in mezzo! Il 2009 ha un sacco da offrire a ciascuna di voi, perciò non fissatevi su una sola cosa. Semplicemente, tenetela a mente e lavorateci su quando potete. Sarete stupite da quello che riuscirete a fare senza pretendere troppo da voi stesse.

E, un’altra cosa… quest’anno, provate ad imparare da voi stesse.
Semplicemente questo. Non dissezionate al microscopio ogni vostro singolo comportamento. Non provate ad emulare gli altri. Non cercate di trovare per forza una risposta a ogni domanda che vi ponete. Semplicemente, imparate… da voi stesse. Non dai libri di scuola o da quello che gli altri vogliono farvi credere, ma unicamente da voi stesse. C’è molto da imparare. E il primo passo per imparare è ascoltare. Perciò, ascoltatevi. Anche se vi sembra che certe cose non abbiano senso, ascoltatevi. Imparatevi.

Perché è vero… tutto inizia da voi.

Il nuovo anno è come un libro con 365 pagine vuote… fate di ogni giorno il vostro capolavoro, usate tutti i colori della vita, e mentre scrivete… SORRIDETE!!

martedì 30 dicembre 2008

Tutte per una, e una per tutte

Ed un altro anno sta giungendo al termine, con il che tirarne le fila credo sia inevitabile.

E di cose, in quest’anno, ne sono successe davvero tante. Cose belle e cose brutte, cose piacevoli e spiacevoli, cose divertenti e cose tristi. Cose che, in fin dei conti, andranno avanti anche il prossimo anno. Ma adesso non voglio scrivere delle cose tristi, vorrei cercare di non demoralizzarmi ancor prima di iniziare il 2009 – anche se è difficile – con questo sole che oggi ha brillato forte e sembrava quasi invitarmi ad uscire, quasi dirmi che, in fin dei conti, uscire è possibile… Perciò, adesso che anche Dicembre è ormai giunto al termine, voglio provare a fare un po’ il punto della situazione che poi, in realtà, non so neanche da che parte cominciare.

Mi fa un po’ strano pensare che è già quattro mesi che ho aperto questo blog, per esempio. Così come mi fa altrettanto strano pensare che, nonostante tutto, nonostante tutti gli anni passati a brancolare nel buio, sto ancora percorrendo la strada della luce, allontanandomi sempre di più da quelle che mi sembravano le mie uniche sicurezze – l’anoressia, la restrizione, le ossa sporgenti, la magrezza, il checking – e, mentre lo scrivo, questo mi fa un po’ ridere perché, proprio io!, non avrei davvero mai pensato di poter arrivare a scrivere una cosa del genere.

Però, questo mi dà da pensare. Mi dà da pensare, ed è un pensiero che rivolgo a tutte voi, meravigliose creature. Se io sono riuscita a fare questo, che certo non è molto, ma è comunque più di tutto quello che sia riuscita a fare negli ultimi 6 anni di auto-distruzione, non c’è alcuna ragione per cui anche tutte voi non possiate riuscire a fare altrettanto. Altrettanto e pure di meglio. Perché sono certa che tutte voi siete molto più forti di me… molto più forti di quanto magari riuscite a rendervi conto.

Io non credo che a Capodanno sia necessario fare la classica “lista dei buoni propositi per l’anno nuovo”, anzi, penso che sia semplicemente deleteria perché ci mette soltanto l’ansia di riuscire a portare a termine qualcosa che non siamo sicure di essere in grado di fare. Perciò, niente progetti a lungo termine, niente buoni propositi che poi finiscono per diventare ferrei obblighi auto-imposti che ci fanno soffrire. Semplicemente, lasciatevi scivolare nel nuovo anno passo dopo passo, uno alla volta, con tutta la calma di cui sentite di aver bisogno.

Semplicemente, prendete il coraggio a due mani ed andate. Andate di nuovo. Lo so che questo può far paura – e lo dico perché ne fa anche a me – perché non c’è alcuna certezza che possa sorreggerci. Nessuna sicurezza. Eppure, ragazze, dobbiamo ugualmente andare. Comunque vada. Chiudere gli occhi e andare.

Perciò, ragazze, cerchiamo di concentrarci su quello che ci attende a breve termine: il futuro lo sveleremo giorno dopo giorno. Tenendoci per mano, continuando a combattere tutte insieme.

Così anch’io ricomincerò da qui cercando di farlo senza la fretta ansiosa che di solito mi brucia dentro. Sperando di riuscire anche nel nuovo anno, tramite questo blog e la mia mail (ricordate che potete sempre scrivermi, in qualsiasi momento, tutto ciò che vi va!) a darvi una mano nella lotto contro l’anoressia… Non so se in questi mesi, da quando ho aperto questo blog ad adesso, sono concretamente riuscita a fare qualcosa per qualcuna di voi, ma ci ho messo tutto il meglio di me. E continuerò a cercare di fare del mio meglio per starvi vicina e darvi una mano. Perché, ribadisco, siamo più forti se combattiamo tutte insieme.

È vero, magari non ho fatto un granché, magari avrei potuto fare di più, ma in fin dei conti, sono soltanto una ragazza che si barcamena tra università e casa, a cui piace vedere le gare di Formula 1, che adora le t.A.T.u., a cui piace disegnare, che ha un cuscino di Snoopy, che parcheggia un po’ storta la sua Multipla (che, tra l’altro, nessuno è ancora riuscito a capire cosa se ne faccia di una Multipla se viaggia essenzialmente da sola…), che fa karate, che si diverte a fare la cosplay, che canta “You and I” a squarciagola sotto la doccia, che cerca giorno dopo giorno di continuare a percorrere la strada del ricovero tenendo a bada l’anoressia… Niente di speciale, no?! Una persona normale. Ma forse lo speciale è proprio tutto qui: essere una persona normale e vivere giorno dopo giorno comunque…

Auguro a tutte voi di poter cominciare un nuovo anno con la grinta di continuare sempre a combattere… ritrovandoci qui tutte insieme anche nel 2009... Tutte per una, e una per tutte!!

domenica 28 dicembre 2008

Never lose that feeling

"Never lose that feeling".
Lo cantano gli Swerverdriver. Non so quale sia il loro sentimento. Forse amore.

Non importa. Non importa nemmeno che quando rileggerò questo post non ritroverò nessua delle emozioni che ora mi attanagliano perchè, tanto per cambiare, non sono in grado di trascriverle.

Non sto scrivendo per sentirmi meglio. Spesso l'ho fatto, ma non è questo il caso.

Never lose that feeling perchè non voglio che la mia rabbia ora mi lasci. La sento che scivola via mentre scrivo, e mi odio per la mia incapacità di trattenerla.

Stasera ho acceso la TV e ho sentito la notizia con tutto il dolore possibile: una dietista prescriveva anfetamine a ragazze con disturbi alimentari che volevano dimagrire, dietro lauto compenso da parte delle stesse, che erano semplicemente felici di perdere peso - peso che la dietista mistificava accuratamente pur di continuare ad essere frequentata dalle sue pazienti - senza rendersi conto dei danni cui andavano incontro.

E mi ha fatto incazzare. Mi ha fatto veramente, profondamente incazzare. Forse perchè, sì, un po' mi ha fatto paura.

