venerdì 8 maggio 2009
La bellezza secondo me - Take 4
Si contina, ragazze!!
Come sempre, vi ringrazio tutte di cuore per le vostre parole.
Questa è "la bellezza secondo noi"... alla faccia degli stereotipi e dei luoghi comuni che ci vogliono ragazzine capricciose che ricercano la bellezza tramite l'anoressia! Leggete un po' qua sotto, se davvero la pensate così...
VALE
"Cos'è la bellezza... un interrogativo che mi sono sempre posta. Bellezza non è l'aspetto (o non solo) l'aspetto esteriore. Bellezza non è come ci vedono gli altri. La mia esperienza mi porta a pensare che la bellezza non è oggettivamente inquadrabile ma è da ricercare nella sfera soggettiva: nel piacersi. Belli ci si sente, non si è. Ed il piacersi sul versante meramente fisico non è qualcosa di superficiale ma è un dato importante. Non piacersi è una vera e propria condanna."
PACHUCHA
"Io penso che ognuno di noi è bello a modo suo. E' la diversità che fa la bellezza :-)"
ELY
"Non mi piace il citazionismo sterile ma per me il concetto di bellezza è racchiuso in questa scena:
http://www.youtube.com/watch?v=P1hrqq2DrAs
"A volte c’è così tanta bellezza nel mondo che non riesco ad accettarla"
Mendes rende così bene l'idea. A volte penso che Dio esista per forza perchè tutta questa meraviglia che ci circonda, un raggio di sole a primavera, l'acqua cristallina del mare d'inverno, il vento che mi aggroviglia i capelli a nido di quaglia... tutto questo non può che essere amore allo stato puro, amore di un Dio, di un Creatore... chiamalo come vuoi.
La bellezza è più di un canone estetico condiviso, è qualcosa che ha milioni di forme, ma che, nella sua forma più pura, può semplicemente e solo commuovere.
Io piango a volte ascoltando un crescendo di una musica di James Horner.
Io piango fissando a lungo il verde dei primi germogli al sole del tramonto, o l'erba di un prato.
Piango quando sento l'odore della pioggia.
Tutto questo è BELLEZZA.
E' bellezza un padre che gioca con suo figlio, un nonno che ride col nipote.
Ma la bellezza è proprio nelle piccole cose, in ciò che l'occhio si concede di ammirare ed è quindi difficile da percepire.
La bellezza è anche uno stato d'animo, una sensibilità.
Bello è ciò che ci smuove qualcosa dentro, ciò che ci emoziona.
Io mi sento bella quando sento le gambe che non tremano, quando vedo la strada dritta davanti a me e anche se vacillo metto un piede avanti all'altro e vado avanti.
Tutto è bellezza.
C'è un passo ne “I Cento Passi di Giordana”, dove Peppino Impastato (Lo Cascio) dice che tutto scende dalla bellezza, che ogni cosa, se derivasse da lì direttamente, non potrebbe che andare nel verso giusto… e penso abbia ragione."
MEL
"L'idea che ho io di bellezza è precisa..
La bellezza è nella felicità...
Se tu sei felice diventi bellissima… il corpo trasmette quello che senti, se sei felice, una luce nuova risplende intorno a te..."
"MIRABELLE" (LETY)
"Prima di tutto: bella domanda.
Una di quelle domande per cui sono stata ad shakerarmi le sinapsi da sempre senza venirne a capo davvero. Ho avuto percezioni diverse della bellezza, o presunta tale, dal passato ad oggi. Quindi recuperando quattro brandelli di logica sono giunta alla conclusione che: sì, la bellezza non può che essere soggettiva, perché cambia da persona in persona e addirittura più volte nella stessa persona. Conserva qualche sprazzo di oggettività, forzatamente causato dai vincoli dettati dai condizionamenti esterni, come la società, l'ambiente ecc, ma si mantiene un campo aperto. La più luminosa delle idee a detta di Platone, il mezzo per raggiungere il fine ultimo dell'Uomo, il completo, il finito, il perfetto?
O semplicemente un impulso umano, una kailos, una "bella cosa" che condiziona le relazioni? L'uomo, orientato verso ciò che gli provoca piacere, ricerca ovunque la bellezza, e la cerca in altri uomini e in se' stesso per l'appagamento che può derivarne (Arist.)
Però vedi, c'è quest'ultimo punto. "cercare ciò che piace e quindi il bello" non "cercare la bellezza di per se'". Perché non esiste o, per lo meno, un po' come per l'infinito, Dio e tutto il resto, non è concepibile dalla mente umana. Non la bellezza nella sua più completa espressione quindi, ma solo un riflesso, uno sprazzo di essa. E solo su di esso si può avere un'idea.
Credo che tutto sia sospeso in uno strano equlibrio, credo che ogni cosa ci oscilli sopra spinta dal suo impulso vitale. E credo che quest'equilibrio si identifichi con il riflesso del bello. Al di là dei canoni, degli stereotipi, delle tette siliconate, delle diete e delle taglie. E' puro e semplice equilibrio mentale e fisico. E' conoscersi a tutto tondo, è sapersi esplorare nel più profondo, è saper sviscerare una sorta di forza interna che illumina dentro e fuori. E' rispetto, sostanzialmente. Rispetto fisico, ergo la conoscenza delle proprie esigenze, dei propri ritmi. E mentale, per esempio avere una giusta percezione delle proprie capacità, saperle dosare senza mai spingersi oltre. Tutte cose che prima mancavano, e che passo passo sto cercando di ricostruire. il rispetto, la dignità, lo stimarsi. Credo che questa luce che si sviscera da dentro poi, come in una sorta di fenomeno di fosforescenza, anche da fuori sia percepibile. Ma di rimando. Come riflesso di una bellezza che già di per se' è riflesso dell'idea di bellezza che l'uomo non raggiunge.
E c'è ancora chi crede che non solo nasca da fuori, ma che sia il fuori!"
Come sempre, vi ringrazio tutte di cuore per le vostre parole.
Questa è "la bellezza secondo noi"... alla faccia degli stereotipi e dei luoghi comuni che ci vogliono ragazzine capricciose che ricercano la bellezza tramite l'anoressia! Leggete un po' qua sotto, se davvero la pensate così...
VALE
"Cos'è la bellezza... un interrogativo che mi sono sempre posta. Bellezza non è l'aspetto (o non solo) l'aspetto esteriore. Bellezza non è come ci vedono gli altri. La mia esperienza mi porta a pensare che la bellezza non è oggettivamente inquadrabile ma è da ricercare nella sfera soggettiva: nel piacersi. Belli ci si sente, non si è. Ed il piacersi sul versante meramente fisico non è qualcosa di superficiale ma è un dato importante. Non piacersi è una vera e propria condanna."
PACHUCHA
"Io penso che ognuno di noi è bello a modo suo. E' la diversità che fa la bellezza :-)"
ELY
"Non mi piace il citazionismo sterile ma per me il concetto di bellezza è racchiuso in questa scena:
http://www.youtube.com/watch?v=P1hrqq2DrAs
"A volte c’è così tanta bellezza nel mondo che non riesco ad accettarla"
Mendes rende così bene l'idea. A volte penso che Dio esista per forza perchè tutta questa meraviglia che ci circonda, un raggio di sole a primavera, l'acqua cristallina del mare d'inverno, il vento che mi aggroviglia i capelli a nido di quaglia... tutto questo non può che essere amore allo stato puro, amore di un Dio, di un Creatore... chiamalo come vuoi.
La bellezza è più di un canone estetico condiviso, è qualcosa che ha milioni di forme, ma che, nella sua forma più pura, può semplicemente e solo commuovere.
Io piango a volte ascoltando un crescendo di una musica di James Horner.
Io piango fissando a lungo il verde dei primi germogli al sole del tramonto, o l'erba di un prato.
Piango quando sento l'odore della pioggia.
Tutto questo è BELLEZZA.
E' bellezza un padre che gioca con suo figlio, un nonno che ride col nipote.
Ma la bellezza è proprio nelle piccole cose, in ciò che l'occhio si concede di ammirare ed è quindi difficile da percepire.
La bellezza è anche uno stato d'animo, una sensibilità.
Bello è ciò che ci smuove qualcosa dentro, ciò che ci emoziona.
Io mi sento bella quando sento le gambe che non tremano, quando vedo la strada dritta davanti a me e anche se vacillo metto un piede avanti all'altro e vado avanti.
Tutto è bellezza.
C'è un passo ne “I Cento Passi di Giordana”, dove Peppino Impastato (Lo Cascio) dice che tutto scende dalla bellezza, che ogni cosa, se derivasse da lì direttamente, non potrebbe che andare nel verso giusto… e penso abbia ragione."
MEL
"L'idea che ho io di bellezza è precisa..
La bellezza è nella felicità...
Se tu sei felice diventi bellissima… il corpo trasmette quello che senti, se sei felice, una luce nuova risplende intorno a te..."
"MIRABELLE" (LETY)
"Prima di tutto: bella domanda.
Una di quelle domande per cui sono stata ad shakerarmi le sinapsi da sempre senza venirne a capo davvero. Ho avuto percezioni diverse della bellezza, o presunta tale, dal passato ad oggi. Quindi recuperando quattro brandelli di logica sono giunta alla conclusione che: sì, la bellezza non può che essere soggettiva, perché cambia da persona in persona e addirittura più volte nella stessa persona. Conserva qualche sprazzo di oggettività, forzatamente causato dai vincoli dettati dai condizionamenti esterni, come la società, l'ambiente ecc, ma si mantiene un campo aperto. La più luminosa delle idee a detta di Platone, il mezzo per raggiungere il fine ultimo dell'Uomo, il completo, il finito, il perfetto?
O semplicemente un impulso umano, una kailos, una "bella cosa" che condiziona le relazioni? L'uomo, orientato verso ciò che gli provoca piacere, ricerca ovunque la bellezza, e la cerca in altri uomini e in se' stesso per l'appagamento che può derivarne (Arist.)
Però vedi, c'è quest'ultimo punto. "cercare ciò che piace e quindi il bello" non "cercare la bellezza di per se'". Perché non esiste o, per lo meno, un po' come per l'infinito, Dio e tutto il resto, non è concepibile dalla mente umana. Non la bellezza nella sua più completa espressione quindi, ma solo un riflesso, uno sprazzo di essa. E solo su di esso si può avere un'idea.
Credo che tutto sia sospeso in uno strano equlibrio, credo che ogni cosa ci oscilli sopra spinta dal suo impulso vitale. E credo che quest'equilibrio si identifichi con il riflesso del bello. Al di là dei canoni, degli stereotipi, delle tette siliconate, delle diete e delle taglie. E' puro e semplice equilibrio mentale e fisico. E' conoscersi a tutto tondo, è sapersi esplorare nel più profondo, è saper sviscerare una sorta di forza interna che illumina dentro e fuori. E' rispetto, sostanzialmente. Rispetto fisico, ergo la conoscenza delle proprie esigenze, dei propri ritmi. E mentale, per esempio avere una giusta percezione delle proprie capacità, saperle dosare senza mai spingersi oltre. Tutte cose che prima mancavano, e che passo passo sto cercando di ricostruire. il rispetto, la dignità, lo stimarsi. Credo che questa luce che si sviscera da dentro poi, come in una sorta di fenomeno di fosforescenza, anche da fuori sia percepibile. Ma di rimando. Come riflesso di una bellezza che già di per se' è riflesso dell'idea di bellezza che l'uomo non raggiunge.
E c'è ancora chi crede che non solo nasca da fuori, ma che sia il fuori!"
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martedì 5 maggio 2009
La bellezza secondo me - Take 3
Ecco ancora le vostre idee relativamente alla "bellezza"... Non posso che continuare a ringraziarvi per questa meravigliosa condivisione... Un po' di pazienza e, nel cronologico ordine in cui mi sono arrivate, darò spazio a tutte le vostre parole...
DARKSECRETINSIDE
"IO LA BELLEZZA LA COLGO NELLE COSE PIU' STRANE...
E' QUELLO CHE SENTO, CHE PERCEPISCO DELLE PERSONE CHE MI INDICA SE DEFINIRLA BELLEZZA O MENO.
IL PROFUMO DELLA PELLE E NON QUELLO ARTEFATTO....QUELLO NATURALE.
L'ESPRESSIONE DEGLI OCCHI, GRANDI O PICCOLI....PURCHE' PROFONDI...LE PAROLE,LE MOVENZE, IL SUONO DELLA VOCE, IL COLORE, LA TIMBRICA....
HO CONOSCIUTO UOMINI E DONNE CHE AVEVANO LA VOCE TALMENTE INSOPPORTABILE DA FARMI SCOPPIARE L'EMICRANIA...QUINDI PER ME LI' NON C'ERA BELLEZZA.
IL FASCINO E' BELLEZZA, IL MAGNETISMO CHE SI EMANA....IN QUANTO SIMBOLO CHIARO DI UN QUALCOSA DI MAGICO E PROFONDO CHE STA DENTRO LA PERSONA, NON FUORI.
LA PERSONALITA'.
QUESTA E' LA BELLEZZA.
TUTTI QUELLI CHE MI PASSANO DAVANTI O DIETRO PER STRADA E MI EMANANO QUESTE SENSAZIONI....MI ATTIRANO, COME UNA VOCE CHE MI CHIAMA E M'INVITA AD AMMIRARE LA LORO "BELLEZZA"
LA BELLEZZA E' ANCHE UNA GRAN BELLA TESTA....APERTA, LIBERA...CREATIVA...INTELLIGENTE, INTUITIVA, PERSPICACE, MALIZIOSA...UNA TESTA CHE NON FINISCE MAI DI ANDARE OLTRE...SENZA FONDO ALCUNO....LA BELLEZZA E' L'ANIMA...E PER ME DEVE ANCHE ESSERE UN PO' DANNATA...PER RIFLETTERE LA MIA....
IN TUTTE QUESTE COSE IO TROVO BELLEZZA.....
NON C'E' NULLA DI ESTETICO CHE POSSA CONQUISTARMI SE MANCANO TUTTE (O ALMENO ALCUNE) DI QUESTE COMPONENTI.
ED E' DENTRO CHE BISOGNA LAVORARE PER OTTENERE LA PAROLA MAGICA "BELLEZZA"...
POI, SI POTRA' ANCHE ESSERE MODELLE/I MA A ME FANNO L'EFFETTO DI BAMBOLE/I SENZA ANIMA..."
ALE
"Bellezza è carisma, è infischiarsene degli sguardi della gente.
Bellezza è cultura, è intelligenza, è non prendersi troppo sul serio."
IRE
"Bellezza. Da sempre l'uomo si è confrontato con questo concetto altisonante che ha condizionato la sua vita e che continua a condizionare. E' qualcosa di intrinseco all'uomo che nasce con lui e con lui muta. La ricerca del bello nobilita gli animi, innalza l'arte, ma cos'è? Esiste il bello in sè? Io credo che sia il metodo, che sia il contesto e la chiave di lettura applicata che determinano se una cosa, una persona, rientra nel bello o meno. Credo che non esista un bello in sè se non un bello che sta dentro di noi che ti porti e che non si vede con gli occhi ma può solo essere percepito. E allora se non si vede con gli occhi non si presta ad interpretazioni soggettive mediate dai condizionamenti, non si può includere in dei canoni o concetti prefissati. Non può che essere percepito che con il cuore questo bello che sta dentro. Per cui perchè indaffararci, dannarci nel renderci come gli altri sembra che vorrebbero che fossimo? Noi come ci sentiamo? Come siamo realmente? Cosa c'è dentro di noi? Tutte noi, ogni uomo ha del bello, del bellissimo che resta in potenza e che deve essere amato, coltivato, sviscerato. Avete mai incontrato una persona che vi sembrava bellissima anche se vi rendevate conto che non era alta magari, neppure magra o che?... Eppure aveva qualcosa, qualche starna luce negli occhi magari... ecco io credo che sia questa la bellezza. Un essere umano che sa fare tesoro di ciò che ha, che non ha paura di dire al mondo che ha difetti, che è diverso da come sembra che dovrebbe essere, ma è sè. E' difficile accettarsi, è difficile credere nelle proprie capacità... eppure è la via per stare davvero sereni e in pace. La bellezza fisica è solo superficiale, è un biglietto da visita di plastica che dura il tempo di un attimo e sfiorisce lasciandoti sola con te stessa... è allora che la bellezza vera emerge imperiosa..."