Sento di questi medici che hanno compiuto azioni così grette, e non posso fare a meno di pensare che, una volta, anche loro si sono trovati esattamente dove sto io adesso, studenti e studentesse di Medicina, magari tutti entusiasti e fermamente convinti di riuscire a cambiare qualcosa e a diventare validi professionisti.

E poi, cos'è successo? Com'è che quella dietista si è ritrovata a fare quello che ha fatto? Dov'è finita tutta la sua buona volontà, tutti i suoi ideali?

E mi fa paura, sì, mi fa paura perchè temo che anch'io, col tempo, potrei trasformarmi in una come lei, nonostante la mia attuale spinta interiore. Vorrei fare qualcosa per cristallizzare questi miei attuali sentimenti, per mantenerli inalterati un giorno se mai (e forse mai) riuscirò a laurearmi, ma ho paura che finiscano per sciogliersi come questa rabbia.

Medici che si comportano in questi modi assurdi mi fanno davvero pensare che il mondo se ne va a puttane. Possibile che uno debba dare importanza solo ai soldi, nascondere a se stesso la verità o compiere atrocità per sentirsi un bravo professionista?

Ci sono emozioni che ci sfiorano e la gente manco se ne accorge. Ma io questa rabbia ora la sento, e la voglio tenere. Perchè sì. Perchè voglio mantenermi capace di reagire, di trovare coraggio. Di andarmene dalla paralisi della vita, dalle giornate stagnanti. Non voglio stare ad aspettare di essere corrotta da qualcosa di meramente materiale. Eppure a volte sono intimorita dalla mia passività di fronte a tante cose. Di fronte all'anoressia in primis. Perciò vorrei imparare a scuotermi. La rabbia non devo perderla. Mi sento un po' vigliacca perchè vorrei agire ora, ma già rimando a domani; dovrei gridare, fare qualcosa, e neanche faccio il primo passo. Domani, dico. Domani mangerò la lasagna e non mi farò seghe mentali. Domani tratterrò le mani senza mettermi a fare checking. Domani userò l'olio fino all'ultima goccia. Domani smetterò con tutti quei mozziconi di sigaretta... domani, domani. Mi sono rotta. E soprattutto mi sono rotta di sapere che domattina, quando mi sveglierò, tutta questa adrenalina che mi sento addosso ora se ne sarà andata a rinchiudersi da qualche parte, assieme alla mia possibilità di riuscire a fare qualcosa.

Mi promettto che m'impegnerò a conservare e a non dimenticare, ma non ho garanzie, e sono poco sicura di me. Mi manca il fegato, il cervello e le palle, cazzo!

Chissà se un giorno arriverò anch'io ad attivare/disattivare le mie emozioni premendo un pulsante. Ma allora, non sarò più io. Perciò spero proprio che questa rabbia, adesso, possa davvero aiutarmi a rimanere me stessa.

venerdì 26 dicembre 2008

Mantenere la positività

Buonasera ragazze…

Com’è andato il vostro Natale??

Spero che ieri sia stato per voi un giorno, se non proprio sereno, almeno quanto meno ansiogeno possibile…

Spero che abbiate avuto modo di scrivervi una letterina o anche solo qualche frase positiva d’incoraggiamento… Personalmente, per cercare in passare quanto più possibile “indenne” la giornata natalizia, mi sono presa un foglietto colorato e mi sono scritta sopra l’indirizzo dei questo blog – per ricordare a me stessa che anche questo è un posto dove posso combattere e cercare di mantenere una mentalità positiva e propositiva – e poi la frase “Sei come sei… e non c’è niente di meglio al mondo!!”.















L’ho ripiegato e l’ho messo nella tasca dei pantaloni. E ogni qualvolta mi sono sentita sul punto di cedere, sul punto di restringere, l’ho tirato fuori rapidamente e l’ho letto. Può sembrare una sciocchezza, ma è riuscito a darmi forza.

E allora, ho pensato: perché solo a Natale?

Penso che circondarci di qualcosa di supportivo che possa aiutarci nel percorrere la strada del ricovero sia estremamente utile e benefico non soltanto nel giorno di Natale, ma anche in ogni qualsiasi altro giorno. Ricordare l’obiettivo è fondamentale, e per tenerlo bene a mente non c’è niente di meglio che un costante rinforzo positivo. Così anche oggi ho tenuto il bigliettino nella tasca dei pantaloni, ed ogni tanto l’ho tirato fuori e l’ho letto. E credo che lo farò anche domani. E dopodomani. E così via. E magari ne farò uno anche per le tasche di un paio di jeans, e per quelle del bomber, e persino per quelle della vestaglia…

Perciò, ecco quello che voglio proporvi. Circondatevi di messaggi positivi. Scrivetevi dei brevi pensieri, o anche solo delle frasi positive, e mettetele nelle tasche dei vostri jeans, o dei vostri cappotti, o nel vostro borsellino… fate in modo di averle con coi ovunque andiate e qualsiasi cosa abbiate da fare. E quando sentite che state per mollare, tiratele fuori e leggetele. Non c’è niente di meglio delle parole giuste al momento giusto. E che siano le parole giuste non ci sono dubbi, visto che sono le vostre parole. Quindi, quando leggerete quelle frasi, credeteci fino in fondo. È la parte di voi che sta percorrendo la strada della luce che le ha scritte. Perciò, contengono assolutamente la verità.

P.S.= Ricordatevi che il 5 Gennaio ci sarà il nuovo appuntamento con "A voi la parola"... Sono qua in attesa delle vostre parole... Spero che vogliate condividerle con me...

mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale!!

Ecco, è praticamente arrivato uno di quei giorni che la maggior parte di noi odia a morte: il Natale.

Un giorno in cui tipicamente ci si focalizza sul cibo, sulla famiglia, sui regali. Già con questo è detto abbastanza.

Ecco quello che scrissi diversi anni fa il giorno della vigilia:

"È il peggior giorno di questo dannato mese. La vigilia di Natale. E sono ancora qui.
Lo so che per la gente il Natale è un giorno pieno di gioia, amore, felicità e compagnia bella… ma io lo odio. È un giorno terribile e maledettamente ansiogeno. Tutti intorno alla tavola, con quel dannato panettone che non ho alcuna intenzione di mangiare. E loro che mi guarderanno come se fossi semplicemente… sbagliata. Non voglio celebrare questo Natale. Non ho un cazzo da celebrare. Non voglio ricevere regali, non li merito. Non voglio mangiare il panettone solo per renderli felici… perché questo non rende felice me. Non voglio mettere su la mia maschera con quello stupido sorriso appiccicato sopra come faccio ogni dannato giorno. Come sto facendo oggi. Vorrei solo chiudermi a chiave in camera ed alzare la musica a tutto volume cosicché nessuno possa sentirmi quando mi metterò a gridare. E mi fa rabbia sapere che non farò niente del genere. Che riindosserò la mia maschera, l’unica che può aiutarmi a trascinarmi per un’altra giornata, e fingerò di essere felice, così loro non si preoccuperanno. Chi se ne frega di come mi sento davvero. Ma mi urta, ‘sta maledetta festa. Mi urta un casino."


Questo solo per farvi capire che so benissimo cosa si prova e come ci si sente in situazioni del genere. Tuttora ammetto di non essermi completamente staccata da questa visione.

Ma proviamo a vedere quali sono gli aspetti positivi della giornata, senza concentrarci su quelli negativi. Innanzitutto pensate che il Natale è un giorno in cui tipicamente ci si scambiano doni: potrebbe essere dunque l’occasione per fare un regalo a voi stesse. Qualsiasi cosa desideriate, lasciando almeno per oggi da parte quel martellante pensiero che vi dice che ne siete indegne, che non meritate regali… perché in realtà nessuno li merita più di voi. Anche solo per la forza che dimostrate cercando di affrontare questa giornata con positività.

Se temete di mangiare troppo o troppo poco in questa giornata, se vi dà fastidio l’idea che possiate essere osservate o monitorate, provate a fare un piccolo piano alimentare equilibrato prima ancora che il pasto sia iniziato, e tentate poi di attenervici. E se non ci riuscite, non siate severe con voi stesse, non odiatevi e non punitevi: in una vita, un giorno, cosa volete che sia? Lasciate che passi, metteteci una pietra sopra cercando di non angosciarvi, e da domani riprenderete a mangiare regolarmente. Non cambia niente.

Perciò adesso respirate profondamente, chiudete gli occhi, e ripetete a voi stesse che siete forti abbastanza per affrontare anche questa giornata, e che in fin dei conti non è altro che un giorno. E, quando sederete a tavola, ignorate gli sguardi altrui e mangiate per nutrirvi. Semplicemente. Non abbuffatevi. Non restringete. Non temete che la situazione possa sfuggirvi di mano. Provate a stare tranquille. E ricordate: non siete sole.

Ci sono un sacco di ragazze, una marea di donne, un mucchio di persone che oggi stanno provando esattamente ciò che state provando voi. Tante persone che stanno provando ansia, paura, che hanno voglia di piangere, di nascondersi, di rifugiarsi sotto le coperte. Ma pure tante persone che stanno lottando per affrontare questa difficile giornata nel migliore ei modi: e voi potete essere tra queste. Basta solo che lo vogliate.

So che il Natale può essere veramente ansiogeno. Ma se provate a guardare il bicchiere mezzo pieno anziché quello mezzo vuoto, vi accorgerete che è possibile anche trovare del bello in questo giorno e riuscire a fare anche solo un piccolo sorriso. Certo, lo so che è più facile a dirsi che a farsi. Perciò incoraggiatevi ad avere cura di voi stesse. Cercate di essere felici per voi stesse, e non per la gente che vi circonda. Semplicemente, cercate di estrapolare da questa giornata il meglio che può darvi.

Individuate quelle piccole cose che possono rendere il Natale una giornata degna d’essere vissuta. In fin dei conti, il Natale è una festa che vuol richiamare gioia, non tristezza. Provate anche a fare questo: scrivete qualche frase positiva su dei Post-It e poi infilateli nelle tasche dei pantaloni. Scrivete qualcosa che possa darvi un rinforzo positivo. E poi tirateli fuori e leggeteli quando sentite che si fa particolarmente dura, che proprio non ce la fate più, che state per avere comportamenti alimentari errati o semplicemente state per scoppiare a piangere. Leggete quelle frasi se vi capiterà d’inciampare. E non dimenticate che questo è un giorno particolarmente impegnativo, e che quindi dovrete avere una grande pazienza ed essere particolarmente gentili con voi stesse. Perché voi meritate davvero il Natale più felice che possa esserci.

Domani vi penserò per tutto il giorno, cercherò di mandarvi vibrazioni positive, e spero che questo Natale riuscirà a strapparvi almeno un sorriso.

Buon Natale a tutte!!

lunedì 22 dicembre 2008

Anoressia - Reazione a catena / Il video

E dopo l'idea...

Dopo l'elaborazione...

Dopo il banner...

... ecco il video.



E questa è la canzone che fa da "colonna sonora": in Inglese...

NOT DONE YET

It's been one of those days for a lot of days now
I need a day when the world can take care of itself
This isn't what I wanted how I thought my life would turn out
And I wonder if it's like this from here on out
Sometimes life gets you, but we go on
Sometimes life gets you, we're still going on

We're not done yet
Not going quietly into the night, not me and my friends
We're not done yet, don't take it too seriously
It's just life we’ll win in the end
And we walk on and on and on, and we walk on and on...

It's been one of those days for too many days now
I did a thing that I didn't want to do again
I fell down in the place where I always fall down and I wanna give up
And let it be what it's been
Sometimes life gets you, but we go on
Sometimes life gets you we're still going on...

We're not done yet
Not going quietly into the night, not me and my friends
We're not done yet, don't take it too seriously
It's just life we’ll win in the end

It's been one of those days but I don't care now
It was only a day and tomorrow's ahead
I got this far and I know that I can ride this one out
Though I want to lie down, well I won't quit yet!
Sometimes life gets you, but we go one
Sometimes life gets you we're still going on...

We're not done yet
Not going quietly into the night, not me and my friends
We're not done yet, don't take it too seriously
It's just life we’ll win in the end

We're not done yet
Not going quietly into the night, not me and my friends
We're not done yet, don't take it too seriously
It's just life we’ll win in the end

We're not done yet
Not going quietly into the night, not me and my friends
We're not done yet, don't take it too seriously
It's just life we’ll win in the end
And we walk on and on and on, and we walk on and on…


... e la traduzione in Italiano. Molto, MOLTO importante...

NON SIAMO GIA' SPACCIATE

È stato uno di quei giorni come ce ne sono un sacco da un bel po’ di tempo a questa parte
Ho bisogno di un giorno in cui il mondo possa prendersi cura di se stesso
Questo non è ciò che volevo, come pensavo la vita sarebbe andata a finire
E mi chiedo se sarà così per sempre, da ora in poi.
Talvolta la vita confonde, ma noi teniamo duro
Talvolta la vita confonde, ma noi stiamo continuando ad andare avanti…

Noi non siamo già spacciate
Non entriamo silenziosamente nella notte, non io e le mie amiche
Non siamo già spacciate, non prendiamola troppo seriamente
Così è la vita, e saremo noi a vincere alla fine
E noi andiamo avanti e avanti e avanti, e noi andiamo avanti e avanti…

È stato uno di quei giorni come ce ne sono troppi adesso
Ho fatto una cosa che non volevo fare di nuovo
Sono caduta nel posto dove cado sempre e voglio mollare
E lasciare che sia quel che ha da essere
Talvolta la vita confonde, ma noi teniamo duro
Talvolta la vita confonde, ma noi stiamo continuando ad andare avanti…

Noi non siamo già spacciate
Non entriamo silenziosamente nella notte, non io e le mie amiche
Non siamo già spacciate, non prendiamola troppo seriamente
Così è la vita, e saremo noi a vincere alla fine
E noi andiamo avanti e avanti e avanti, e noi andiamo avanti e avanti…

È stato uno di quei giorni, ma non m’interessa adesso
È stato solo un giorno, e guardo al futuro
Sono arrivata così lontana che non posso non cavarmela indenne
Sebbene talvolta sia forte la voglia di subire senza reagire
Bè, non mollerò!
Talvolta la vita confonde, ma noi teniamo duro
Talvolta la vita confonde, ma noi stiamo continuando ad andare avanti…

Noi non siamo già spacciate
Non entriamo silenziosamente nella notte, non io e le mie amiche
Non siamo già spacciate, non prendiamola troppo seriamente
Così è la vita, e saremo noi a vincere alla fine

Noi non siamo già spacciate
Non entriamo silenziosamente nella notte, non io e le mie amiche
Non siamo già spacciate, non prendiamola troppo seriamente
Così è la vita, e saremo noi a vincere alla fine

Noi non siamo già spacciate
Non entriamo silenziosamente nella notte, non io e le mie amiche
Non siamo già spacciate, non prendiamola troppo seriamente
Così è la vita, e saremo noi a vincere alla fine
E noi andiamo avanti e avanti e avanti, e noi andiamo avanti e avanti…


Che dire? Penso che si commenti da solo e che ogni parola sia superflua...