JESSICA
"La bellezza è perfezione, e quest'ultima è caratterizzata dall'imperfezione... almeno per me =D "
DUCCIA

"La bellezza sta nei sorrisi… Di quelli veri, che raggiungono gli occhi e ti illuminano il viso, non quei tipi di sorrisi di plastica che ci stampiamo troppo spesso sulle labbra… Per convenienza, per apparenza… Mai per felicità…
Non so dove stia la loro bellezza in realtà… Forse in ciò che li fa nascere e vivere in noi …Forse perché sono così rari… Forse perché arrivano sempre all’improvviso e ti stupiscono… Forse per
quello che significano…
La bellezza sta nei sorrisi…Quindi sorridi, sorridi… Sorridi…"
DARKSECRETINSIDE
"IO LA BELLEZZA LA COLGO NELLE COSE PIU' STRANE...
E' QUELLO CHE SENTO, CHE PERCEPISCO DELLE PERSONE CHE MI INDICA SE DEFINIRLA BELLEZZA O MENO.
IL PROFUMO DELLA PELLE E NON QUELLO ARTEFATTO....QUELLO NATURALE.
L'ESPRESSIONE DEGLI OCCHI, GRANDI O PICCOLI....PURCHE' PROFONDI...LE PAROLE,LE MOVENZE, IL SUONO DELLA VOCE, IL COLORE, LA TIMBRICA....
HO CONOSCIUTO UOMINI E DONNE CHE AVEVANO LA VOCE TALMENTE INSOPPORTABILE DA FARMI SCOPPIARE L'EMICRANIA...QUINDI PER ME LI' NON C'ERA BELLEZZA.
IL FASCINO E' BELLEZZA, IL MAGNETISMO CHE SI EMANA....IN QUANTO SIMBOLO CHIARO DI UN QUALCOSA DI MAGICO E PROFONDO CHE STA DENTRO LA PERSONA, NON FUORI.
LA PERSONALITA'.
QUESTA E' LA BELLEZZA.
TUTTI QUELLI CHE MI PASSANO DAVANTI O DIETRO PER STRADA E MI EMANANO QUESTE SENSAZIONI....MI ATTIRANO, COME UNA VOCE CHE MI CHIAMA E M'INVITA AD AMMIRARE LA LORO "BELLEZZA"
LA BELLEZZA E' ANCHE UNA GRAN BELLA TESTA....APERTA, LIBERA...CREATIVA...INTELLIGENTE, INTUITIVA, PERSPICACE, MALIZIOSA...UNA TESTA CHE NON FINISCE MAI DI ANDARE OLTRE...SENZA FONDO ALCUNO....LA BELLEZZA E' L'ANIMA...E PER ME DEVE ANCHE ESSERE UN PO' DANNATA...PER RIFLETTERE LA MIA....
IN TUTTE QUESTE COSE IO TROVO BELLEZZA.....
NON C'E' NULLA DI ESTETICO CHE POSSA CONQUISTARMI SE MANCANO TUTTE (O ALMENO ALCUNE) DI QUESTE COMPONENTI.
ED E' DENTRO CHE BISOGNA LAVORARE PER OTTENERE LA PAROLA MAGICA "BELLEZZA"...
POI, SI POTRA' ANCHE ESSERE MODELLE/I MA A ME FANNO L'EFFETTO DI BAMBOLE/I SENZA ANIMA..."
ALE
"Bellezza è carisma, è infischiarsene degli sguardi della gente.
Bellezza è cultura, è intelligenza, è non prendersi troppo sul serio."
IRE
"Bellezza. Da sempre l'uomo si è confrontato con questo concetto altisonante che ha condizionato la sua vita e che continua a condizionare. E' qualcosa di intrinseco all'uomo che nasce con lui e con lui muta. La ricerca del bello nobilita gli animi, innalza l'arte, ma cos'è? Esiste il bello in sè? Io credo che sia il metodo, che sia il contesto e la chiave di lettura applicata che determinano se una cosa, una persona, rientra nel bello o meno. Credo che non esista un bello in sè se non un bello che sta dentro di noi che ti porti e che non si vede con gli occhi ma può solo essere percepito. E allora se non si vede con gli occhi non si presta ad interpretazioni soggettive mediate dai condizionamenti, non si può includere in dei canoni o concetti prefissati. Non può che essere percepito che con il cuore questo bello che sta dentro. Per cui perchè indaffararci, dannarci nel renderci come gli altri sembra che vorrebbero che fossimo? Noi come ci sentiamo? Come siamo realmente? Cosa c'è dentro di noi? Tutte noi, ogni uomo ha del bello, del bellissimo che resta in potenza e che deve essere amato, coltivato, sviscerato. Avete mai incontrato una persona che vi sembrava bellissima anche se vi rendevate conto che non era alta magari, neppure magra o che?... Eppure aveva qualcosa, qualche starna luce negli occhi magari... ecco io credo che sia questa la bellezza. Un essere umano che sa fare tesoro di ciò che ha, che non ha paura di dire al mondo che ha difetti, che è diverso da come sembra che dovrebbe essere, ma è sè. E' difficile accettarsi, è difficile credere nelle proprie capacità... eppure è la via per stare davvero sereni e in pace. La bellezza fisica è solo superficiale, è un biglietto da visita di plastica che dura il tempo di un attimo e sfiorisce lasciandoti sola con te stessa... è allora che la bellezza vera emerge imperiosa..."
JESSICA
"La bellezza è perfezione, e quest'ultima è caratterizzata dall'imperfezione... almeno per me =D "
DUCCIA

"La bellezza sta nei sorrisi… Di quelli veri, che raggiungono gli occhi e ti illuminano il viso, non quei tipi di sorrisi di plastica che ci stampiamo troppo spesso sulle labbra… Per convenienza, per apparenza… Mai per felicità…
Non so dove stia la loro bellezza in realtà… Forse in ciò che li fa nascere e vivere in noi …Forse perché sono così rari… Forse perché arrivano sempre all’improvviso e ti stupiscono… Forse per
quello che significano…
La bellezza sta nei sorrisi…Quindi sorridi, sorridi… Sorridi…"
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sabato 2 maggio 2009
La bellezza secondo me - Take 2
Continuo a pubblicare le vostre opinioni sulla "bellezza"... Grazie ancora a tutte coloro che hanno voluto condividerle...
ROBERTA
"La bellezza è qualcosa su cui si discute tanto, e quando lo si fa ci si divide sempre tra chi dice che è fondamentale e chi invece ribatte strenuamente che in fondo ciò che conta è come si è fatti dentro. Ma poi, a conti fatti, essere belli nella nostra società è importante, ed è inutile che ce la raccontiamo: tutti e tutte vorremmo essere belli.
Io non ricordo quand'è stata l'ultima volta in cui mi sono sentita bella, ma ricordo che già a 8 anni sapevo di essere brutta. E lo sapevo perché già a 8 anni avevo ben chiaro in testa come devi essere per essere bella. Già allora sapevo che devi essere magra, prima di tutto. E avere un bel sorriso, con tutti i denti bianchi e a posto. Non devi essere troppo bassa ma neanche troppo alta, i capelli devono essere morbidi e in ordine, non è chiaro se preferibilmente biondi o bruni, il fisico vuole assolutamente atletico, lo sguardo intenso, l'aspetto curato... Avevo solo 8 anni ma come tutti già sapevo cos'era bello e cosa no, chi era bello e chi no. E negli anni successivi mi ci sono ammalata, per riuscire ad essere in quel modo là. Inutilmente.
Poi, anni dopo, guardandomi attorno, ho cominciato a capire una cosa: che la bellezza non è una cosa che si vede ma una cosa che si sente. Belli non lo si è: ci si sente. E questo, che ci crediate o no, fa un'immensa differenza. Perché se provate ad inseguire un ideale di bellezza "che è" vi ritroverete persi in un mondo senza regole, in cui cercherete con tutte le vostre forze di far rientrare voi stessi e il vostro corpo in un ideale talmente stretto e variabile da risultare irraggiungibile.
Non esiste una sola persona al mondo ad essere considerata bella da tutti, ma non esiste una sola persona al mondo a non essere considerata bella almeno da qualcuno.
Ognuno di noi ha i suoi canoni, ma non dobbiamo mai dimenticare che questi canoni non sono solidi e immutabili. Ogni luogo e ogni tempo ha una sua idea di bellezza, siamo noi in quanto società che decidiamo cosa è bello e cosa no, ma i nostri corpi non sono vestiti: non possiamo e non dobbiamo adeguarli alla moda che cambia. Non dobbiamo lasciare che la società ci imponga un'ideale di bellezza stretto e disumano, non dobbiamo essere costretti ad ammalarci per sentirci belli. Che poi, potete smentirmi se volete, ditemi chi di noi una volta ossessionato da quell'ideale è più riuscito a sentirsi bello. Nessuno. Non importa in quanti ce l'abbiano detto, non importa se ad un certo punto davvero rientravamo all'interno di quel canone così stretto: non era mai abbastanza. Proprio perché belli non lo si è: belli ci si sente. E se lasci che siano i criteri arbitrari del mondo che ci circonda a decidere come devi essere per essere bello, non ti ci sentirai
mai più, perché quei criteri sono soggettivi, mutevoli e impossibili.
Quindi a mio parere se davvero vogliamo lottare contro i disturbi alimentari (e non solo), allora dobbiamo impegnarci a promuovere un ideale di bellezza ampio, vario e soprattutto sano. Dobbiamo ricordare che non esiste un solo modo di essere belli e che la bellezza è molto più di una sfilza di criteri più o meno condivisi.
La bellezza è qualcosa che fa parte del corpo ma che contemporaneamente prescinde da esso. E' quando guardare qualcuno ti emoziona. E' essere innamorati, è l'attrazione inspiegabile, è l'affetto che sente un genitore verso il proprio figlio, è l'ammirazione. La bellezza è non essere vuoti, è comunicare, e nasce e cresce anche con l'affetto o la simpatia che nutriamo verso qualcuno. La bellezza non sta nella perfezione delle linee di un corpo ma nella forza con cui questo comunica qualcosa. Può esistere una bellezza anche nell'handicap, nella malattia, e persino nella morte.
Non saremo mai belli per tutti e forse nemmeno per noi stessi, se siamo troppo severi nei nostri riguardi, ma se impariamo a considerare la bellezza in questo modo, forse riusciremo a far sentire belli gli altri e anche, di tanto in tanto, ad accorgerci dal modo in cui ci sta guardando qualcuno che ci vuole bene, quanto belli siamo per lui in quel momento."
BALUA
"Purtroppo ci sono tanti luoghi comuni tipo NON E' BELLO CIO' CHE E' BELLO MA E' BELLO CIO' CHE PIACE... son frottole.
Fin da bambine ci abituano a distinguere ciò che è bello come BUONO e ciò che è cattivo come BRUTTO. Ai bambini si dice: NON FARLO, METTI VIA, E' BRUTTO!... e si crea immediatamente l'antitesi col bello.
E cresciamo anelando al raggiungimento del "bello", specialmente finchè non si ha un proprio carattere e tanta consapevolezza di sè.
le giovani menti sono bersagliate da immagini stereotipate della bellezza femminile e maschile tutta tette, muscoli, occhi splendenti e massa magra. nessuno ci ha mai detto che anche a 80 chili si puo' essere belli.
Belli dentro, si, ma ad un'adolescente, ma anche non, questo non consola.
Ora ti posso dire, attraverso un altro notissimo luogo comune, che LA BELLEZZA NON STA NEGLI OCCHI DI CHI TI GUARDA MA NEL CUORE DI CHI TI AMA, ma fino a non troppo tempo fa non la pensavo così.
Non ho mai avuto problemi di bellezza, fino a che non mi sono ammalata ingrassando drasticamente. Ero magra, carina, complessata ed insicura. Non ero mai abbastanza snella, abbastanza riccia, o dritta, o bionda, o mora. Non ero fatua, sia chiaro, ero solo una NORMALISSIMA ragazza della mia età, senza problemi più grandi cui pensare.
Dopo la malattia crebbi 25 chili in sei mesi, raggiungendo i famigerati 75 chili.. Fu più traumatico accettare di non entrare più nella 42 che il verdetto di dover cambiare stile di vita, lavoro, abitudini.
Ci ho messo tre anni per accettare il mio nuovo corpo ed entrare in un negozio a cercare un vestito decente che non mi facesse sentire un sacco.
Ora la mia vita è cambiata, in meglio paradossalmente. Non mi preoccupo più di quel che pensano gli altri, non vado dalla parrucchiera che tre volte in un anno, raramente slego i capelli e il trucco è un optional. Però ho un marito che mi adora, amici splendidi, non ho un lavoro ma ho una cosa importante: la fiducia in me stessa.
Cosa che da magra e bella non avevo.
Quindi la bellezza cos'è per me?
E' lo svegliarsi la mattina e sentirmi in pace con me stessa. Altro luogo comune, ma ci chiedi cos'è per noi.
Se invece la domanda è: cos'è la bellezza oggettivamente, ti dico che per me è bello ciò che ha armonia di forme e proporzioni, discrezione e buon gusto. Non sarà mai bello chi è quaranta chili, a meno che non sia basso un metro e 45, come non sarà mai bello oggettivamente chi è 80 chili ed è un metro e 60. Ma in entrambi i casi, ci saranno altre qualità che faranno apparire bella una persona, se solo si ha occasione di conoscerle.
E' giusto per ciascuno di noi cercare di essere piacenti, ci mancherebbe, ma dobbiamo fare con ciò che abbiamo a disposizione, senza stravolgere la nostre vita per essere chi o cosa non potremo mai diventare. Questo è malato, malsano e ingiusto.
Crescendo, inoltre, la vita ci da tante piccole lezioni, e inevitabilmente cessiamo di cercare la bellezza esteriore e cerchiamo quella interiore, ben più importante e soprattutto molto più rara. Perchè quella non si può camuffare con silicone, lenti a contatto, tinte e permanenti.
La ricerca del bello è stato dibattimento di etici, filosofi e artisti per secoli e secoli, non c'è da stupirsi che sia anche il cruccio di ogni essere umano. Il vero graal della bellezza, però, resto dell'idea che sia rinchiuso nell'animo delle persone."
IMPERFECT
"La bellezza? Un fiore che sta sbocciando dai colori vivi, una giornata di primavera nella quale ti vien voglia di respirare a pieni polmoni, un bambino che sorride in tutta la sua ingenuità, una coppia che si guarda negli occhi profondamente... sembrano frasi fatte, ma è questa per me la bellezza... la bellezza è nelle semplici cose... Quando guardo me stessa allo specchio vedo la bellezza, ma non mi accontento... mi sento più bella con un filo di pancia in meno, con il braccio un po' più sottile, con il viso un po' più scarnito, con il seno un po' più prosperoso... insomma, i canoni non sono gli stessi..."
ANNARITA
"Mi ritrovo molto nell'aforisma di Oscar Wilde:
"La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo luna."
A parte l'espressione aforistica del grande Oscar, che genio lo era di suo, penso che sia difficilissimo definire che cosa sia il Bello almeno quanto lo è definire il Brutto. Il nostro rapporto col Bello e col Brutto è un tipo di relazione intima, strettamente personale. Noi percepiamo certe determinate cose e non sappiamo dire esattamente perché esse siano belle o perché siano brutte. Questa presenza simultanea, nella realtà, del bello e del brutto resta un mistero e non a caso esiste una dottrina "L'Estetica", come scienza del Bello e del Brutto.
Ergo, penso che non esista un concetto di Bello, comune a tutti gli esseri umani. Certamente nell'arte sono stati sempre ricercati i canoni della bellezza, ma essi sono cambiati attraverso le epoche e presso le diverse popolazioni per indicare che non esiste un concetto assoluto e universale del Bello. E' anche vero che in molte civiltà e presso molte culture il Bello è sempre e comunque stato identificato con il Buono e il Vero..."