Simy, Francesca, Martina, "Imperfect", Mary, Mirabelle, Veronica, Mel... GRAZIE di tutto. Siete speciali. Molto più di quanto possa essere espresso tramite un video. Molto più di quanto possiate immaginare.
Vi voglio tanto bene.

P.S.= Qualora lo vogliate, aiutatemi a diffondere questo video... Linkatelo sui vostri blog, speditelo... Fate in modo che raggiunga quante più ragazze possibile che possano avere questo problema, in maniera tale da dar loro un ulteriore incentivo a lottare... Grazie...

sabato 20 dicembre 2008

A voi la parola / 2

Per l'appuntamento di oggi con "A voi la parola", voglio proporvi la testimonianza di T. ...

Non ho mai avuto veri e propri disturbi alimentari, diciamo che in passato ho avuto un rapporto difficile con il cibo... non è facile scriverti perchè sono consapevole che il mio dolore e i problemi che ho avuto non sono niente in confronto a quelli di chi attraversa una vera e propria malattia, se ho deciso di farlo è solo perchè anche se in minima parte capisco certi meccanismi perversi, e li ho sperimentati sulla mia pelle: il senso di onnipotenza legato al controllo della propria dieta sempre più ristretta, il senso di colpa dopo ogni abbuffata, il costruirsi intorno un intero sistema di riferimenti distorti che finiscono per alterare la percezione di se stessi e rovinare i rapporti con le persone che ci circondano.
Da tipica preadolescente, a 12 anni ho iniziato a contare le calorie dei cibi che mangiavo e preoccuparmi del mio peso, ma solo a 16 ho iniziato una dieta vera e propria. I risultati sono arrivati subito, e oltre ad essere finalmente magra mi sentivo anche incredibilmente forte. Così ho continuato a restringere, mettendo alla prova la mia forza di volontà e cercando di mangiare sempre meno durante la settimana, per poi sfogarmi con regolari abbuffate domenicali. Finché un giorno non ho retto più e ho iniziato a sgarrare, in modo eccessivo, incontrollabile, con una (ir)regolarità e una foga che ancora oggi non so spiegare. Ho iniziato a riempirmi con tutto quello a cui fino a quel punto mi ero negata, ho ripreso tutti i chili persi e ho passato mesi in cui guardarmi allo specchio era diventato insopportabile. Da tutto questo è derivata una gelosia morbosa nei confronti del ragazzo con cui stavo, motivata dal senso di inferiorità e di inadeguatezza rispetto a un mondo in cui improvvisamente tutte erano diventate più magre, e quindi più belle di me. Credo che l'equazione bellezza=magrezza fosse anche un modo per nascondermi dallo sviluppo di una femminilità più piena e cosciente... è servito del tempo per capire che la bellezza, quella vera, è data dall'armonia che una persona contiene in sè, dal modo di porsi, e soprattutto dal grado di amore che ha per se stessa. I mesi che sono seguiti sono stato un lento recupero verso un equilibrio più maturo. Non mi ritengo una persona equilibrata e per certi versi non mi importa niente di esserlo, ma in quel caso era l'unica via che mi avrebbe permesso di uscire da un circolo vizioso, senza uscita. Grazie all'amore della persona che avevo accanto ho riconsiderato tutto: me stessa, la mia femminilità, il rapporto con il mio corpo e con i modelli estetici che mi circondavano. Ho iniziato a curare parti del mio corpo che prima trascuravo: le mani, i capelli, la pelle, imparando a prendermi cura dei dettagli, a tirar fuori la mia femminilità e caratterizzarla, darle un valore indipendente dai numeri che vedevo apparire sulla bilancia. Lentamente ho iniziato a diminuire il numero delle abbuffate finchè non ho ritrovato il senso del gusto e della fame. Ho imparato a fare piccole rinunce e al tempo stesso a guardare gli sgarri con occhio indulgente, accorgendomi che era proprio il senso di colpa a spingermi ad eccedere. Per ritrovare una buona forma fisica ci sono voluti un paio d'anni, ma è stato un processo lento, naturale, che oggi mi permette di avere un rapporto totalmente libero e sano con il cibo, cosa che non avrei assolutamente ritenuto possibile anni fa. E' stata un'esperienza dolorosa, ma mi ha insegnato molto.
Adesso, posso scrivere queste righe, e mandare a tutte voi un forte abbraccio.
Con affetto,
T.


Innanzitutto dunque, vorrei ringraziare T. per aver voluto condividere la sua storia… Posso solo immaginare quanto dev’essere stato difficile per lei aprirsi e raccontare tutto, perciò, T., ti ringrazio per la fiducia e ti faccio i complimenti per il tuo coraggio…

E’ molto importante che tu abbia deciso di condividere la tua storia che, tra l’altro, penso e spero possa essere d’aiuto a molte ragazze… Per lo meno, è stata d’aiuto a me. Perché ho trovato le tue parole estremamente supportive, e credo che di questo ci sia sempre un gran bisogno.

Sai, mi ha fatto sorridere la parte in cui scrivi che il tuo dolore non è niente in confronto di chi soffre di DCA… Io non credo che questo sia vero. Ognuno ha il proprio modo per vivere il dolore, ed ognuno ha il proprio dolore. Fare una sorta di “classifica di livello” del dolore non ha senso. Quando si sta male, si sta male e basta. Non si può dire “io sto peggio di te” o “tu stai più male di me”, perché il dolore è una cosa personale e, in quanto tale, comunque totalizzante. Un qualcosa che ha tutto il suo diritto di essere nei momenti di difficoltà. Il tuo dolore è stato tale, e merita di essere riconosciuto. Un dolore assoluto, senza scale, il dolore di chi sta male con se stessa. Lo capisco che sei stata male. Non ti devi sminuire. Ma è bello anche leggere che adesso hai trovato il modo per sottrarti a questo dolore…

E io spero che la storia di T. possa essere un grande messaggio positivo per tutte noi, ragazze… La dimostrazione che si può lottare, e che l’anoressia non è affatto più forte di noi… Né ora né mai.

Mando il prossimo appuntamento con "A voi la parola" al nuovo anno... Diciamo il 5 di Gennaio... Quindi avete un po' di tempo per mandarmi le vostre parole, qualora lo vogliate... Io sono qui che le aspetto:
veggie.any@alice.it

Un abbraccio a tutte quante...

P.S.= E dopo il banner di presentazione, il video, la nostra reazione a catena... sta arrivando!! Domani o al massimo dopodomani lo posto!! ^_^

giovedì 18 dicembre 2008

Arrivano le vacanze

A tutte:

Le cosiddette “vacanze di Natale” possono essere un periodo molto difficile. Un periodo fin troppo pieno di famiglia, cibo, comportamenti che finiscono per esasperarsi. Se scrivo queste parole, è semplicemente perché voglio dirvi che vi capisco e che vi sono vicina. Le vacanze di Natale possono essere estremamente ansiogene e possono farvi svegliare con un nodo in gola ogni mattina. Ma sapete una cosa?

Non è giusto. Le vacanze di Natale non sono state inventate per stare male. Sono state inventate per rilassarsi, per prendersi un po’ di tempo per pensare a noi stesse, per divertirsi… non per sperare che finiscano il più in fretta possibile. Perciò, cosa fare per non affrontare queste vacanze con l’inevitabile magone e per provare a trovarne gli aspetti migliori?

Fondamentalmente, dovreste cercare di darvi un bello scrollone e tentare di pensare positivo nonostante tutta la negatività che vi pesa dentro e di cui vi sentite impregnate. Dovreste cercare di pensare a stare bene voi stesse, e non a quello che gli altri vorrebbero voi faceste o come vorrebbero vi comportaste. So che è estremamente difficile, perché molto spesso questi “altri” sono genitori, parenti, amici, persone che contano molto per voi e che fareste di tutto per appagare… ma dalle quali vi sentite anche manipolate e sommerse. Bè, provare questi sentimenti va benissimo, è assolutamente naturale. Tutti i sentimenti lo sono – dato che si tratta di ciò che voi provate e che sorge spontaneamente. Però dovreste cercare di fare quello che è meglio per voi stesse, anche se ciò talvolta significa andare contro le aspettative altrui… e cercare di sopportare l’ansia che ne consegue, nella consapevolezza che voi meritate a pieno quello che tentate di ottenere per voi stesse.

So che può sembrare strano che io vi dica di pensare a voi stesse durante le vacanze di Natale, periodo in cui, tradizionalmente, viene sempre detto di pensare agli altri, ai bisognosi, ai meno fortunati… Ma solo se prima pensate a voi stesse ed avete cura di voi, e vi sentite in pace con voi stesse, potrete volgere lo sguardo verso l’esterno ed occuparvi degli altri. Un po’ come quando si dice che per piacere bisogna prima piacersi. Dovete cominciare con voi stesse per potervi aprire agli altri. Sembra facile e difficile allo stesso tempo, vero?!

Perciò cercate di stare tranquille, di focalizzarvi su ciò che desiderate per voi stesse, senza stare ad ascoltare i commenti degli altri. Qualche anno fa, chiunque facesse anche un piccolo e marginale commento su me e il cibo, mi rovinava completamente la giornata perché non riuscivo a smettere di pensarci e mi ci facevo sopra i peggiori film, arrivando così a caricare quelle parole di significati che molto probabilmente i miei interlocutori non avevano mai avuto neanche la minima idea di dargli. Quel che voglio dire, semplicemente, è che durante le feste, stando riuniti al tavolo con i parenti, può capitare che qualcuno faccia qualche commento su di voi e sul cibo: bene, non lasciate che ciò vi condizioni. Pensate a quello che è veramente importante per voi, che sapete cosa state facendo anche se gli altri possono non capirlo, e lasciate così che le parole altrui vi scorrano addosso.

Al solito, più facile a dirsi che a farsi. Ma tutto quello che dovete fare è tentare. Solo tentare. Quando vi succede qualcosa d’irritante, quando vedete o sentite qualcosa che vi fa tribolare, che vi fa venir voglia di restringere o di abbuffarvi, o di fare ogni qualsiasi altra cosa auto-distruttiva, ogni qualsiasi altro comportamento che vi ritrascina nel gorgo dei disturbi alimentari, NON CEDETE. Non lasciate che questi impulsi sopprimano la parte migliore di voi. Non cedete alla rabbia, alla tristezza, al dolore, alla frustrazione, all’ansia. Al contrario, usate tutte le emozioni che state provando, e trasducetele in determinazione per darvi la forza di continuare a comportarvi nel miglior modo possibile. Fate quello che è meglio per voi in senso oggettivo. Concedetevelo. Non pensate a quello che gli altri dicono o a come vi guardano. Pensate a voi stesse. Non pensate al cibo e a quanto dovreste/non dovreste mangiarne. Non fatevi fregare da quei pensieri ossessivi che finiscono per sembrare naturali, tanto spesso rimbalzano in testa. Pensate alla bambina che c’è in voi. E datele quello che desidera. Vi è permesso di essere indulgenti con voi stesse. Vi è permesso di cercare di sentirvi bene. Vi è permesso di essere felici. E non succede niente, sapete?!

Davvero.

Scrivetevi una lettera. Una lettera breve, una lettera lunga, anche solo una frase, poche parole, ciò che volete. Ma scrivetevi qualcosa di positivo, che vi rammenti che voi siete più forti di tutte le avversità che state attraversando e che perciò potete superarle. Magari potete anche scrivere semplicemente: “Puoi farcela! Sei molto più forte di quel che credi!”. Qualsiasi cosa, ma scrivetevela. Scrivetela unicamente per voi stesse. Scrivetela su un pezzo di carta e poi infilatelo nella tasca dei vostri jeans, o della vostra tuta, o nel vostro borsello, o in qualsiasi posto possiate averlo sempre con voi. E quando sentite che le cose vanno particolarmente male, quando sentite che proprio non ce la fate più, tiratelo fuori e leggetelo. Rassicuratevi. Non cedete. Non lasciatevi influenzare da tutto quello che anoressia e bulimia mettono in testa. Dopo vi ringrazierete. Magari il giorno dopo. Magari il mese dopo. O magari anni dopo. Ma vi ringrazierete.

Volete davvero che le vostre vacanze di natale siano un inferno? Uno stress continuo? Giorni pieni di rabbia, panico, nervosismo, ossessioni, angoscia, ansia, tristezza? Ma certo che non lo volete. E non lo meritate. Anzi, voi meritate tutte le cose più belle che le vacanze possono portare. Lo so che non si possono cancellare tutti i sentimenti negativi, le ossessioni ed i comportamenti sbagliati nel tempo di una vacanza di Natale. Ma potete iniziare a farlo.

Cominciate adesso. Iniziate con queste vacanze.

Faccio un enorme in bocca al lupo a tutte… Voi potete farcela tranquillamente, sapete?!

martedì 16 dicembre 2008

Forthcoming...

Ancora pochi giorni, ragazze...

La nostra reazione a catena, il nostro video... "is COMING SOON"!!

Intanto, ecco il banner di presentazione...











(Se fate click sopra s'ingrandisce... Lo sapevate già, vero?!)

"Reazione a catena - Perchè noi possiamo lottare tutte insieme - perchè noi possiamo aiutarci nel ricovero tutte insieme"

domenica 14 dicembre 2008

La bilancia e lo specchio

L’unico potere posseduto dalla bilancia e dallo specchio è quello che noi stesse conferiamo loro.