CLELIA
"La bellezza è qualcosa d difficile da definire. Guardasi allo specchio e accettarsi non solo esteriormente ma soprattutto interiormente è ciò che secondo me ci rende belli."
ROBERTA
"La bellezza è qualcosa su cui si discute tanto, e quando lo si fa ci si divide sempre tra chi dice che è fondamentale e chi invece ribatte strenuamente che in fondo ciò che conta è come si è fatti dentro. Ma poi, a conti fatti, essere belli nella nostra società è importante, ed è inutile che ce la raccontiamo: tutti e tutte vorremmo essere belli.
Io non ricordo quand'è stata l'ultima volta in cui mi sono sentita bella, ma ricordo che già a 8 anni sapevo di essere brutta. E lo sapevo perché già a 8 anni avevo ben chiaro in testa come devi essere per essere bella. Già allora sapevo che devi essere magra, prima di tutto. E avere un bel sorriso, con tutti i denti bianchi e a posto. Non devi essere troppo bassa ma neanche troppo alta, i capelli devono essere morbidi e in ordine, non è chiaro se preferibilmente biondi o bruni, il fisico vuole assolutamente atletico, lo sguardo intenso, l'aspetto curato... Avevo solo 8 anni ma come tutti già sapevo cos'era bello e cosa no, chi era bello e chi no. E negli anni successivi mi ci sono ammalata, per riuscire ad essere in quel modo là. Inutilmente.
Poi, anni dopo, guardandomi attorno, ho cominciato a capire una cosa: che la bellezza non è una cosa che si vede ma una cosa che si sente. Belli non lo si è: ci si sente. E questo, che ci crediate o no, fa un'immensa differenza. Perché se provate ad inseguire un ideale di bellezza "che è" vi ritroverete persi in un mondo senza regole, in cui cercherete con tutte le vostre forze di far rientrare voi stessi e il vostro corpo in un ideale talmente stretto e variabile da risultare irraggiungibile.
Non esiste una sola persona al mondo ad essere considerata bella da tutti, ma non esiste una sola persona al mondo a non essere considerata bella almeno da qualcuno.
Ognuno di noi ha i suoi canoni, ma non dobbiamo mai dimenticare che questi canoni non sono solidi e immutabili. Ogni luogo e ogni tempo ha una sua idea di bellezza, siamo noi in quanto società che decidiamo cosa è bello e cosa no, ma i nostri corpi non sono vestiti: non possiamo e non dobbiamo adeguarli alla moda che cambia. Non dobbiamo lasciare che la società ci imponga un'ideale di bellezza stretto e disumano, non dobbiamo essere costretti ad ammalarci per sentirci belli. Che poi, potete smentirmi se volete, ditemi chi di noi una volta ossessionato da quell'ideale è più riuscito a sentirsi bello. Nessuno. Non importa in quanti ce l'abbiano detto, non importa se ad un certo punto davvero rientravamo all'interno di quel canone così stretto: non era mai abbastanza. Proprio perché belli non lo si è: belli ci si sente. E se lasci che siano i criteri arbitrari del mondo che ci circonda a decidere come devi essere per essere bello, non ti ci sentirai
mai più, perché quei criteri sono soggettivi, mutevoli e impossibili.
Quindi a mio parere se davvero vogliamo lottare contro i disturbi alimentari (e non solo), allora dobbiamo impegnarci a promuovere un ideale di bellezza ampio, vario e soprattutto sano. Dobbiamo ricordare che non esiste un solo modo di essere belli e che la bellezza è molto più di una sfilza di criteri più o meno condivisi.
La bellezza è qualcosa che fa parte del corpo ma che contemporaneamente prescinde da esso. E' quando guardare qualcuno ti emoziona. E' essere innamorati, è l'attrazione inspiegabile, è l'affetto che sente un genitore verso il proprio figlio, è l'ammirazione. La bellezza è non essere vuoti, è comunicare, e nasce e cresce anche con l'affetto o la simpatia che nutriamo verso qualcuno. La bellezza non sta nella perfezione delle linee di un corpo ma nella forza con cui questo comunica qualcosa. Può esistere una bellezza anche nell'handicap, nella malattia, e persino nella morte.
Non saremo mai belli per tutti e forse nemmeno per noi stessi, se siamo troppo severi nei nostri riguardi, ma se impariamo a considerare la bellezza in questo modo, forse riusciremo a far sentire belli gli altri e anche, di tanto in tanto, ad accorgerci dal modo in cui ci sta guardando qualcuno che ci vuole bene, quanto belli siamo per lui in quel momento."
BALUA
"Purtroppo ci sono tanti luoghi comuni tipo NON E' BELLO CIO' CHE E' BELLO MA E' BELLO CIO' CHE PIACE... son frottole.
Fin da bambine ci abituano a distinguere ciò che è bello come BUONO e ciò che è cattivo come BRUTTO. Ai bambini si dice: NON FARLO, METTI VIA, E' BRUTTO!... e si crea immediatamente l'antitesi col bello.
E cresciamo anelando al raggiungimento del "bello", specialmente finchè non si ha un proprio carattere e tanta consapevolezza di sè.
le giovani menti sono bersagliate da immagini stereotipate della bellezza femminile e maschile tutta tette, muscoli, occhi splendenti e massa magra. nessuno ci ha mai detto che anche a 80 chili si puo' essere belli.
Belli dentro, si, ma ad un'adolescente, ma anche non, questo non consola.
Ora ti posso dire, attraverso un altro notissimo luogo comune, che LA BELLEZZA NON STA NEGLI OCCHI DI CHI TI GUARDA MA NEL CUORE DI CHI TI AMA, ma fino a non troppo tempo fa non la pensavo così.
Non ho mai avuto problemi di bellezza, fino a che non mi sono ammalata ingrassando drasticamente. Ero magra, carina, complessata ed insicura. Non ero mai abbastanza snella, abbastanza riccia, o dritta, o bionda, o mora. Non ero fatua, sia chiaro, ero solo una NORMALISSIMA ragazza della mia età, senza problemi più grandi cui pensare.
Dopo la malattia crebbi 25 chili in sei mesi, raggiungendo i famigerati 75 chili.. Fu più traumatico accettare di non entrare più nella 42 che il verdetto di dover cambiare stile di vita, lavoro, abitudini.
Ci ho messo tre anni per accettare il mio nuovo corpo ed entrare in un negozio a cercare un vestito decente che non mi facesse sentire un sacco.
Ora la mia vita è cambiata, in meglio paradossalmente. Non mi preoccupo più di quel che pensano gli altri, non vado dalla parrucchiera che tre volte in un anno, raramente slego i capelli e il trucco è un optional. Però ho un marito che mi adora, amici splendidi, non ho un lavoro ma ho una cosa importante: la fiducia in me stessa.
Cosa che da magra e bella non avevo.
Quindi la bellezza cos'è per me?
E' lo svegliarsi la mattina e sentirmi in pace con me stessa. Altro luogo comune, ma ci chiedi cos'è per noi.
Se invece la domanda è: cos'è la bellezza oggettivamente, ti dico che per me è bello ciò che ha armonia di forme e proporzioni, discrezione e buon gusto. Non sarà mai bello chi è quaranta chili, a meno che non sia basso un metro e 45, come non sarà mai bello oggettivamente chi è 80 chili ed è un metro e 60. Ma in entrambi i casi, ci saranno altre qualità che faranno apparire bella una persona, se solo si ha occasione di conoscerle.
E' giusto per ciascuno di noi cercare di essere piacenti, ci mancherebbe, ma dobbiamo fare con ciò che abbiamo a disposizione, senza stravolgere la nostre vita per essere chi o cosa non potremo mai diventare. Questo è malato, malsano e ingiusto.
Crescendo, inoltre, la vita ci da tante piccole lezioni, e inevitabilmente cessiamo di cercare la bellezza esteriore e cerchiamo quella interiore, ben più importante e soprattutto molto più rara. Perchè quella non si può camuffare con silicone, lenti a contatto, tinte e permanenti.
La ricerca del bello è stato dibattimento di etici, filosofi e artisti per secoli e secoli, non c'è da stupirsi che sia anche il cruccio di ogni essere umano. Il vero graal della bellezza, però, resto dell'idea che sia rinchiuso nell'animo delle persone."
IMPERFECT
"La bellezza? Un fiore che sta sbocciando dai colori vivi, una giornata di primavera nella quale ti vien voglia di respirare a pieni polmoni, un bambino che sorride in tutta la sua ingenuità, una coppia che si guarda negli occhi profondamente... sembrano frasi fatte, ma è questa per me la bellezza... la bellezza è nelle semplici cose... Quando guardo me stessa allo specchio vedo la bellezza, ma non mi accontento... mi sento più bella con un filo di pancia in meno, con il braccio un po' più sottile, con il viso un po' più scarnito, con il seno un po' più prosperoso... insomma, i canoni non sono gli stessi..."
ANNARITA
"Mi ritrovo molto nell'aforisma di Oscar Wilde:
"La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo luna."
A parte l'espressione aforistica del grande Oscar, che genio lo era di suo, penso che sia difficilissimo definire che cosa sia il Bello almeno quanto lo è definire il Brutto. Il nostro rapporto col Bello e col Brutto è un tipo di relazione intima, strettamente personale. Noi percepiamo certe determinate cose e non sappiamo dire esattamente perché esse siano belle o perché siano brutte. Questa presenza simultanea, nella realtà, del bello e del brutto resta un mistero e non a caso esiste una dottrina "L'Estetica", come scienza del Bello e del Brutto.
Ergo, penso che non esista un concetto di Bello, comune a tutti gli esseri umani. Certamente nell'arte sono stati sempre ricercati i canoni della bellezza, ma essi sono cambiati attraverso le epoche e presso le diverse popolazioni per indicare che non esiste un concetto assoluto e universale del Bello. E' anche vero che in molte civiltà e presso molte culture il Bello è sempre e comunque stato identificato con il Buono e il Vero..."
CLELIA
"La bellezza è qualcosa d difficile da definire. Guardasi allo specchio e accettarsi non solo esteriormente ma soprattutto interiormente è ciò che secondo me ci rende belli."
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mercoledì 29 aprile 2009
La bellezza secondo me - Take 1
Ragazze, let's start!! ^__^
L'8 Aprile avevo pubblicato un post dal titolo "La bellzza secondo me", invitandovi ad esprimere la vostra opinione di merito al concetto di "bellezza".
Per prima cosa, voglio ringraziare tutte le meravigliose persone che hanno risposto al mio appello inviandomi le loro preziose risposte... Non ne aspettavo così tante, perciò, davvero GRAZIE A TUTTE VOI!!
Data la quantità di risposte, dunque, quello che era nato come un "post cumulativo", sarà spezzato in 5 post differenti, uniti dal fil rouge dell'argomento "bellezza"... Abbiate un po' di pazienza, e pubblicherò tutte le vostre parole...
Cominciamo quindi subito con i primi 5 interventi...
ILARIA
"Cos’è la bellezza?
Poter sorridere di fronte al riflesso dello specchio, andare fieri di dire “questo riflesso mi appartiene”... la consapevolezza di valere, di importare... poter andare in giro a testa alta... e non sempre con gli occhi bassi nell’eterno desiderio di voler scomparire.
Adesso che ci penso... non ho un’idea precisa di “bellezza”: nessun canone fisso, nessuno stereotipo. Alte o basse, bionde o more, non è quello che fa la differenza. È il fatto di sentirsi adeguate. Una volta mi dicevano “sei proprio carina”: brava a scuola, figlia perfetta, sorella perfetta, amica perfetta... nessuno aveva niente da ridire. E la prima che ha trovato qualcosa da ridire sono stata proprio io, che un giorno ho deciso che il “carina” non mi si addiceva... e dovevo cambiare.
Adesso, sai... nessuno mi dice da mesi, se non anni, che sono “carina”: eppure sono sempre io, la stessa ragazza, la stessa figlia, la stessa sorella, la stessa Ilaria. Mi hai detto che “non esistono persone giuste o sbagliate”, però di fatto esistono persone che l’opinione comune ritiene tali.
Tutte noi abbiamo fatto/stiamo facendo questo per arrivare a quella che consideriamo BELLEZZA, e che forse non raggiungeremo mai. Questa mattina guardavo una mia compagna di classe: è la classica “figa”, ma non perché particolarmente BELLA, quanto perché ritenuta così da tutti... come cammina, come parla, come... com’è. Ecco, direi che lei è proprio “bella”.
Dunque, questa è la mia teoria... la bellezza, quella che cerco attraverso questo percorso di accettazione-rifiuto del cibo, non è fatta solo di dimagrimento. Il dimagrimento in sé non è altro che un mezzo per arrivare più in là. È una pedina del gioco. Solo una pedina. Forse, credo, se fossi magra (se mi vedessi magra, perché a sto punto non ci capisco più niente tra come sono e come vedo) sarei BELLA perché avrei stabilito di esserlo. Una è bella quando crede e si sente tale.
Io non sono bella. Non sono neanche lontanamente carina.
Tornando al nemico-amico specchio... lui è il dado, che determina le mosse delle pedine.
Specchio e bilancia = dadi; restrizione = pedina; bellezza = vittoria.
Più o meno nella mia testa la partita si gioca così...
Vincerò solo se la mia pedina non verrà distrutta... solo se i dadi la lasceranno proseguire in santa pace.
Questo è tutto quello che ti direi nei momenti bui... sto cercando un po’ alla volta di distruggere completamente l’intero gioco, dadi, pedine... tutto.
E va già meglio, perché anche se non sono per niente “bella”, a volte guardando lo specchio, un accenno di sorriso lo faccio. A volte guardo il riflesso di fronte a me,e penso “sei tutto quello che mi resta, e ti voglio bene”."
INVISIBILE
"La bellezza è uscire di casa ed essere felice.
La bellezza è indossare un vestito e sentirsi elegante.
La bellezza è ascoltare qualcuno ed aiutarlo.
La bellezza è guardarsi allo specchio e piacersi."
ASHA
"Io ho saputo amare uomini e donne indistintamente proprio perchè l'amore, come la bellezza, è soggettivo e va al di là di convinzioni e apparenze.
La bellezza è quel neo vicino al naso che ti fa apparire così particolare, così vera, così unica.
E' quel vezzo di rossetto che esalta le tue labbra in una giornata di sole.
E' quel profumo particolare che una sera di estate mi avvolge e ogni volta che lo sento penso a te.
E' quel gesto preciso in quel momento che cambia la nostra vita e che rimarrà impresso nella mia testa per tutta la mia esistenza.
La bellezza quindi, non è un fattore puramente estetico. E' quanto di più poetico, sentito, ricercato, una persona possa fare per te, direttamente o indirettamente.
Di ogni persona che ho amato, ad esempio, ricordo la sua bellezza. Ricordo le dolcissime parole di mio marito, le lacrime quando stavo per entrare per fare il cesareo di tutti e due i miei bambini, il suo sguardo abbracciandoli che ringraziava il mio dolore, le continue coccole e carezze che mi regala. Adoro la sua lunga schiena morbida, sulla quale spesso mi piace riposare.
Di una ragazza ricordo i lunghi capelli neri che portava come un premio da esibire, la pelle eburnea e morbida scurita dal diabete giovanile, le sue mani ossute con quelle unghie sempre appuntite, il dolce sorriso e l'immensa comprensione del mio essere.
La bellezza di un altro ragazzo consisteva nel suo sorriso dirompente, non poteva non sembrare un adone per chiunque ci parlasse, anche solo per un attimo. Poi, magari, attraversando la strada, non lo avresti neanche notato. Ma ricordo le notti a ridere assieme, a raccontarci le nostre vite e ricordo ancora la fiamma della gioia e della spensieratezza nei suo occhi che lo faceva così bello e attraente.
Il mio primo ragazzo, ad esempio, era veramente bello. Solare, mediterraneo, allegro e spensierato. E lui, nel mio cuore, è rimasto sempre il più bello. Ma un motivo c'è, la vita ci ha diviso alle superiori. Io sono rimasta in questa vita e lui è passato all'altra. Non avendomi mai potuto "tradire" in nessun modo, mai ferire, mai soffrire, nel mio cuore rimane "l'assoluto" di bellezza pura, giovane, semplice e amore che ho mai vissuto.
Quindi, tutto ciò, per dirvi che la bellezza va vissuta in ogni sua forma. Che poi di ogni persona ci rimane impressa una particolarità, un modo di essere, un evento che fa di lui, per noi, la cosa più bella del mondo.
E spesso la bellezza è "temporale". Ciò che oggi ci appare meraviglioso, stupendo, virile, dolcissimo, l'indomani, per un qualsiasi evento che muta il nostro pensiero o il nostro animo, può divenire la più tenebrosa e ripugnante delle bellezze.
Da grande ho capito che "non si può piacere a tutti", ma sicuramente si può essere piacevole per un numero infinito di persone. E questo va molto al di fuori del "fisico" e di quei canoni di bellezza che difficilmente possono essere raggiunti e mantenuti.
Poi, come ciliegina sulla torta, mia nonna diceva sempre: "Sai Sarah, le persone sono una bilancia. Se togli da una parte, aggiungeranno nell'altra. Così come la bellezza e l'intelligenza degli umani." Poi mi guardava e mi diceva: "Noi siamo molto intelligenti, non stupirti se sembriamo goffe e buffe. Stai sicura che questa è la scelta migliore". E io le sorridevo e ho sempre creduto fermamente in ciò che lei mi raccontava."
PILARY
"La bellezza secondo me… è semplicemente "sentirsi belle".
Risposta un po’ banale forse (spero di no!) ma trovo inutile cercare di oggettivare un concetto così soggettivo come questo...
So che quando mi sento bella mi vedo bella... e quando mi sento bella dentro... lo sono anche fuori..."
SORRIDENTE
"La bellezza secondo me è qualcosa che va oltre l'aspetto fisico, è la luce ed il calore che una persona emana, è il garbo nella voce e nei movimenti."
L'8 Aprile avevo pubblicato un post dal titolo "La bellzza secondo me", invitandovi ad esprimere la vostra opinione di merito al concetto di "bellezza".
Per prima cosa, voglio ringraziare tutte le meravigliose persone che hanno risposto al mio appello inviandomi le loro preziose risposte... Non ne aspettavo così tante, perciò, davvero GRAZIE A TUTTE VOI!!
Data la quantità di risposte, dunque, quello che era nato come un "post cumulativo", sarà spezzato in 5 post differenti, uniti dal fil rouge dell'argomento "bellezza"... Abbiate un po' di pazienza, e pubblicherò tutte le vostre parole...
Cominciamo quindi subito con i primi 5 interventi...
ILARIA
"Cos’è la bellezza?
Poter sorridere di fronte al riflesso dello specchio, andare fieri di dire “questo riflesso mi appartiene”... la consapevolezza di valere, di importare... poter andare in giro a testa alta... e non sempre con gli occhi bassi nell’eterno desiderio di voler scomparire.
Adesso che ci penso... non ho un’idea precisa di “bellezza”: nessun canone fisso, nessuno stereotipo. Alte o basse, bionde o more, non è quello che fa la differenza. È il fatto di sentirsi adeguate. Una volta mi dicevano “sei proprio carina”: brava a scuola, figlia perfetta, sorella perfetta, amica perfetta... nessuno aveva niente da ridire. E la prima che ha trovato qualcosa da ridire sono stata proprio io, che un giorno ho deciso che il “carina” non mi si addiceva... e dovevo cambiare.
Adesso, sai... nessuno mi dice da mesi, se non anni, che sono “carina”: eppure sono sempre io, la stessa ragazza, la stessa figlia, la stessa sorella, la stessa Ilaria. Mi hai detto che “non esistono persone giuste o sbagliate”, però di fatto esistono persone che l’opinione comune ritiene tali.
Tutte noi abbiamo fatto/stiamo facendo questo per arrivare a quella che consideriamo BELLEZZA, e che forse non raggiungeremo mai. Questa mattina guardavo una mia compagna di classe: è la classica “figa”, ma non perché particolarmente BELLA, quanto perché ritenuta così da tutti... come cammina, come parla, come... com’è. Ecco, direi che lei è proprio “bella”.
Dunque, questa è la mia teoria... la bellezza, quella che cerco attraverso questo percorso di accettazione-rifiuto del cibo, non è fatta solo di dimagrimento. Il dimagrimento in sé non è altro che un mezzo per arrivare più in là. È una pedina del gioco. Solo una pedina. Forse, credo, se fossi magra (se mi vedessi magra, perché a sto punto non ci capisco più niente tra come sono e come vedo) sarei BELLA perché avrei stabilito di esserlo. Una è bella quando crede e si sente tale.
Io non sono bella. Non sono neanche lontanamente carina.
Tornando al nemico-amico specchio... lui è il dado, che determina le mosse delle pedine.
Specchio e bilancia = dadi; restrizione = pedina; bellezza = vittoria.
Più o meno nella mia testa la partita si gioca così...
Vincerò solo se la mia pedina non verrà distrutta... solo se i dadi la lasceranno proseguire in santa pace.
Questo è tutto quello che ti direi nei momenti bui... sto cercando un po’ alla volta di distruggere completamente l’intero gioco, dadi, pedine... tutto.
E va già meglio, perché anche se non sono per niente “bella”, a volte guardando lo specchio, un accenno di sorriso lo faccio. A volte guardo il riflesso di fronte a me,e penso “sei tutto quello che mi resta, e ti voglio bene”."
INVISIBILE
"La bellezza è uscire di casa ed essere felice.
La bellezza è indossare un vestito e sentirsi elegante.
La bellezza è ascoltare qualcuno ed aiutarlo.
La bellezza è guardarsi allo specchio e piacersi."
ASHA
"Io ho saputo amare uomini e donne indistintamente proprio perchè l'amore, come la bellezza, è soggettivo e va al di là di convinzioni e apparenze.
La bellezza è quel neo vicino al naso che ti fa apparire così particolare, così vera, così unica.
E' quel vezzo di rossetto che esalta le tue labbra in una giornata di sole.
E' quel profumo particolare che una sera di estate mi avvolge e ogni volta che lo sento penso a te.
E' quel gesto preciso in quel momento che cambia la nostra vita e che rimarrà impresso nella mia testa per tutta la mia esistenza.
La bellezza quindi, non è un fattore puramente estetico. E' quanto di più poetico, sentito, ricercato, una persona possa fare per te, direttamente o indirettamente.
Di ogni persona che ho amato, ad esempio, ricordo la sua bellezza. Ricordo le dolcissime parole di mio marito, le lacrime quando stavo per entrare per fare il cesareo di tutti e due i miei bambini, il suo sguardo abbracciandoli che ringraziava il mio dolore, le continue coccole e carezze che mi regala. Adoro la sua lunga schiena morbida, sulla quale spesso mi piace riposare.
Di una ragazza ricordo i lunghi capelli neri che portava come un premio da esibire, la pelle eburnea e morbida scurita dal diabete giovanile, le sue mani ossute con quelle unghie sempre appuntite, il dolce sorriso e l'immensa comprensione del mio essere.
La bellezza di un altro ragazzo consisteva nel suo sorriso dirompente, non poteva non sembrare un adone per chiunque ci parlasse, anche solo per un attimo. Poi, magari, attraversando la strada, non lo avresti neanche notato. Ma ricordo le notti a ridere assieme, a raccontarci le nostre vite e ricordo ancora la fiamma della gioia e della spensieratezza nei suo occhi che lo faceva così bello e attraente.
Il mio primo ragazzo, ad esempio, era veramente bello. Solare, mediterraneo, allegro e spensierato. E lui, nel mio cuore, è rimasto sempre il più bello. Ma un motivo c'è, la vita ci ha diviso alle superiori. Io sono rimasta in questa vita e lui è passato all'altra. Non avendomi mai potuto "tradire" in nessun modo, mai ferire, mai soffrire, nel mio cuore rimane "l'assoluto" di bellezza pura, giovane, semplice e amore che ho mai vissuto.
Quindi, tutto ciò, per dirvi che la bellezza va vissuta in ogni sua forma. Che poi di ogni persona ci rimane impressa una particolarità, un modo di essere, un evento che fa di lui, per noi, la cosa più bella del mondo.
E spesso la bellezza è "temporale". Ciò che oggi ci appare meraviglioso, stupendo, virile, dolcissimo, l'indomani, per un qualsiasi evento che muta il nostro pensiero o il nostro animo, può divenire la più tenebrosa e ripugnante delle bellezze.
Da grande ho capito che "non si può piacere a tutti", ma sicuramente si può essere piacevole per un numero infinito di persone. E questo va molto al di fuori del "fisico" e di quei canoni di bellezza che difficilmente possono essere raggiunti e mantenuti.
Poi, come ciliegina sulla torta, mia nonna diceva sempre: "Sai Sarah, le persone sono una bilancia. Se togli da una parte, aggiungeranno nell'altra. Così come la bellezza e l'intelligenza degli umani." Poi mi guardava e mi diceva: "Noi siamo molto intelligenti, non stupirti se sembriamo goffe e buffe. Stai sicura che questa è la scelta migliore". E io le sorridevo e ho sempre creduto fermamente in ciò che lei mi raccontava."
PILARY
"La bellezza secondo me… è semplicemente "sentirsi belle".
Risposta un po’ banale forse (spero di no!) ma trovo inutile cercare di oggettivare un concetto così soggettivo come questo...
So che quando mi sento bella mi vedo bella... e quando mi sento bella dentro... lo sono anche fuori..."
SORRIDENTE
"La bellezza secondo me è qualcosa che va oltre l'aspetto fisico, è la luce ed il calore che una persona emana, è il garbo nella voce e nei movimenti."
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domenica 26 aprile 2009
A voi la parola / 7
L’appuntamento di questo mese con “A voi la parola” passa il testimone a Fede (nei commenti, olte che con il suo nome, anche come MyLastDance), che a poco a poco sta acquisendo la consapevolezza di quanto l’anoressia possa essere distruttiva, e di quanto sia importante cominciare a combattere per noi stesse, e non più contro noi stesse. Un cammino di consapevolezza che richiede tempo, forza e determinazione, ma che può iniziare proprio da oggi, e proprio da qui.
Ho deciso di scrivere una lettera a me stessa, alla Fede che da tempo non vedo più.
Cara Fede,
sono io. Ti ricordi di me? E' passato tanto tempo dall'ultima volta in cui ti ho vista. Ti ho persa [di vista], mi sei sfuggita, sei voluta scappare.
Questa lettera saprà parlarti, spero, di me.
Sono la ragazza spensierata di sempre: quella che passava intere giornate stesa sul letto a fantasticare sul proprio futuro.
Ricordi? Ci facevamo scorpacciate di pane e nutella, di caramelle, di cioccolattini, di film e telefilm.
Ricordi? Odiavamo il mondo perchè eravamo convinte non potesse capirci, così ci davamo appuntamento subito dopo scuola.
Gettavamo sul letto la cartella e con questa qualche pensiero un pò più spento.
Ballavamo come scatenate ascoltando "Fame" e con quel "I'm gonna learn how to fly" proiettavamo noi stesse nei nostri sogni color rosa confetto.
Ricordi quando facevamo le bolle di sapone in quelle notti insonni d'estate? Tu ora hai smesso di farle, come hai smesso di sognare. Hai spento tutte le stelle nel tuo cielo per dedicarti, come dici tu, "a te stessa". Così hai creato una barriera persino con me, con la tua amica di sempre.
Ti ho vista nascere, ti sono sempre stata accanto, nei momenti più euforici e in quelli in cui le lacrime cadevano pesanti come goccioloni sulla scrivania.
E ora? Cosa ti è successo? Guardati allo specchio, una volta per tutte senza vedere solo orgogliosamente quelle ossa spuntare.
Fallo. Ma fallo Guardandoti in profondità. Guarda oltre.
Cosa n'è rimasto di quella Fede con cui scrivevo il diario e parlavo per ore d'amore? Nulla. Sei diventata lo spettro dei tuoi stessi timori. E ora non credi più nell'anima gemella, e fuggi da qualsiasi legami sentimentale. Allontani tutti.
Tremi se solo una farfalla ti sfiora la spalla e non sogni più, fai solo incubi. Le notti in bianco ora non le passi più a fare bolle di sapone, ma senti il rumore della tua pancia e con lo stesso stupido orgoglio ti prometti che mangerai ancora meno il giorno successivo. E che saresti disposta a vomitare l'anima pur di autodistruggerti.
Ricordi quando insieme fumavamo quelle sigarette di nascosto per puro spirito di ribellione adolescenziale? Ora di adolescenziale ti è rimasto solo l'istinto suicida, solo la parte marcia. Hai ripreso a fumare ma sperando che al tuo corpo arrivi quella macchia per diffondersi. Parti dai tuoi polmoni per arrivare al cibo, elemento di sopravvivenza. Non lo fai per essere bella, perchè non riesci nemmeno a vedere la luce che regali a chi incroci per strada sorridendogli. Non sai essere nemmeno vanitosa in questo cammino che hai deciso di intraprendere.
Lo fai per autolesionismo. Hai spezzato il tuo cervello, l'hai frantumato. Hai reagito ai colpi bassi della vita in modo imprevedibile e tutto ti sta sfuggendo di mano. Ma tu stupidamente ti sei convinta di aver fatto la scelta giusta. Nomini spesso la parola "controllo" come se fossi un macchinario, un congegno elettronico, un computer.
Hai deciso di tingerti i capelli, di tagliarli, di fare più buchi all'orecchio, di mettere lo smalto nero. Hai deciso di non dare esami in questa sessione per curarti con psicofarmaci. Ma hai accantonato ciò da cui stai scappando. Vuoi curare la tua depressione, ma non la tua voglia di distruggere te stessa. Lo vedi, Fede? Sei diventata la contraddizione in carne ed ossa. Anzi, scusa l'espressione, dovrei dire più ossa che carne, se no rischio di peggiorare la tua situazione. Vero? E' così che funziona, ora?
Con questa lettera spero di riprenderti in tempo, anche se tu non ne vuoi sapere. Voglio riprendere la mia amica di sempre, le voglio tendere la mano per portarla con me, in mondi colorati e in una realtà fatta anche di persone buone. Voglio insegnarti a fidarti nuovamente di te stessa e degli altri, voglio farti capire che l'amore esiste. Non esiste solo la notte buia che hai deciso di vivere [convivi con la paura, credi che lei ti è amica ora, mi hai rimpiazzata con lei, ma col tempo ti accorgerai che ti si ritorcerà tutto contro].
Io sono qui. Non ti volto mai le spalle, voglio che tu avverta la mia presenza. Ti sono accanto, voglio essere il tuo angelo custode.
E il resto verrà a dirtelo il vento, cara Fede.
Ti lascio una carezza.
Ah, quasi dimenticavo di firmarmi
[sono te stessa, non dirlo a nessuno, però, ti prenderebbero per matta]
Fede, che posso dirti? Penso che tu ti sia già detta tutto da sola… e nel vero senso della parola. Leggi questa lettera. Leggila tante volte. E credi a fondo nelle verità che ti sei scritta. Trovo che scrivere lettere a noi stesse abbia una grande valenza e possa essere di grande aiuto, perché è un modo per prenderci cura di noi stesse. E ti ringrazio per aver condiviso queste parole con tutte noi, che sono veramente importanti… penso che ognuna di noi avrebbe bisogno di scriversi una lettera come questa. Lo so che staccarsi dall’anoressia è una delle cose più difficili che ci siano, perché lacera, perché fa proprio avvertire questa dicotomia tra quella parte di noi che vuole rialzarsi e combattere, e quella parte di noi che ha paura e vuole invece rimanere ancorata al sintomo perché, per quanto distorto, è l’unica cosa da cui si sente definita e accolta. Ma se continuiamo a nasconderci dietro un’etichetta, che fine facciamo noi? Se lasci che ti definisca una cartella clinica, dove è che finisce Fede? Tu sei molto, molto di più che una parola di 9 lettere. Sei molto più di ogni qualsiasi romanzo infinito che possa venire mai scritto. Sei tutto quello che potrai mai desiderare di essere al difuori della cornice dell’anoressia, che evidenzia… ma, alla fine, ingabbia. Continua a combattere, Fede. Continua a parlare con te stessa. Continua a ripeterti le cose giuste. E vedrai che un giorno ti accorgerai che non sono semplicemente frasi fatte o belle parole… ma che sono unicamente la verità. E sono le stesse parole che ti ripeterò anch’io, che continuerò a camminare e a combattere insieme a te…
Ricordati che la strada del ricovero può iniziare proprio da qui. Ma soprattutto, che la strada del ricovero PUO’ INIZIARE.