Provate a pensarci…

Per esempio: che cos’è una bilancia? È solo un elettrodomestico fatto di metallo, viti, plastica, connessioni meccaniche. Esattamente come il tostapane, o il frullatore, o il forno a microonde. Immaginatevi come sarebbe se io vi dicessi: “La mia autostima, quello che io penso di me stessa, è determinato dal tostapane”. Sembrerebbe abbastanza stupido, no?! Oppure, se dicessi: “Accidenti che razza di persona orribile che sono, lo dice il frullatore!”. O anche: “Devo chiedere al forno a microonde se sono okay, oggi”. Ehm… O_O

In realtà, tutti quelli appena elencati non sono altro che oggetti inanimati, elettrodomestici che, di per sé, non hanno alcun potere. Acquisiscono però questo potere se siamo noi stesse ad investirli di ciò. Il numero che la bilancia ci rimanda, di per sé, non significa niente. È solo un numero come mille altri numeri che possiamo incrociare nel corso della giornata. E perciò non dobbiamo lasciare che un numero condizioni il nostro umore e che ci dica quanto valiamo… perché noi siamo molto, MOLTO di più di quello che può essere espresso tramite un numero. Soprattutto se questo numero è quello scritto su una bilancia. Nessun numero sarà mai quello giusto se noi per prime non stiamo bene con noi stesse. E se stiamo bene con noi stesse, non avremo più bisogno di ricorrere a quel numero. Perciò, la prossima volta che vi verrà in mente di pesarvi, cercate di mettere sul piatto della bilancia quello che di dì voi vale davvero la pena di pesare: la vostra intelligenza, la vostra simpatia, il vostro talento, il vostro coraggio, la vostra forza di volontà, la vostra determinazione. Perché è solo questo quello che conta. Tutt’altra cosa rispetto ad un numero.

E, per venire allo specchio. Lo specchio non è che una superficie che ci manda un riflesso. Ma siamo noi che dobbiamo decidere come poter interpretare quel riflesso. Molto spesso, se ci pensate, in realtà, dentro la nostra testa abbiamo già elaborato pensieri negativi su noi stesse ancor prima di metterci davanti allo specchio. Fin da prima abbiamo già la certezza che il nostro riflesso, quale che possa essere, non ci piacerà. E così, cosa pensate che succeda quando ci mettiamo davanti allo specchio? Ci siamo già costruite da sole una sorta di profezia che si auto-avvera… ci siamo già dette cosa dovevamo vedere, quindi tutto ciò che facciamo è guardarci con gli occhi chiusi. E specchiarci così fa male, perché quello specchio non rimanda l’immagine del nostro corpo, ma l’immagine della nostra testa. Perciò, prima di cercare di cambiare gli occhi con cui guardiamo, cerchiamo di modificare il nostro modo di pensare. Cerchiamo di vedere quello che c’è di bello in noi,anziché concentrarsi sui difetti e sugli aspetti negativi. È un po’ la stessa storia della bilancia: quello che c’è di bello in noi è un qualcosa di così profondo che la superficie di uno specchio non potrà mai rimandarlo. Ma se ce ne rendiamo conto, allora forse possiamo sorridere. E la vita è proprio come quello specchio: ci sorride se la guardiamo sorridendo.

Perciò, la prossima volta che vi guardate allo specchio, ragazze, pensate a questo: pensate che siete delle guerriere. E il riflesso che vedrete sarà molto più bello di quello reale… perché sarà il riflesso che vi viene da dentro… Il riflesso di una guerriera



P.S.= Per quanto riguarda il video... Datemi tempo non più di una settimana, e sarà qui...

venerdì 12 dicembre 2008

Guadagnare peso... e prospettiva

Quando decidete d’iniziare il ricovero – ripeto, qualsiasi cosa questa parola significhi per voi – soprattutto se siete molto sbilanciate per quanto riguarda il peso, è importante cercare di dimenticare i numeri e mangiare ciò che sta scritto sul proprio “equilibrio alimentare”, fare attività fisica ma senza esagerare, ed evitare in tutti i modi di compararsi ad altre ragazze o anche di paragonare il proprio ricovero a quello di altre ragazze.

Al di là di quello che vi dicono i dietisti, non esiste veramente un “peso-forma” da raggiungere per essere di nuovo in salute. Perché focalizzarsi ancora sui numeri quando è proprio questo che vi ha traviato in passato? Dunque, provate a focalizzarvi sui sentimenti – soprattutto su quelli positivi.

Ognuna di noi ha il suo proprio “peso-forma”. È un qualcosa di biologico e fisiologico che non può essere stabilito a priori tramite calcolo del BMI o speculazioni teoriche. È nella memoria genetica di ogni vostra cellula. Quando avrete raggiunto quel peso, continuerete ad oscillarci intorno. Non ingrasserete né dimagrirete. Manterrete più o meno sempre quel peso. Ovvio, potranno esserci piccole variazioni stagionali o legate al ciclo mestruale, ma rimarrete sempre all’interno di un range piuttosto stretto che rappresenta il vostro peso biologico. E ogni corpo è diverso dagli altri. Perciò, è inutile che stiate a fare confronti con le altre ragazze… provate semplicemente a stare bene per voi stesse… e lasciate che sia il vostro corpo a dire qual è il peso che vi consente di essere in salute.

Ci sono tanti differenti tipologie corporee (longilinea…aggiungere), tanti diversi stili di vita (atletico, attivo, sedentario…), e soprattutto tanti differenti fattori genetici che determinano le forme e il peso di ciascuna di noi. Perciò quello che è il peso biologico di una persona può non esserlo per un’altra. Anche se quelle due persone hanno la stessa altezza. Focalizzatevi perciò su voi stesse, non su qualcun altro o su ciò che qualcun altro dice.

Ci sono persone che, fin dalla nascita, sono particolarmente magre. È naturale, quindi il loro peso biologico anche da adulte sarà magari inferiore rispetto a quello che può essere generalmente considerato un peso normale per la loro altezza. Tanto più che, crescendo, il corpo si modifica. Si prepara ad espletare tutte le funzioni adeguate ad un corpo di donna. Ad un corpo adulto. Quindi non pensate a quanto pesavate prima, e non pensate che sia okay raggiungere quel peso. Ogni momento della vita presenta un suo specifico peso biologico. Vivete per quello che è il presente, non per quello che è stato il passato.

So che il mio peso attuale sarà destinato ad aumentare. Questo mi genera ansia, ma cerco di sopportarlo e di non trasgredire a quanto scritto sul mio “equilibrio alimentare”. Cerco di fare attività fisica in maniera equilibrata e di non preoccuparmi di quello che succederà. Magari potrò stare bene e sentirmi bene anche con qualche chilo in più. Inutile fasciarsi la testa prima di averla sbattuta.

Perdere peso, guadagnare peso… dipende tutto da voi. Se non vi piacete per quello che siete, non vi piacerete mai – qualsiasi sarà il vostro peso. Oltre che guadagnare peso, perciò, provate a guadagnare prospettiva. Senza di essa il peso – alto o basso che sia – non cambierà niente. Continuate a credere in voi stesse. Perché ce la potete fare.