P.S.= "A voi la parola" torna il 10 Giugno!!
Ho deciso di scrivere una lettera a me stessa, alla Fede che da tempo non vedo più.
Cara Fede,
sono io. Ti ricordi di me? E' passato tanto tempo dall'ultima volta in cui ti ho vista. Ti ho persa [di vista], mi sei sfuggita, sei voluta scappare.
Questa lettera saprà parlarti, spero, di me.
Sono la ragazza spensierata di sempre: quella che passava intere giornate stesa sul letto a fantasticare sul proprio futuro.
Ricordi? Ci facevamo scorpacciate di pane e nutella, di caramelle, di cioccolattini, di film e telefilm.
Ricordi? Odiavamo il mondo perchè eravamo convinte non potesse capirci, così ci davamo appuntamento subito dopo scuola.
Gettavamo sul letto la cartella e con questa qualche pensiero un pò più spento.
Ballavamo come scatenate ascoltando "Fame" e con quel "I'm gonna learn how to fly" proiettavamo noi stesse nei nostri sogni color rosa confetto.
Ricordi quando facevamo le bolle di sapone in quelle notti insonni d'estate? Tu ora hai smesso di farle, come hai smesso di sognare. Hai spento tutte le stelle nel tuo cielo per dedicarti, come dici tu, "a te stessa". Così hai creato una barriera persino con me, con la tua amica di sempre.
Ti ho vista nascere, ti sono sempre stata accanto, nei momenti più euforici e in quelli in cui le lacrime cadevano pesanti come goccioloni sulla scrivania.
E ora? Cosa ti è successo? Guardati allo specchio, una volta per tutte senza vedere solo orgogliosamente quelle ossa spuntare.
Fallo. Ma fallo Guardandoti in profondità. Guarda oltre.
Cosa n'è rimasto di quella Fede con cui scrivevo il diario e parlavo per ore d'amore? Nulla. Sei diventata lo spettro dei tuoi stessi timori. E ora non credi più nell'anima gemella, e fuggi da qualsiasi legami sentimentale. Allontani tutti.
Tremi se solo una farfalla ti sfiora la spalla e non sogni più, fai solo incubi. Le notti in bianco ora non le passi più a fare bolle di sapone, ma senti il rumore della tua pancia e con lo stesso stupido orgoglio ti prometti che mangerai ancora meno il giorno successivo. E che saresti disposta a vomitare l'anima pur di autodistruggerti.
Ricordi quando insieme fumavamo quelle sigarette di nascosto per puro spirito di ribellione adolescenziale? Ora di adolescenziale ti è rimasto solo l'istinto suicida, solo la parte marcia. Hai ripreso a fumare ma sperando che al tuo corpo arrivi quella macchia per diffondersi. Parti dai tuoi polmoni per arrivare al cibo, elemento di sopravvivenza. Non lo fai per essere bella, perchè non riesci nemmeno a vedere la luce che regali a chi incroci per strada sorridendogli. Non sai essere nemmeno vanitosa in questo cammino che hai deciso di intraprendere.
Lo fai per autolesionismo. Hai spezzato il tuo cervello, l'hai frantumato. Hai reagito ai colpi bassi della vita in modo imprevedibile e tutto ti sta sfuggendo di mano. Ma tu stupidamente ti sei convinta di aver fatto la scelta giusta. Nomini spesso la parola "controllo" come se fossi un macchinario, un congegno elettronico, un computer.
Hai deciso di tingerti i capelli, di tagliarli, di fare più buchi all'orecchio, di mettere lo smalto nero. Hai deciso di non dare esami in questa sessione per curarti con psicofarmaci. Ma hai accantonato ciò da cui stai scappando. Vuoi curare la tua depressione, ma non la tua voglia di distruggere te stessa. Lo vedi, Fede? Sei diventata la contraddizione in carne ed ossa. Anzi, scusa l'espressione, dovrei dire più ossa che carne, se no rischio di peggiorare la tua situazione. Vero? E' così che funziona, ora?
Con questa lettera spero di riprenderti in tempo, anche se tu non ne vuoi sapere. Voglio riprendere la mia amica di sempre, le voglio tendere la mano per portarla con me, in mondi colorati e in una realtà fatta anche di persone buone. Voglio insegnarti a fidarti nuovamente di te stessa e degli altri, voglio farti capire che l'amore esiste. Non esiste solo la notte buia che hai deciso di vivere [convivi con la paura, credi che lei ti è amica ora, mi hai rimpiazzata con lei, ma col tempo ti accorgerai che ti si ritorcerà tutto contro].
Io sono qui. Non ti volto mai le spalle, voglio che tu avverta la mia presenza. Ti sono accanto, voglio essere il tuo angelo custode.
E il resto verrà a dirtelo il vento, cara Fede.
Ti lascio una carezza.
Ah, quasi dimenticavo di firmarmi
[sono te stessa, non dirlo a nessuno, però, ti prenderebbero per matta]
Fede, che posso dirti? Penso che tu ti sia già detta tutto da sola… e nel vero senso della parola. Leggi questa lettera. Leggila tante volte. E credi a fondo nelle verità che ti sei scritta. Trovo che scrivere lettere a noi stesse abbia una grande valenza e possa essere di grande aiuto, perché è un modo per prenderci cura di noi stesse. E ti ringrazio per aver condiviso queste parole con tutte noi, che sono veramente importanti… penso che ognuna di noi avrebbe bisogno di scriversi una lettera come questa. Lo so che staccarsi dall’anoressia è una delle cose più difficili che ci siano, perché lacera, perché fa proprio avvertire questa dicotomia tra quella parte di noi che vuole rialzarsi e combattere, e quella parte di noi che ha paura e vuole invece rimanere ancorata al sintomo perché, per quanto distorto, è l’unica cosa da cui si sente definita e accolta. Ma se continuiamo a nasconderci dietro un’etichetta, che fine facciamo noi? Se lasci che ti definisca una cartella clinica, dove è che finisce Fede? Tu sei molto, molto di più che una parola di 9 lettere. Sei molto più di ogni qualsiasi romanzo infinito che possa venire mai scritto. Sei tutto quello che potrai mai desiderare di essere al difuori della cornice dell’anoressia, che evidenzia… ma, alla fine, ingabbia. Continua a combattere, Fede. Continua a parlare con te stessa. Continua a ripeterti le cose giuste. E vedrai che un giorno ti accorgerai che non sono semplicemente frasi fatte o belle parole… ma che sono unicamente la verità. E sono le stesse parole che ti ripeterò anch’io, che continuerò a camminare e a combattere insieme a te…
Ricordati che la strada del ricovero può iniziare proprio da qui. Ma soprattutto, che la strada del ricovero PUO’ INIZIARE.
P.S.= "A voi la parola" torna il 10 Giugno!!
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giovedì 23 aprile 2009
Tenere duro
Più continuerete a tenere duro, più il percorso del ricoverò diventerà una strada meno in salita. Cose che oggi vi riescono difficili, le troverete un domani spontanee e naturali. Man mano che procederete per la vostra strada, scoprirete parti di voi che non avevate ancora visto. Imparerete su voi stesse da voi stesse. E arriverete come desiderate, anche se questo avrò richiesto un sacco di tempo e di sforzi.
E sicuramente di sforzi adesso ne state facendo un sacco. E probabilmente state pure pensando: “Quando potrò fare un po’ meno fatica?” o “Quando sarò libera da tutto questo?”. Bè, ricordatevi sempre che la strada del ricovero è una strada che dura per tutta la vita, ma che il meglio deve ancora venire. Che voi potete farcela. Perché avete tutte le carte in regola. E che le cose in futuro saranno davvero più semplici.
Le ricadute accadranno inevitabilmente. Ma tenete duro. Non lasciate che interrompano del tutto il vostro percorso.
Non lasciatevi condizionare dai pareri e dagli sguardi altrui. Non lasciate che qualcuno vi dica come dovete essere e cosa dovete provare. Appartenete solo a voi stesse. Non pensate neanche per un attimo che i vostri insuccessi passati pregiudichino i vostri successi futuri. Avete un mondo davanti, e tutte le armi per affrontarlo, se solo vi decidete a tirarle fuori. Se solo lo volete veramente. Perciò, tenete duro e scegliete il ricovero. Ripeto, qualsiasi significato abbia per voi questa parola, che si tratti di ricoverarvi in una clinica, di farvi seguire settimanalmente da uno psicoterapeuta, di consultare un dietista/nutrizionista o di lottare da sole. Se avete la determinazione di scegliere il ricovero in piena convinzione, siete già a metà strada. Se invece sentite che la vostra motivazione al ricovero vacilla, fate di tutto per rinforzarla. Se sentite che ci sono un sacco di cose che non vanno bene nella vostra vita, provate a cambiarne una. Cambiare una cosa può servire a cambiarne molte altre, in una sorta di reazione a catena senza fine.
Certo, scegliere il ricovero non significa andare su una strada in dicesa dove tutto andrà a meraviglia. Ma significa che voi cercherete di fare di tutto affinché le cose vadano più a meraviglia possibile. Non preoccupatevi di quanti contro l’anoressia può farvi venire in mente per impedirvi d’iniziare un processo di ricovero: i pro saranno sempre più numerosi e, soprattutto, più importanti. Starete meglio, vi sentirete meglio, imparerete a vivere di nuovo. Se avete un perché per vivere, sopporterete qualsiasi come.
Tenete duro. Vi voglio bene.
E sicuramente di sforzi adesso ne state facendo un sacco. E probabilmente state pure pensando: “Quando potrò fare un po’ meno fatica?” o “Quando sarò libera da tutto questo?”. Bè, ricordatevi sempre che la strada del ricovero è una strada che dura per tutta la vita, ma che il meglio deve ancora venire. Che voi potete farcela. Perché avete tutte le carte in regola. E che le cose in futuro saranno davvero più semplici.
Le ricadute accadranno inevitabilmente. Ma tenete duro. Non lasciate che interrompano del tutto il vostro percorso.
Non lasciatevi condizionare dai pareri e dagli sguardi altrui. Non lasciate che qualcuno vi dica come dovete essere e cosa dovete provare. Appartenete solo a voi stesse. Non pensate neanche per un attimo che i vostri insuccessi passati pregiudichino i vostri successi futuri. Avete un mondo davanti, e tutte le armi per affrontarlo, se solo vi decidete a tirarle fuori. Se solo lo volete veramente. Perciò, tenete duro e scegliete il ricovero. Ripeto, qualsiasi significato abbia per voi questa parola, che si tratti di ricoverarvi in una clinica, di farvi seguire settimanalmente da uno psicoterapeuta, di consultare un dietista/nutrizionista o di lottare da sole. Se avete la determinazione di scegliere il ricovero in piena convinzione, siete già a metà strada. Se invece sentite che la vostra motivazione al ricovero vacilla, fate di tutto per rinforzarla. Se sentite che ci sono un sacco di cose che non vanno bene nella vostra vita, provate a cambiarne una. Cambiare una cosa può servire a cambiarne molte altre, in una sorta di reazione a catena senza fine.
Certo, scegliere il ricovero non significa andare su una strada in dicesa dove tutto andrà a meraviglia. Ma significa che voi cercherete di fare di tutto affinché le cose vadano più a meraviglia possibile. Non preoccupatevi di quanti contro l’anoressia può farvi venire in mente per impedirvi d’iniziare un processo di ricovero: i pro saranno sempre più numerosi e, soprattutto, più importanti. Starete meglio, vi sentirete meglio, imparerete a vivere di nuovo. Se avete un perché per vivere, sopporterete qualsiasi come.
Tenete duro. Vi voglio bene.
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lunedì 20 aprile 2009
Scoprire "pensieri da ricovero"
Una delle cose più importanti, quando s’intraprende la strada del ricovero, è essere sincere con se stesse. Parlarsi in onestà significa anche mettersi di fronte a verità spiacevoli. Ma è necessario, se si vuole che veramente ciò che si sta facendo abbia un senso e possa portare da qualche parte.
E una delle cose su cui bisogna imparare sin da subito a dirsi la verità, riguarda i sentimenti provati nei confronti del proprio corpo e del proprio peso.
In tal senso, il ricovero può apparire un po’ come una battaglia tra due parti di noi stesse. Quella che vuole guarire, e quella che rimane nonostante tutto aggrappata al DCA. Una sorta di infinita partita a ping-pong.
Una cosa del tipo:
Vedete che il vostro peso aumenta. Vedete che i numeri sulla bilancia salgono. Fremete. Vi si spezza il respiro. Venite assalite dall’ansia. Provate a dirvi che va tutto bene perché state raggiungendo un peso che vi permetterà di essere in salute. Ma non vi sentite bene. Sebbene con la razionalità lo sappiate, con i sentimenti non riuscite ad arrivarci. Così, pensate di restringere. O di mettervi a fare esercizio fisico in maniera compulsiva. O di vomitare. Ma sapete che non potete farlo perché volete proseguire sulla strada del ricovero. E cercate di mantenere tutti i questi pensieri fuori dalla vostra mente perché vi fanno impazzire.
Ora, il punto è: se cedete alla restrizione, se provate di nuovo a vomitare, riprenderete quella spirale discendente che vi riporterà dritte dritte nelle braccia di ciò da cui state cercando di fuggire. Ricordatevelo. È molto, molto semplice dire “Ma no, restringo solo per una volta, poi ritorno a mangiare seguendo il mio equilibrio alimentare!”… solo che non succede mai così. Perché la restrizione fa sentire bene. E così “Solo per una volta” diventerà “solo per 2 volte” e poi “solo per 3 volte” e così via. E continuerete a restringere convinte di potervi fermare da un momento all’altro, senza rendervi conto che invece siete già riprecipitate nella logica perversa dell’anoressia che vi domina di nuovo. Lo sapete. È semplice dire che si restringerà solo un po’, solo per una volta, ma farlo è molto pericoloso. Un passo in avanti quando si è sull’orlo dell’abisso.
Ve lo dico per esperienza.
Una volta, dopo uno dei miei ricoveri, quando avevo raggiunto un peso “normale”, iniziai ad essere presa dall’ansia anche se ero comunque determinata a proseguire il mio persorso di ricovero, così mi dissi che avrei ristretto solo un pochino, solo per sentirmi un po’ meglio, solo per sentirmi un po’ più me stessa. E poi basta. Perciò lo feci. Brutta mossa, sì. Prima ancora che me ne rendessi conto, ero già tornata a XX Kg. E davvero volevo stare bene, volevo lasciarmi alle spalle l’anoressia. Ma c’ero di nuovo dentro. Dentro fino al collo. Tutto da rifare.
Non voglio che questo succeda a qualcuna di voi. So che ci sono mementi difficili, in cui sembra che restringere sia l’unica soluzione ma, davvero, restringere non è la soluzione. È il problema. Perciò, cercate di essere forti e di non cedere alla tentazione di restringere anche quando vedrete la lancetta della bilancia spostarsi verso destra. In fin dei conti, se ben ci pensate, la bilancia è un oggetto. Un oggetto esattamente come un tostapane o un frullatore. Lascereste che il vostro umore venga influenzato da un tostapane o da un frullatore? Lascereste che un tostapane vi dica quanto valete? Lascereste che un frullatore vi faccia piangere o gioire? Non credo proprio… E lo stesso vale per una bilancia. La bilancia ha potere solo perché siete voi a darglielo. Ricordatevelo, quando vi sentirete giù perché la lancetta si muove verso destra. Quel numero non misura quanto valete.
Tra l’altro, vi accorgerete che più siete capaci di resistere alla tentazione di restringere e agli altri comportamenti disfunzionali, meno sarà importante per voi quello che dice la bilancia.
Andrà più o meno così:
Vedete il numero sulla bilancia. Non vi piace per niente. Ma non cedete al forte desiderio di restringere.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Non vi piace un granché. Ma non avete più quel forte desiderio di restringere.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Non è che vi piaccia molto. Ma dopo un po’ non ci pensate più, e ve lo dimenticate per il resto della giornata.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite piuttosto indifferenti. Non vi piace né vi dispiace. Perché sapete che è la cosa giusta per stare bene. E perché cominciate a sentirvi bene.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite indifferenti. Sapete che avete fatto un altro passo avanti nella strada della vostra vera vita. E vi sentite un po’ più forti.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite decisamente indifferenti. Cominciate a sentirvi bene. Perché un numero non influenza più il vostro umore.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi piace. E sapete perché? Perché significa che siete libere dal potere della bilancia e dei numeri. Che siete voi a decidere come vi sentite.
Può richiedere mesi, anni, decenni, ma potete farcela. Ricordate che ogni volta che salite sulla bilancia e provate a fare in modo che il numero che segna non vi influenzi, state facendo un passo avanti. Un grande passo verso la meta. Che potete davvero raggiungere.
E una delle cose su cui bisogna imparare sin da subito a dirsi la verità, riguarda i sentimenti provati nei confronti del proprio corpo e del proprio peso.
In tal senso, il ricovero può apparire un po’ come una battaglia tra due parti di noi stesse. Quella che vuole guarire, e quella che rimane nonostante tutto aggrappata al DCA. Una sorta di infinita partita a ping-pong.
Una cosa del tipo:
Vedete che il vostro peso aumenta. Vedete che i numeri sulla bilancia salgono. Fremete. Vi si spezza il respiro. Venite assalite dall’ansia. Provate a dirvi che va tutto bene perché state raggiungendo un peso che vi permetterà di essere in salute. Ma non vi sentite bene. Sebbene con la razionalità lo sappiate, con i sentimenti non riuscite ad arrivarci. Così, pensate di restringere. O di mettervi a fare esercizio fisico in maniera compulsiva. O di vomitare. Ma sapete che non potete farlo perché volete proseguire sulla strada del ricovero. E cercate di mantenere tutti i questi pensieri fuori dalla vostra mente perché vi fanno impazzire.
Ora, il punto è: se cedete alla restrizione, se provate di nuovo a vomitare, riprenderete quella spirale discendente che vi riporterà dritte dritte nelle braccia di ciò da cui state cercando di fuggire. Ricordatevelo. È molto, molto semplice dire “Ma no, restringo solo per una volta, poi ritorno a mangiare seguendo il mio equilibrio alimentare!”… solo che non succede mai così. Perché la restrizione fa sentire bene. E così “Solo per una volta” diventerà “solo per 2 volte” e poi “solo per 3 volte” e così via. E continuerete a restringere convinte di potervi fermare da un momento all’altro, senza rendervi conto che invece siete già riprecipitate nella logica perversa dell’anoressia che vi domina di nuovo. Lo sapete. È semplice dire che si restringerà solo un po’, solo per una volta, ma farlo è molto pericoloso. Un passo in avanti quando si è sull’orlo dell’abisso.
Ve lo dico per esperienza.
Una volta, dopo uno dei miei ricoveri, quando avevo raggiunto un peso “normale”, iniziai ad essere presa dall’ansia anche se ero comunque determinata a proseguire il mio persorso di ricovero, così mi dissi che avrei ristretto solo un pochino, solo per sentirmi un po’ meglio, solo per sentirmi un po’ più me stessa. E poi basta. Perciò lo feci. Brutta mossa, sì. Prima ancora che me ne rendessi conto, ero già tornata a XX Kg. E davvero volevo stare bene, volevo lasciarmi alle spalle l’anoressia. Ma c’ero di nuovo dentro. Dentro fino al collo. Tutto da rifare.
Non voglio che questo succeda a qualcuna di voi. So che ci sono mementi difficili, in cui sembra che restringere sia l’unica soluzione ma, davvero, restringere non è la soluzione. È il problema. Perciò, cercate di essere forti e di non cedere alla tentazione di restringere anche quando vedrete la lancetta della bilancia spostarsi verso destra. In fin dei conti, se ben ci pensate, la bilancia è un oggetto. Un oggetto esattamente come un tostapane o un frullatore. Lascereste che il vostro umore venga influenzato da un tostapane o da un frullatore? Lascereste che un tostapane vi dica quanto valete? Lascereste che un frullatore vi faccia piangere o gioire? Non credo proprio… E lo stesso vale per una bilancia. La bilancia ha potere solo perché siete voi a darglielo. Ricordatevelo, quando vi sentirete giù perché la lancetta si muove verso destra. Quel numero non misura quanto valete.
Tra l’altro, vi accorgerete che più siete capaci di resistere alla tentazione di restringere e agli altri comportamenti disfunzionali, meno sarà importante per voi quello che dice la bilancia.
Andrà più o meno così:
Vedete il numero sulla bilancia. Non vi piace per niente. Ma non cedete al forte desiderio di restringere.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Non vi piace un granché. Ma non avete più quel forte desiderio di restringere.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Non è che vi piaccia molto. Ma dopo un po’ non ci pensate più, e ve lo dimenticate per il resto della giornata.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite piuttosto indifferenti. Non vi piace né vi dispiace. Perché sapete che è la cosa giusta per stare bene. E perché cominciate a sentirvi bene.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite indifferenti. Sapete che avete fatto un altro passo avanti nella strada della vostra vera vita. E vi sentite un po’ più forti.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite decisamente indifferenti. Cominciate a sentirvi bene. Perché un numero non influenza più il vostro umore.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi piace. E sapete perché? Perché significa che siete libere dal potere della bilancia e dei numeri. Che siete voi a decidere come vi sentite.
Può richiedere mesi, anni, decenni, ma potete farcela. Ricordate che ogni volta che salite sulla bilancia e provate a fare in modo che il numero che segna non vi influenzi, state facendo un passo avanti. Un grande passo verso la meta. Che potete davvero raggiungere.
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venerdì 17 aprile 2009
Grazie Martina!
Ci sono momenti in cui le parole non bastano per esprimere ciò che si ha dentro...
Momenti in cui pensi che anche se oggi non ha fatto che piovere, non ci si può bagnare se nel cuore splende il sole...
Momenti in cui un'immagine può dire più del discorso più lungo del mondo...
Un'immgine come questa...

Martina... Grazie per questa bellissima giornata insieme.
Guardando la nostra fotografia non posso che pensare che siamo ancora in tempo per ricominciare a ridere. Siamo ancora in tempo per scrollarsi tutto e vivere. Dobbiamo solo prendere tutto il coraggio che abbiamo e ricominciare a camminare, e convincerci che combattere è davvero possibile. Quello che abbiamo passato non lo possiamo dimenticare, ma tra prendere e lasciare non si deve più aspettare, perchè il tempo che perdiamo non ce lo ridà nessuno...
Ti voglio bene...
Momenti in cui pensi che anche se oggi non ha fatto che piovere, non ci si può bagnare se nel cuore splende il sole...
Momenti in cui un'immagine può dire più del discorso più lungo del mondo...
Un'immgine come questa...

Martina... Grazie per questa bellissima giornata insieme.
Guardando la nostra fotografia non posso che pensare che siamo ancora in tempo per ricominciare a ridere. Siamo ancora in tempo per scrollarsi tutto e vivere. Dobbiamo solo prendere tutto il coraggio che abbiamo e ricominciare a camminare, e convincerci che combattere è davvero possibile. Quello che abbiamo passato non lo possiamo dimenticare, ma tra prendere e lasciare non si deve più aspettare, perchè il tempo che perdiamo non ce lo ridà nessuno...
Ti voglio bene...
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martedì 14 aprile 2009
Ricadere nella ricaduta
Le ricadute ci sono spesso. Io stessa ne sono l’esempio più evidente. E non c’è niente di male, niente di sbagliato in questo. Le ricadute sono parte integrante del ricovero. Davvero.
E allora, come venirne a capo e rialzarsi?
Punto n°1: Imparate a non sentirvi frustrate o arrabbiate con voi stesse se vi capita di riadottare alcuni comportamenti disfunzionali: siete umane, la perfezione non esiste. Ogni tanto ricadere capita, e va bene. Va davvero bene. Ve lo assicuro.
Punto n°2: Tenete sempre presente il fatto che se avete una ricaduta, ciò non significa che siete tornate al punto di partenza. Ogni progresso che avete fatto, ogni piccola cosa che siete riuscite a conquistare, non svaniscono solo perché c’è stata una ricaduta, ma rimangono sempre a costituire il vostro background. Tutti i vostri progressi NON sono negati, NON sono mandati a puttane dalla ricaduta. Anzi, potete utilizzarli come basi per ripartire nel vostro processo di ricovero, in maniera tale da prendere consapevolezza di quello che vi ha fatto ricadere, imparando così ad evitarlo. Imparando a stare più attente. Usate i vostri progressi. Vi porteranno esattamente dove volete arrivare. Potrà volerci molto tempo. Potrà essere dannatamente difficile. Ma ci arriverete.
Le cose contro cui state combattendo si riveleranno alla fine le più remunerative. La vostra vita è IMPORTANTE, e voi state combattendo per la salute e per la felicità, adesso… e quando raggiungerete la vostra meta… sarà fantastico.
Punto n°3: Non arrendetevi. Trovate il coraggio e la forza di rialzarvi anche se la caduta è stata brutta. Se avete bisogno d’aiuto, non vergognatevi a chiederlo. Avere l’umiltà di ammettere di essere in difficoltà è segno di vera intelligenza. Certe volte rialzarsi sarà particolarmente duro, ma non mollate. Ne vale la pena, alla fine. Perché la fine può essere il vostro nuovo inizio.
E allora, come venirne a capo e rialzarsi?
Punto n°1: Imparate a non sentirvi frustrate o arrabbiate con voi stesse se vi capita di riadottare alcuni comportamenti disfunzionali: siete umane, la perfezione non esiste. Ogni tanto ricadere capita, e va bene. Va davvero bene. Ve lo assicuro.
Punto n°2: Tenete sempre presente il fatto che se avete una ricaduta, ciò non significa che siete tornate al punto di partenza. Ogni progresso che avete fatto, ogni piccola cosa che siete riuscite a conquistare, non svaniscono solo perché c’è stata una ricaduta, ma rimangono sempre a costituire il vostro background. Tutti i vostri progressi NON sono negati, NON sono mandati a puttane dalla ricaduta. Anzi, potete utilizzarli come basi per ripartire nel vostro processo di ricovero, in maniera tale da prendere consapevolezza di quello che vi ha fatto ricadere, imparando così ad evitarlo. Imparando a stare più attente. Usate i vostri progressi. Vi porteranno esattamente dove volete arrivare. Potrà volerci molto tempo. Potrà essere dannatamente difficile. Ma ci arriverete.
Le cose contro cui state combattendo si riveleranno alla fine le più remunerative. La vostra vita è IMPORTANTE, e voi state combattendo per la salute e per la felicità, adesso… e quando raggiungerete la vostra meta… sarà fantastico.
Punto n°3: Non arrendetevi. Trovate il coraggio e la forza di rialzarvi anche se la caduta è stata brutta. Se avete bisogno d’aiuto, non vergognatevi a chiederlo. Avere l’umiltà di ammettere di essere in difficoltà è segno di vera intelligenza. Certe volte rialzarsi sarà particolarmente duro, ma non mollate. Ne vale la pena, alla fine. Perché la fine può essere il vostro nuovo inizio.
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sabato 11 aprile 2009
Usare la voce
Abbiamo la voce per comunicare… e allora, perché continuiamo ad usare il nostro corpo?
Siamo persone intelligenti, valide, creative, e non c’è alcun motivo per cui le persone non ci stiano a sentire se abbiamo qualcosa da dire. Perciò, dobbiamo prenderci il tempo di dirlo.
Le persone non hanno bisogno che ci sia il nostro corpo a dirgli fin dal primo acchito quanto sia forte il nostro dolore, la nostra rabbia, la nostra sofferenza… diamo una possibilità alle nostre parole di dirlo. Cominciamo a combattere per usare la nostra voce. È molto più forte di quello che a volte possiamo credere.
Quando abbiamo bisogno di qualcosa, quando abbiamo bisogno d’aiuto, proviamo a chiederlo con le parole. Quando vogliamo qualcosa, proviamo a chiederlo con le parole. Quando abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia vicino, le parole ci aiuteranno a trovarlo.
Il nostro corpo ci serve per pensare, respirare, muoverci… in una parola: VIVERE.
Non abbiamo bisogno che l’anoressia dica nient’altro… è per questo che ci è stata data una voce.
Le parole hanno un grande potere, una grande forza e, soprattutto, una volta imparato ad usarle, non sono distruttive come lo è l’anoressia.
E quando le parole non bastano, quando le parole cadono, possiamo gridare. Quando le parole cadono, possiamo piangere. E quando anche questo non dovesse funzionare, si tratta dunque di prendere una pausa, riorganizzare i pensieri, e riprovare. Ma soprattutto, non dobbiamo più lasciare che il nostro corpo si faccia messaggio di quello che non riusciamo a dire con le parole. Il nostro corpo non è il nostro bersaglio. Perciò, cerchiamo d’imparare a farlo diventare la nostra arma. Non lasciamo che il nostro corpo continui a parlare per noi.
L’anoressia può funzionare per un po’, ma poi fallisce anche in questo. Perciò, cerchiamo di tirare fuori la nostra voce e di usare le nostre parole prima che l’anoressia ci riduca completamente al silenzio. Per sempre.
È la vostra vera voce l’unica che po’ dire le cose come stanno veramente.
Io sto cominciando a parlare, adesso. Sto cominciando a parlare a me stessa. Alla vera Me Stessa. Fatelo anche voi.
Siamo persone intelligenti, valide, creative, e non c’è alcun motivo per cui le persone non ci stiano a sentire se abbiamo qualcosa da dire. Perciò, dobbiamo prenderci il tempo di dirlo.
Le persone non hanno bisogno che ci sia il nostro corpo a dirgli fin dal primo acchito quanto sia forte il nostro dolore, la nostra rabbia, la nostra sofferenza… diamo una possibilità alle nostre parole di dirlo. Cominciamo a combattere per usare la nostra voce. È molto più forte di quello che a volte possiamo credere.
Quando abbiamo bisogno di qualcosa, quando abbiamo bisogno d’aiuto, proviamo a chiederlo con le parole. Quando vogliamo qualcosa, proviamo a chiederlo con le parole. Quando abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia vicino, le parole ci aiuteranno a trovarlo.
Il nostro corpo ci serve per pensare, respirare, muoverci… in una parola: VIVERE.
Non abbiamo bisogno che l’anoressia dica nient’altro… è per questo che ci è stata data una voce.
Le parole hanno un grande potere, una grande forza e, soprattutto, una volta imparato ad usarle, non sono distruttive come lo è l’anoressia.
E quando le parole non bastano, quando le parole cadono, possiamo gridare. Quando le parole cadono, possiamo piangere. E quando anche questo non dovesse funzionare, si tratta dunque di prendere una pausa, riorganizzare i pensieri, e riprovare. Ma soprattutto, non dobbiamo più lasciare che il nostro corpo si faccia messaggio di quello che non riusciamo a dire con le parole. Il nostro corpo non è il nostro bersaglio. Perciò, cerchiamo d’imparare a farlo diventare la nostra arma. Non lasciamo che il nostro corpo continui a parlare per noi.
L’anoressia può funzionare per un po’, ma poi fallisce anche in questo. Perciò, cerchiamo di tirare fuori la nostra voce e di usare le nostre parole prima che l’anoressia ci riduca completamente al silenzio. Per sempre.
È la vostra vera voce l’unica che po’ dire le cose come stanno veramente.
Io sto cominciando a parlare, adesso. Sto cominciando a parlare a me stessa. Alla vera Me Stessa. Fatelo anche voi.