P.S.= Per chi ci sta pensando, voglio precisare che, no, quello che ho scritto non è merda psicofisiologica raccattata su qualche libro. È esperienza diretta. Come persona… e, naturalmente, come “protomedico”… ^_^

mercoledì 10 dicembre 2008

Reazione a catena

Oggi mi sono portata un po' avanti con la realizzazione del video. Ho iniziato ad inserire le immagini, ad alternare le frasi positive con le fotografie. E più andavo avanti, più mi rendevo conto che si trattava veramente di un qualcosa che si espande, di una reazione a catena.

Una reazione a catena.

Descrive perfettamente.

E allora ho cercato un po' laddove avevo già sentito questo termine, "reazione a catena", e mi sono trovata di fronte alle immagini della centrale di Chernobyl a seguito del disastro nucleare.

E poi ho letto le parole di una testimonianza ed ho pensato che, opportunamente rimaneggiate, potevano benissimo adattarsi anche a questa situazione.

“ […] …ed è stato un qualcosa di veramente irripetibile. Una reazione a catena immensa, spaventosa, con la forza devastante di mille uragani. Un forza distruttrice senza pari, di quelle che fa tabula rasa e non lascia niente. Eppure, all’inizio… […] … nessuno l’avrebbe mai sospettato. Era solo una sbarra, cosa avrebbe mai potuto fare una sbarra, si pensava? Niente, da sola. […] Un neutrone che colpisce una particella d’uranio non cambia proprio niente. Ma poi i neutroni sono diventati 2. E poi 3. E ancora prima che qualcuno potesse rendersene conto, erano già diventati milioni. Milioni di neutroni. Milioni di particelle d’uranio. Una spaventosa reazione a catena. […] … (la radioattività) ha distrutto tutto. Non è rimasto niente. E chissà quante vittime mieterà ancora la radioattività. […]… Ma noi che siamo rimasti abbiamo il dovere di ricostruire. Da qui in poi, solo ricostruire. E vedere quello che possiamo fare, con le nostre forze… […]”

(le parole di Олег Головач, uno degli impiegati della centrare di Chernobyl sopravvissuto alla catastrofe)

“ […] …e sarà un qualcosa di veramente irripetibile. Una reazione a catena immensa, meravigliosa, con la forza devastante di mille uragani. Un forza creatrice senza pari, di quelle che fa ricominciare a lottare e non permette di mollare. Eppure, all’inizio… […] … nessuno l’avrebbe mai sospettato. Era solo una ragazza, cosa avrebbe mai potuto fare una ragazza, si pensava? Niente, da sola. […] Una ragazza che decide di fare un video con frasi positive contro l’anoressia non cambia proprio niente. Ma poi le ragazze sono diventate 2. E poi 3. E ancora prima che qualcuno potesse rendersene conto, erano già diventate 9. 9 ragazze. Veggie, Simy, Martina, Francesca, Veronica, “Imperfect”, Mary, Mirabelle, Mel. Una stupenda reazione a catena. […] … (l’anoressia) ha distrutto tutto. Non è rimasto niente. E chissà quante vittime mieterà ancora l’anoressia. […]… Ma noi che siamo rimaste abbiamo il dovere di ricostruire. Da qui in poi, solo ricostruire. E vedere quello che possiamo fare, con le nostre forze… […]” …


(le mie parole)

...perché siamo più forti se combattiamo insieme.

Ed è questa la nostra reazione a catena… ed è la più bella e la più forte che ci sia.

P.S.= Oltre a realizzarlo, sto cercando anche un titolo per questo video... Tutti i sugerimenti sono benvenuti!!

lunedì 8 dicembre 2008

A voi la parola / 1

Per la prima sessione di "A voi la parola", stasera voglio proporvi le parole di Jessica...

Maggio 2008
svegliarmi tutta nuda davanti alla classe mi farebbe sentire meno imbarazzata di quanto possa esserlo adesso...
guardare lo specchio e non credere a quello che vedo....
sensazione mai provata...
sentirsi da sempre appesa a una corda situata fra due coste che separano il passato dal presente e io a cercare di sorpassare la lunga corda...
passato e presente
stabilità e pazzia
bimba innocente a ragazza cosciente
dal sapere a al non sapere nulla
dall'incoscienza a la maturità
dal volere al reprimere
dall'avere tutto al nulla
dall'ignoranza all'abbandono...
troppi varchi
troppi scheletri da dimenticare
dall'essere forte al lasciarsi vincere dalle debolezze
piccole dita sfiorare la soglia dell'impossibile... gambe trascinarsi a stento...
pericolo... non accettare aiuto...
il viso deformarsi gli occhi perfetti morire annegati dalle lacrime...
pensieri che tormentano la mente sana fino a divenire folle
accecarsi dalle verità
nascondersi...


Penso che le parole di Jessica siano molto profonde. Riescono a sondare bene la realtà dell'anoressia, tutto il gap che c'è tra quello che si desidera, quello che si pensa l'anoressia potrà farci ottenere, e quello che effettivamente si riesce ad ottenere. Sono parole addolorate e consapevoli, parole che cercano una via d'uscita per un dolore così grande che non può essere contenuto in un corpo così sottile.

La tua vita è tutta nelle tue mani, Jessica. Sei solo tu che puoi decidere cosa farne. Puoi rimanere impigliata nelle maglie del dolore, o puoi dare un strattone, rompere la rete in cui ti sei auto-imprigionata, ed iniziare a lottare per te stessa, e non più contro te stessa. Io credo che, data la tua capacità auto-analitica, tu abbia tutta l'intelligenza e tutta la capacità per riuscirci perfettamente. Io sono qui che faccio il tifo per te...

P.S.= Il prossimo appuntamento con "A voi la parola" al 20 Dicembre! Sono qui in attesa delle vostre parole...

sabato 6 dicembre 2008

Progetto video

Allora, circa un mesetto fa ho avuto un’idea.

E l’idea è un video. Un video che vorrei realizzare. Un video di lotta contro l’anoressia. Un video di ragazze che stanno combattendo contro l’anoressia. Un video in cui frasi positive si alternano ai volti di ragazze che hanno vissuto l’anoressia e che tuttora stanno combattendo, e ci stanno mettendo tutte loro stesse. Un video che vuole essere un incoraggiamento anche per tutte le altre ragazze che stanno lottando, un sostegno per chi sta già percorrendo la strada del ricovero, un rinforzo positivo per questa dura battaglia senza quartiere. E anche una “spinta” ad intraprendere la strada della luce per tute quelle ragazze che ancora hanno paura e non riescono a decidersi ad iniziare a lottare e ad abbandonare l’anoressia. Insomma, un video che vuole essere il messaggio di chi ci è passata e sta combattendo, per cui ancora ci sta passando e non riesce a trovare la forza di lottare. E anche un messaggio per chi ne farà parte, perché se possiamo essere unite in un video, allora possiamo esserlo anche nella lotta, e se si combatte insieme… bè, allora possiamo davvero essere più forti insieme. Perché è vero che l’unione fa la forza… e anche che combattere è già una vittoria. Perciò, mi sono detta, se stiamo insieme anche in questa battaglia, abbiamo più possibilità di farcela!! Perché noi possiamo combatter insieme… per noi stesse e per tutte le altre… perché noi siamo davvero tanto più forti insieme!!