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mercoledì 8 aprile 2009
"La bellezza secondo me"
Ciao a tutte, ragazze!
È un po’ di tempo che stavo pensando ad una cosa, ed oggi voglio condividere i miei pensieri con voi.
C’è una domanda che mi sono sempre posta, negli anni passati e tuttora, ripensando a tutta la mia vita di anoressia, a quello che cercavo di ottenere, e a quello che, in quanto utopico, non sarei mai riuscita ad ottenere.
Credo che, in fin dei conti, in un certo qual modo, l’anoressia sia una ricerca di “bellezza”. Non tanto, o comunque non semplicemente, una bellezza esteriore, ma piuttosto una bellezza interiore che passa anche per quello che gli altri possono vedere dall’esterno.
Perciò, la domanda che mi sono posta, e che adesso rivolgo a voi, è:
CHE COS’E’ LA BELLEZZA?
Mi piacerebbe sapere come la pensate. Mi piacerebbe realizzare un post (o più post) riunendo tutte le vostre risposte.
Sono certa che tutte noi detestiamo l’idea pubblica di “bellezza”, e abbiamo combattuto strenuamente contro noi stesse per quell’inesistente ideale di “perfezione” soprattutto interiore. Perciò, mi piacerebbe sapere che cos’è per voi la bellezza. Che cosa significa per voi questa parola? Mandatemi le vostre risposte all’indirizzo
veggie.any@alice.it
mettendo in oggetto “La bellezza secondo me”.
Potete scrivermi una pagina o anche solo una riga.
Sono sicura che le vostre parole, una volta riunite, avranno una grande forza e potranno aiutare tante persone che stanno combattendo la nostra stessa battaglia.
E ricordatevi che, comunque sia, siete tutte bellissime…
Diciamo che vi lascio le prossime 2 settimane per rispondere a questo appello… mi sembra un tempo sufficiente, no?! Se vi va, sarei felice di leggere e di poter pubblicare (sotto vostro nome, nick, o comunque vogliate essere indicate) le vostre idee di bellezza!
Vi abbraccio forte tutte quante…
Veggie
È un po’ di tempo che stavo pensando ad una cosa, ed oggi voglio condividere i miei pensieri con voi.
C’è una domanda che mi sono sempre posta, negli anni passati e tuttora, ripensando a tutta la mia vita di anoressia, a quello che cercavo di ottenere, e a quello che, in quanto utopico, non sarei mai riuscita ad ottenere.
Credo che, in fin dei conti, in un certo qual modo, l’anoressia sia una ricerca di “bellezza”. Non tanto, o comunque non semplicemente, una bellezza esteriore, ma piuttosto una bellezza interiore che passa anche per quello che gli altri possono vedere dall’esterno.
Perciò, la domanda che mi sono posta, e che adesso rivolgo a voi, è:
CHE COS’E’ LA BELLEZZA?
Mi piacerebbe sapere come la pensate. Mi piacerebbe realizzare un post (o più post) riunendo tutte le vostre risposte.
Sono certa che tutte noi detestiamo l’idea pubblica di “bellezza”, e abbiamo combattuto strenuamente contro noi stesse per quell’inesistente ideale di “perfezione” soprattutto interiore. Perciò, mi piacerebbe sapere che cos’è per voi la bellezza. Che cosa significa per voi questa parola? Mandatemi le vostre risposte all’indirizzo
veggie.any@alice.it
mettendo in oggetto “La bellezza secondo me”.
Potete scrivermi una pagina o anche solo una riga.
Sono sicura che le vostre parole, una volta riunite, avranno una grande forza e potranno aiutare tante persone che stanno combattendo la nostra stessa battaglia.
E ricordatevi che, comunque sia, siete tutte bellissime…
Diciamo che vi lascio le prossime 2 settimane per rispondere a questo appello… mi sembra un tempo sufficiente, no?! Se vi va, sarei felice di leggere e di poter pubblicare (sotto vostro nome, nick, o comunque vogliate essere indicate) le vostre idee di bellezza!
Vi abbraccio forte tutte quante…
Veggie
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domenica 5 aprile 2009
Il motto di oggi
“Ieri è storia.
Domani è un mistero.
Solo oggi è un dono.
Per questo lo chiamiamo IL PRESENTE”.
(E. Roosevelt)
… e io aggiungo: “…perciò, viviamo per l’OGGI”.
Ripetetelo insieme a me.
E continuate ad andare avanti.
“Ieri è storia.
Domani è un mistero.
Solo oggi è un dono.
Per questo lo chiamiamo IL PRESENTE”.
Perciò, viviamo per l’OGGI.
E avanti così…
Domani è un mistero.
Solo oggi è un dono.
Per questo lo chiamiamo IL PRESENTE”.
(E. Roosevelt)
… e io aggiungo: “…perciò, viviamo per l’OGGI”.
Ripetetelo insieme a me.
E continuate ad andare avanti.
“Ieri è storia.
Domani è un mistero.
Solo oggi è un dono.
Per questo lo chiamiamo IL PRESENTE”.
Perciò, viviamo per l’OGGI.
E avanti così…
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giovedì 2 aprile 2009
Un messaggio per iniziare il mese di Aprile
Bè, credo che inizierò questo pomeriggio (e, al contempo, anche questo mese, direi) con un’altra delle cose che ho scritto qualche tempo fa. È un’altra delle mie poesie, un altro dei miei “pezzi”. S’intitola “A shadow no more” e l’ho scritta in Febbraio. È una sorta di poesia rivolta all’anoressia. Penso che sia un buon pensiero con cui iniziare un nuovo mese, e spero che vi possa accompagnare anche nei momenti più difficile che dovrete affrontare.
A SHADOW NO MORE
You messed with my mind
Pulled me close then left me behind
Your soul definition of “respect”
Was a demand for me to be “perfect”
You knew my every thought
You kept the gun loaded, and I went low
You needed my body so you could gloat
But let me tell you dear friend, you lost my vote
I will no longer be your marionette
No longer over you will I be you perfect girl
If your goal was to drive me to scream and cry
In the beginning you blinded my eyes
You made me believe I needed you
When quite the opposite has shown to be true
You needed my anger so on your own horn you could toot
You needed my story to make yours appear resolute
Well, let me just tell you I am defiant prone
I want to see your face as you fall from your throne
My face houses a smile but read the closed caption
For ones expression is a powerful contraption
Upon meeting me all you saw was opportunity
I must have forgotten to warn you I have acquired immunity
I cant wait to see your face in the mud
As there is nothing left between us but bad blood
You thought you won but the point is mine
For now I can nothing do except shine
You needed me next to you to light the way
So my radiance could put you on public display
You suppressed my dreams so that even I became blind
I could not see me above you as we were so intertwined
I reluctantly share with you my gratitude
Only in that your deviance has helped me gain a new attitude
For my soul is one of a rare breed
While you remain a weed
So despite your efforts of my accomplishments to impede
I will now and forever in this life succeed!
(Febbraio 2009)
E la traduzione… che, in questo caso, mi sembra che non renda proprio perchè la stravolge un po'. Comunque, è quanto di meglio sono riuscita a fare. Chiedo scusa.
[NON PIU’ UN’OMBRA – Hai fatto il caos nella mia mente/mi hai tirata a te, poi lasciata senza niente./Il tuo concetto di rispetto/era la richiesta che mi facevi di un corpo “perfetto”./Conoscevi tutto ciò che mi passava per la testa/la tua pistola era carica, e io precipitavo lesta./Avevi bisogno del mio corpo per poterti manifestare in toto/ma lascia che te lo dica, mia cara amica, hai perso il mio voto./Non sarò più la tua marionetta/e neanche la tua bambina perfetta./Se il tuo obiettivo era quello di farmi piangere e gridare/inizialmente mi hai potuta accecare/mi hai fatto credere di aver bisogno di te/ma poi ho scoperto che quanto di più falso c’è./Avevi bisogno della mia rabbia per far squillare le trombe/avevi bisogno della mia storia per giustificare la tua comparsa./Lascia che te lo dica, adesso io ti sfido/e mentre cadi dal tuo trono, voglio guardarti in viso./La mia faccia mostra un sorriso, ma leggi con più attenzione/è un sorriso ironico, in tua contrapposizione./Nel momento in cui mi hai incontrata, hai visto un’opportunità/ma ho dimenticato di dirti che adesso ho acquisito un’immunità./Non vedo l’ora di vedere la tua faccia nel fango/e non m’importa di quel che di noi rimpiango./Pensavi di poter vincere, ma adesso è mia la vittoria/da ora in poi potrò solo risplendere./Tu avevi bisogno di me per poter brillare/ma adesso sarà la mia luce che il tuo vero volto riuscirà a mostrare./Hai rubato i miei sogni, impedendomi di vedere/la vera me stessa oltre te, ma adesso sarai tu a cadere./Così riluttante ti mostro la mia gratitudine/perché la tua devianza mi ha aiutato ad avere una nuova attitudine./Perché questa è la mia vera faccia/mentre tu rimani soltanto un’erbaccia./Perciò, nonostante talvolta provi per te una nostalgia infinita/da ora in poi vivrò la mia vita!]
La primavera è appena iniziata, ragazze. In tutti i sensi.
A SHADOW NO MORE
You messed with my mind
Pulled me close then left me behind
Your soul definition of “respect”
Was a demand for me to be “perfect”
You knew my every thought
You kept the gun loaded, and I went low
You needed my body so you could gloat
But let me tell you dear friend, you lost my vote
I will no longer be your marionette
No longer over you will I be you perfect girl
If your goal was to drive me to scream and cry
In the beginning you blinded my eyes
You made me believe I needed you
When quite the opposite has shown to be true
You needed my anger so on your own horn you could toot
You needed my story to make yours appear resolute
Well, let me just tell you I am defiant prone
I want to see your face as you fall from your throne
My face houses a smile but read the closed caption
For ones expression is a powerful contraption
Upon meeting me all you saw was opportunity
I must have forgotten to warn you I have acquired immunity
I cant wait to see your face in the mud
As there is nothing left between us but bad blood
You thought you won but the point is mine
For now I can nothing do except shine
You needed me next to you to light the way
So my radiance could put you on public display
You suppressed my dreams so that even I became blind
I could not see me above you as we were so intertwined
I reluctantly share with you my gratitude
Only in that your deviance has helped me gain a new attitude
For my soul is one of a rare breed
While you remain a weed
So despite your efforts of my accomplishments to impede
I will now and forever in this life succeed!
(Febbraio 2009)
E la traduzione… che, in questo caso, mi sembra che non renda proprio perchè la stravolge un po'. Comunque, è quanto di meglio sono riuscita a fare. Chiedo scusa.
[NON PIU’ UN’OMBRA – Hai fatto il caos nella mia mente/mi hai tirata a te, poi lasciata senza niente./Il tuo concetto di rispetto/era la richiesta che mi facevi di un corpo “perfetto”./Conoscevi tutto ciò che mi passava per la testa/la tua pistola era carica, e io precipitavo lesta./Avevi bisogno del mio corpo per poterti manifestare in toto/ma lascia che te lo dica, mia cara amica, hai perso il mio voto./Non sarò più la tua marionetta/e neanche la tua bambina perfetta./Se il tuo obiettivo era quello di farmi piangere e gridare/inizialmente mi hai potuta accecare/mi hai fatto credere di aver bisogno di te/ma poi ho scoperto che quanto di più falso c’è./Avevi bisogno della mia rabbia per far squillare le trombe/avevi bisogno della mia storia per giustificare la tua comparsa./Lascia che te lo dica, adesso io ti sfido/e mentre cadi dal tuo trono, voglio guardarti in viso./La mia faccia mostra un sorriso, ma leggi con più attenzione/è un sorriso ironico, in tua contrapposizione./Nel momento in cui mi hai incontrata, hai visto un’opportunità/ma ho dimenticato di dirti che adesso ho acquisito un’immunità./Non vedo l’ora di vedere la tua faccia nel fango/e non m’importa di quel che di noi rimpiango./Pensavi di poter vincere, ma adesso è mia la vittoria/da ora in poi potrò solo risplendere./Tu avevi bisogno di me per poter brillare/ma adesso sarà la mia luce che il tuo vero volto riuscirà a mostrare./Hai rubato i miei sogni, impedendomi di vedere/la vera me stessa oltre te, ma adesso sarai tu a cadere./Così riluttante ti mostro la mia gratitudine/perché la tua devianza mi ha aiutato ad avere una nuova attitudine./Perché questa è la mia vera faccia/mentre tu rimani soltanto un’erbaccia./Perciò, nonostante talvolta provi per te una nostalgia infinita/da ora in poi vivrò la mia vita!]
La primavera è appena iniziata, ragazze. In tutti i sensi.
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ricovero
lunedì 30 marzo 2009
La perfezione - anche nel ricovero - non esiste
DCAmocelo apertamente: il percorso del ricovero è uno dei più difficili che si possano intraprendere. E chi pretende di proiettare il perfezionismo applicato nella restrizione al processo di ricovero, bè, è completamente fuori strada.
Anche quando mente e corpo ricominciano ad essere più o meno okay, e quando il percorso inizia a sembrare un po’ meno duro, ci sono sempre momenti in cui i DCA rifanno capolino, e allora bisogna cercare a tutti i costi di mantenere la concentrazione su quello che è giusto fare, senza dare retta alla loro voce. Pensare positivo non viene sempre naturale, soprattutto nei primi periodi. E, a volte, in certi momenti, è difficile anche dopo. Sono la prima a dire che, sebbene adesso le cose mi stiano andando molto meglio di, per esempio, un anno fa, non ho certo raggiunto la completa remissione né tanto meno la perfezione. Anche se cerco di stringere i denti nei momenti difficili, anche se cerco di lavorare duro e di fare del mio meglio, ci sono sempre momenti in cui finisco per abbassare la testa. Momenti in cui faccio qualcosa di sbagliato, e allora devo ricordare a me stessa tutto il lavoro che ho fatto, per cercare di riportarmi subito in carreggiata. Per usare un’analogia: sono uscita dalla foresta, ma abito in una casa che è a chilometri dalla strada.
Cosa sto cercando di dire?
Esempio tratto dalla vita reale: Sabato mattina
mi sono svegliata,
mi sono alzata,
ho fatto colazione,
sono andata in bagno,
ho fatto 10 minuti di cyclette,
ho studiato,
ho ascoltato qualche canzone dell'ultimo album delle t.A.T.u.,
ho fatto un po’ di (odiate) pulizie casalinghe,
sono uscita per andare dal fruttivendolo,
sono tornata a casa e ho fatto una doccia…
… poi, guardandomi riflessa nello specchio del gabinetto, ho notato anche l’orologio a parete che segnava le 12.45, e mi sono resa conto che avevo dimenticato di mangiare lo spuntino di metà mattina!!
Cose del genere non mi succedono molto di frequente, a dire il vero, ma ogni tanto possono capitare… omissioni inconsce che mi riportano a quando restringevo. Perché la strada vecchia è talmente usuale che si finisce per ripercorrerla anche senza rendercene conto. Dato che sono, nonostante tutto, una persona pignola e perfezionista, di solito seguo il mio “equilibrio alimentare” senza sgarrare, perciò una cosa del genere non mi era accaduta da tempo, e molto probabilmente passeranno mesi e mesi prima che succeda di nuovo, se risuccederà. Ma ci sono momenti, come questo di cui ho appena scritto, in cui mi rendo conto che l’anoressia è ancora presente in me. Che è parte di me, e devo combatterla costantemente per impedirle di rialzare la testa. Tuttavia, non mi metto in croce: le defaillances possono benissimo starci. L’importante è accorgersene subito, e non permettergli di ripetersi di nuovo.
DCAmocelo apertamente: nessuna è perfetta. Possiamo solo cercare di fare del nostro meglio. Perciò anche il ricovero, non rappresenta la perfezione… ma solo una realtà che tutte possiamo viver giorno dopo giorno. Basta solo volerlo veramente.