Insomma, ho avuto quest’idea e mi è sembrato che potesse essere un progetto positivo. Così ho pensato di chiedere ad altre ragazze di unire le loro fotografie alle mie nella realizzazione di questo video. Non ragazze a caso, ovviamente. Guerriere della luce. Per poter dare un messaggio forte. Un messaggio dato da persone che stanno combattendo. Da persone che ci sono passate e che stanno facendo di tutto per non ricaderci di nuovo. Da persone che sanno cosa significa.

Così, nelle scorse settimane le ho contattate via mail per sapere cosa ne pensassero e se fossero disposte ad aderire a questo progetto inviandomi le loro fotografie. In tutta onestà, all’inizio non ero particolarmente ottimista. Consapevole del fatto che per chi soffre di DCA mostrare il proprio corpo è una delle cose più difficili che ci siano – io stessa mi sento a disagio – pensavo che sarebbe stato più che comprensibile se nessuna di queste ragazze avesse avuto intenzione di seguirmi. Certo, mi avrebbe fatto immensamente piacere poter riunire le fotografie di tutte quante, ma sapevo anche che, se pure fossimo state solo in 2 o 3 a realizzare il video, già sarebbe stato un successo. Comunque, ho deciso di provarci. Ho chiesto. E poi… poi è successa una cosa meravigliosa. E poi, c’è una canzone che dice “…lo strano percorso di ognuno di noi, che neanche un grande libro o un grande film potrebbero descrivere mai, per quanto è complicato ed imprevedibile, per quanto in un secondo tutto può cambiare…”. Ed è vero. In un secondo possono cambiare veramente un sacco di cose. In un secondo, o nel tempo di qualche mail.

Le persone giuste, le parole giuste, il momento giusto, la voglia di combattere giusta, non so… Forse tutte queste cose insieme… Forse c'è che una parte e poi le altre la seguono... come una reazione a catena... perchè ci si accorge che se ci si tiene per mano siamo più salde e si arriva più lontano…

E la sorpresa, poi, è che la reazione a catena inizia e continua… siamo davvero come i neutroni della fissione nucleare… Una afferra l’altra e si continua, senza smettere mai… Ci si tiene per mano e si va avanti… Si forma una catena sempre più lunga… e più si va avanti, e più la catena si allunga… e più si va avanti, più siamo in grado di fornire appigli… e più si va avanti, più la nostra catena diventa forte…

Hanno cominciato ad arrivarmi fotografie. C’è chi mi ha mandato decine di fotografie, e chi una soltanto, ma quel che conta è avere anche solo quell’unica fotografia, che è importante e preziosa esattamente come tutte le altre, semplicemente perché è una prova d’immenso coraggio.

Veggie.
Simy.
Martina.
Francesca.
Veronica.
"Imperfect".
Mary.
Mirabelle.
Mel.

Perché noi siamo una squadra. Forse non siamo una squadra che vince, questo non possiamo ancora dirlo, però siamo certamente una squadra che lotta.

Perché noi siamo una reazione a catena. Perché quando partiamo tutte insieme non c’è niente che possa fermarci. Perché continuiamo ad avanzare nonostante tutto. E, una volta tanto, a differenza della fissione, la nostra reazione a catena non è distruttiva… ma mettiamo un mattone ciascuna, e insieme ricominciamo a costruire.
Forse perché siamo persone che sono passate attraverso il fuoco… e il fuoco indurisce ciò che non distrugge…

P.S.= Ragazze, volevo solo dirvi che siete tutte meravigliose. Perché siete belle dentro. Grazie di tutto. Grazie di cuore. Da domani inizierò la realizzazione del video… Vi chiedo di avere un po’ di pazienza perché per fare queste cose un po’ di tempo mi ci vuole… Facciamo che questo video sarà un regalo di Natale per tutte quante, okay?!
Vi voglio bene…

P.P.S.= Lunedì 8 ci sarà il primo appuntamento con “A voi la parola”! Se volete mandarmi le vostre parole, io sono sempre qui che le aspetto… Vi abbraccio…

giovedì 4 dicembre 2008

Per Duccia...

Si arriva ad un punto in cui capisci che altro non puoi fare.

Quello che dovevi dire l'hai detto. Veramente, anche quello che non dovevi dire.

Sbagliare è umano.

Mi sei stata vicina in momenti in cui ho toccato il fondo, hai saputo starmi vicina anche da lontana. Mi hai abbracciata ma senza stringermi, senza farmi venire quella voglia irrefrenabile di scappare che provo ogni qualvolta mi avvicino di più ad una persona. Mi hai ascoltata senza giudicare. Hai accettato il mio sintomo senza anteporlo a me. E sei stata l'unica che ha continuato a vedere "Veggie" quando tuti gli altri vedevano solo "Anoressia". Sapevi che non avresti mai potuto capire, ma hai cercato di farlo ugualmente. Mi hai fatto sentire che c'era qualcosa oltre il buio dell'anoressia. Mi hai dato il coraggio di rialzarmi. Se sono qui che scrivo queste parole, adesso, so di doverlo in gran parte anche a te.

Hai sempre visto in me molto più di quella che io sento di essere. Ma forse è normale che sia così. Non sono facile da gestire, lo sai bene. Ti penso. Ti scrivo. Discutiamo. E poi, dopo qualche secondo, è tutto come prima. La tua tranquillità basta per entrambe. A volte penso perfino che me ne hai rubata un po'...

Sei una persona veramente unica ed importante per me. Un'Amica con la "A" maiuscola.

Ci sei sempre quando ho bisogno e quando sento che sto per cadere, ogni volta penso che ho tirato troppo la corda e che non risponderai alla mia voce... eppure ci sei sempre, ancora, sei sempre te, quella speciale.

Responsabile, intelligente, silenziosa, dolce, forte, fragile, semplice, sensibile, diretta, riflessiva, viva e coraggiosa. Sai vivere. Tu pensi di no, ma io ti dico di sì, sai vivere. Non so da chi l'hai imparato. Che non si decide di essere così. Hai quella capacità di trasmettere tanto affetto nelle piccole cose, nei semplici gesti quotidiani, tipica delle persone speciali. Dovresti vederti quando parli, quando gesticoli. Sei fatta per sfondare. Brilli. Credo che, in fondo in fondo, sia uno dei tuoi scopi, temuti ed agognati...

Una volta mi hai detto che hai avuto la sensazione di poter imparare tante cose da me. Ma arrivate a questo punto, sono io quella che ha imparato di più da te. Sono felicissima ed orgogliosa di averti come amica. Sarai sempre la mia migliore amica del cuore...

Tra l'altro, credo di non avertelo mai detto... Ti voglio un bene dell'anima.

martedì 2 dicembre 2008

Immagine / Pensiero positivo

Un'immagine/pensiero positivo e pro-ricovero che voglio condividere con voi...
















P.S.= Come ho scritto in commento ad un precedente post, l'8 Dicembre pubblicherò la prima sessione di "A voi la parola"... Sono qua in attesa di leggere i vostri pensieri! Un abbraccio a tutte quante...
 
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