Un abbraccio forte a tutte quante…
Anche quando mente e corpo ricominciano ad essere più o meno okay, e quando il percorso inizia a sembrare un po’ meno duro, ci sono sempre momenti in cui i DCA rifanno capolino, e allora bisogna cercare a tutti i costi di mantenere la concentrazione su quello che è giusto fare, senza dare retta alla loro voce. Pensare positivo non viene sempre naturale, soprattutto nei primi periodi. E, a volte, in certi momenti, è difficile anche dopo. Sono la prima a dire che, sebbene adesso le cose mi stiano andando molto meglio di, per esempio, un anno fa, non ho certo raggiunto la completa remissione né tanto meno la perfezione. Anche se cerco di stringere i denti nei momenti difficili, anche se cerco di lavorare duro e di fare del mio meglio, ci sono sempre momenti in cui finisco per abbassare la testa. Momenti in cui faccio qualcosa di sbagliato, e allora devo ricordare a me stessa tutto il lavoro che ho fatto, per cercare di riportarmi subito in carreggiata. Per usare un’analogia: sono uscita dalla foresta, ma abito in una casa che è a chilometri dalla strada.
Cosa sto cercando di dire?
Esempio tratto dalla vita reale: Sabato mattina
mi sono svegliata,
mi sono alzata,
ho fatto colazione,
sono andata in bagno,
ho fatto 10 minuti di cyclette,
ho studiato,
ho ascoltato qualche canzone dell'ultimo album delle t.A.T.u.,
ho fatto un po’ di (odiate) pulizie casalinghe,
sono uscita per andare dal fruttivendolo,
sono tornata a casa e ho fatto una doccia…
… poi, guardandomi riflessa nello specchio del gabinetto, ho notato anche l’orologio a parete che segnava le 12.45, e mi sono resa conto che avevo dimenticato di mangiare lo spuntino di metà mattina!!
Cose del genere non mi succedono molto di frequente, a dire il vero, ma ogni tanto possono capitare… omissioni inconsce che mi riportano a quando restringevo. Perché la strada vecchia è talmente usuale che si finisce per ripercorrerla anche senza rendercene conto. Dato che sono, nonostante tutto, una persona pignola e perfezionista, di solito seguo il mio “equilibrio alimentare” senza sgarrare, perciò una cosa del genere non mi era accaduta da tempo, e molto probabilmente passeranno mesi e mesi prima che succeda di nuovo, se risuccederà. Ma ci sono momenti, come questo di cui ho appena scritto, in cui mi rendo conto che l’anoressia è ancora presente in me. Che è parte di me, e devo combatterla costantemente per impedirle di rialzare la testa. Tuttavia, non mi metto in croce: le defaillances possono benissimo starci. L’importante è accorgersene subito, e non permettergli di ripetersi di nuovo.
DCAmocelo apertamente: nessuna è perfetta. Possiamo solo cercare di fare del nostro meglio. Perciò anche il ricovero, non rappresenta la perfezione… ma solo una realtà che tutte possiamo viver giorno dopo giorno. Basta solo volerlo veramente.
Un abbraccio forte a tutte quante…
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venerdì 27 marzo 2009
A voi la parola / 6
“A voi la parola” di questo mese ospita le parole di Valentina84, una ragazza coraggiosa che ha deciso di intraprendere il suo percorso di ricovero e che sta attualmente lottando con grinta e determinazione contro i DCA.
Nelle sue parole, Valentina84 cerca di guardarsi dentro con onestà e, tramite questo percorso introspettivo, di capire quali sono le ragioni che l’hanno spinta verso i DCA, quali sono gli errori che ha commesso, e come poter fare per sganciarsi da atteggiamenti disfunzionali e lottare contro tutto ciò che finora l’ha fatta stare male.
“Grido… soffoco… scoppio!!!
E’ da tanto tempo che sento questo… soffro… tengo tutto dentro. Ma se parlo mi dicono: “cosa ti manca???Hai tutto!!!”. Sicuramente ho tutto rispetto a persone che non hanno niente o che hanno gravi problemi: sono una ragazza sana, ho una famiglia, ora anche un lavoro e un ragazzo stupendo!!!
Ma qual è il problema… Io mi sento sola, io sono sola!!! Con questo intendo tante cose… sia fisicamente: sto 9 ore a lavoro ogni giorno, ma anche lì mi sento sola e poi per il resto… sono sola!!! Ma anche psicologicamente: con chi posso parlare? Chi mi ascolta e mi consiglia, senza giudicarmi, attaccarmi, criticarmi per ogni mio atteggiamento che seppur pare incomprensibile per chi non vive questo disagio… avrà pure le sue ragioni!!!
Ecco così per anni ho gridato il mio dolore, la mia sofferenza, la mia insoddisfazione, tentando di scomparire… un urlo tradotto nello scomparire giorno dopo giorno del mio corpo!!! Per anni ho continuato a soffrire così e a concentrare la mia vita sul cibo, anzi sul controllo del cibo… sulla paura e sul tormento di non mangiare… Per anni litigate a casa, con mia mamma, con mia sorella…
la persona che più ho amato, che a modo suo più di tutti mi ha aiutato ad uscire dalla depressione… forse sono sempre stata invidiosa della sua perfezione… del suo riuscire in tutto con il minimo sforzo, del suo essere magnetica… della sua bellezza!!! E ora che si è allontanata da me sia fisicamente che psicologicamente sto male… la mia vera unica amica non la trovo più!!!
Quando ero magra almeno c’era qualcosa in cui io fossi migliore di lei: la magrezza!!! Potevo mettere tutti i vestiti che volevo… anche se poi d’estate mi vergognavo si vedessero le ossa!!!
Ora è anche peggio… sono triste e mangio, mangio… affogo tutto nel cibo… mi riempio così, colmo la mia fame, che però è una “fame d’amore”… Lo chiamo il “grido silenzioso”, perché mentre quando si è anoressici si sta gridando al mondo, usando come mezzo il proprio corpo, che non si sta bene… così tengo tutto dentro… sembro una ragazza normale, mentre dentro grido!!!
Grido di dolore, forse di rabbia, di insoddisfazione…ma perché??? Non lo so e non lo capisco… apparentemente ho tutto e invece a me sembra di non avere nulla, a volte penso anche di essere una fallita, seppure sia un ingegnere da quasi un anno… laureata con il massimo dei voti!!! Ma forse questo è stato anche un modo per farmi notare??? Valentina è sempre perfetta nello studio… da il massimo e anche con gli altri è impeccabile… Ma perché Valentina non dà mai niente a sè??? Perchè non si vuole bene??? Tante volte me lo sono chiesto… perché sto buttando via gli anni migliori della mia vita? Perchè??? Vorrei tanto poter tornare indietro… aver saputo, aver capito in cosa stavo cadendo… aver chiesto aiuto subito… Ma so che non è possibile… quello che posso fare è impegnarmi per uscirne… stavolta da sola… tenendo fuori i miei perché tanto sono lontani e nulla possono fare…
La bulimia è orrenda perché ti senti ancora di più in colpa… ti vuoi punire… e soprattutto ti vergogni!!! Ti vergogni di mangiare davanti agli altri, di come sei tu (io in questo momento mi faccio schifo fisicamente) di quello che fai in genere… Io mi sento una stupida, perché senza un reale motivo apparente sto così male e continuo a distruggere me e la mia vita!!!
So che già il fatto di averlo capito e di aver acquisito la consapevolezza che non sto bene e che ho bisogno di aiuto è tanto… ma so anche che solo io posso farcela!!! Devo mettercela tutta…
Voglio “vivere”… cosa che sinceramente al 100% non ho quasi mai fatto… non voglio fare pazzie, cose assurde… voglio solo poter affrontare la vita con la serenità e senza gli incubi e le ossessioni che da anni mi porto avanti. Ogni mattina da ormai 7 anni mi sveglio con il pensiero: non devo mangiare troppo!!! Anche se per alcuni anni mangiavo in una settimana quello che una persona normale avrebbe mangiato in 1-2 giorni… e ora alcuni giorni non mangio e altri mi abbuffo in poco tempo per poi non mangiare per il resto del giorno!!!
Voglio “stare bene”… essere serena, come è giusto che sia una ragazza della mia età…
Non voglio sciupare una storia d’amore bellissima che sta nascendo e che già è stata messa a dura prova da questo mio problema…
Con questo non voglio fare lezioni a nessuno ma dire di lottare… ognuna può lottare solo e soltanto per se stessa… possiamo ricevere tante mani che ci aiutano a rialzarci, ma se noi non lo vogliamo neanche una gru ci potrà sollevare…”
Cara Valentina84, innanzitutto voglio ringraziarti per le tue parole… Parole che in un primo momento riportano dentro l’abisso, fanno toccare con mano la tua disperazione e il tuo dolore, l’inferno che hai vissuto, ma che alla fine sfumano in positivo, facendo nonostante tutto vedere la tua voglia di lottare, di farcela, di continuare a combattere giorno dopo giorno.
Sai, io credo che la risposta alle tue domande potrai trovarla con il tempo, continuando a percorrere questa strada della luce. Sono domande che scavano nel profondo, che riportano a vissuti lontani e dolorosi, ed è ovvio che ci voglia tempo e pazienza per trovare tutte le risposte necessari a farti stare bene.
Ma ti assicuro che tu – e lo si capisce bene anche dalle tue parole – hai tutta la forza per lottare e per mettere un punto fermo oltre tutti quegli interrogativi. Come tu stessa hai scritto, dipende solo da te… ed è assolutamente vero. Sei una persona molto più determinata e più speciale di quello che credi. Hai una forza interiore grandissima, che non potrà che sostenerti in questo difficile percorso che stai facendo. Hai tutto il diritto e la possibilità di tornare a vivere per te stessa. Ci vuole tempo e pazienza, ma ce la puoi fare tranquillamente. Non arrenderti mai. Io ti tengo per mano e faccio il tifo per te.
P.S.= "A voi la parola" torna il 26 Aprile...
Nelle sue parole, Valentina84 cerca di guardarsi dentro con onestà e, tramite questo percorso introspettivo, di capire quali sono le ragioni che l’hanno spinta verso i DCA, quali sono gli errori che ha commesso, e come poter fare per sganciarsi da atteggiamenti disfunzionali e lottare contro tutto ciò che finora l’ha fatta stare male.
“Grido… soffoco… scoppio!!!
E’ da tanto tempo che sento questo… soffro… tengo tutto dentro. Ma se parlo mi dicono: “cosa ti manca???Hai tutto!!!”. Sicuramente ho tutto rispetto a persone che non hanno niente o che hanno gravi problemi: sono una ragazza sana, ho una famiglia, ora anche un lavoro e un ragazzo stupendo!!!
Ma qual è il problema… Io mi sento sola, io sono sola!!! Con questo intendo tante cose… sia fisicamente: sto 9 ore a lavoro ogni giorno, ma anche lì mi sento sola e poi per il resto… sono sola!!! Ma anche psicologicamente: con chi posso parlare? Chi mi ascolta e mi consiglia, senza giudicarmi, attaccarmi, criticarmi per ogni mio atteggiamento che seppur pare incomprensibile per chi non vive questo disagio… avrà pure le sue ragioni!!!
Ecco così per anni ho gridato il mio dolore, la mia sofferenza, la mia insoddisfazione, tentando di scomparire… un urlo tradotto nello scomparire giorno dopo giorno del mio corpo!!! Per anni ho continuato a soffrire così e a concentrare la mia vita sul cibo, anzi sul controllo del cibo… sulla paura e sul tormento di non mangiare… Per anni litigate a casa, con mia mamma, con mia sorella…
la persona che più ho amato, che a modo suo più di tutti mi ha aiutato ad uscire dalla depressione… forse sono sempre stata invidiosa della sua perfezione… del suo riuscire in tutto con il minimo sforzo, del suo essere magnetica… della sua bellezza!!! E ora che si è allontanata da me sia fisicamente che psicologicamente sto male… la mia vera unica amica non la trovo più!!!
Quando ero magra almeno c’era qualcosa in cui io fossi migliore di lei: la magrezza!!! Potevo mettere tutti i vestiti che volevo… anche se poi d’estate mi vergognavo si vedessero le ossa!!!
Ora è anche peggio… sono triste e mangio, mangio… affogo tutto nel cibo… mi riempio così, colmo la mia fame, che però è una “fame d’amore”… Lo chiamo il “grido silenzioso”, perché mentre quando si è anoressici si sta gridando al mondo, usando come mezzo il proprio corpo, che non si sta bene… così tengo tutto dentro… sembro una ragazza normale, mentre dentro grido!!!
Grido di dolore, forse di rabbia, di insoddisfazione…ma perché??? Non lo so e non lo capisco… apparentemente ho tutto e invece a me sembra di non avere nulla, a volte penso anche di essere una fallita, seppure sia un ingegnere da quasi un anno… laureata con il massimo dei voti!!! Ma forse questo è stato anche un modo per farmi notare??? Valentina è sempre perfetta nello studio… da il massimo e anche con gli altri è impeccabile… Ma perché Valentina non dà mai niente a sè??? Perchè non si vuole bene??? Tante volte me lo sono chiesto… perché sto buttando via gli anni migliori della mia vita? Perchè??? Vorrei tanto poter tornare indietro… aver saputo, aver capito in cosa stavo cadendo… aver chiesto aiuto subito… Ma so che non è possibile… quello che posso fare è impegnarmi per uscirne… stavolta da sola… tenendo fuori i miei perché tanto sono lontani e nulla possono fare…
La bulimia è orrenda perché ti senti ancora di più in colpa… ti vuoi punire… e soprattutto ti vergogni!!! Ti vergogni di mangiare davanti agli altri, di come sei tu (io in questo momento mi faccio schifo fisicamente) di quello che fai in genere… Io mi sento una stupida, perché senza un reale motivo apparente sto così male e continuo a distruggere me e la mia vita!!!
So che già il fatto di averlo capito e di aver acquisito la consapevolezza che non sto bene e che ho bisogno di aiuto è tanto… ma so anche che solo io posso farcela!!! Devo mettercela tutta…
Voglio “vivere”… cosa che sinceramente al 100% non ho quasi mai fatto… non voglio fare pazzie, cose assurde… voglio solo poter affrontare la vita con la serenità e senza gli incubi e le ossessioni che da anni mi porto avanti. Ogni mattina da ormai 7 anni mi sveglio con il pensiero: non devo mangiare troppo!!! Anche se per alcuni anni mangiavo in una settimana quello che una persona normale avrebbe mangiato in 1-2 giorni… e ora alcuni giorni non mangio e altri mi abbuffo in poco tempo per poi non mangiare per il resto del giorno!!!
Voglio “stare bene”… essere serena, come è giusto che sia una ragazza della mia età…
Non voglio sciupare una storia d’amore bellissima che sta nascendo e che già è stata messa a dura prova da questo mio problema…
Con questo non voglio fare lezioni a nessuno ma dire di lottare… ognuna può lottare solo e soltanto per se stessa… possiamo ricevere tante mani che ci aiutano a rialzarci, ma se noi non lo vogliamo neanche una gru ci potrà sollevare…”
Cara Valentina84, innanzitutto voglio ringraziarti per le tue parole… Parole che in un primo momento riportano dentro l’abisso, fanno toccare con mano la tua disperazione e il tuo dolore, l’inferno che hai vissuto, ma che alla fine sfumano in positivo, facendo nonostante tutto vedere la tua voglia di lottare, di farcela, di continuare a combattere giorno dopo giorno.
Sai, io credo che la risposta alle tue domande potrai trovarla con il tempo, continuando a percorrere questa strada della luce. Sono domande che scavano nel profondo, che riportano a vissuti lontani e dolorosi, ed è ovvio che ci voglia tempo e pazienza per trovare tutte le risposte necessari a farti stare bene.
Ma ti assicuro che tu – e lo si capisce bene anche dalle tue parole – hai tutta la forza per lottare e per mettere un punto fermo oltre tutti quegli interrogativi. Come tu stessa hai scritto, dipende solo da te… ed è assolutamente vero. Sei una persona molto più determinata e più speciale di quello che credi. Hai una forza interiore grandissima, che non potrà che sostenerti in questo difficile percorso che stai facendo. Hai tutto il diritto e la possibilità di tornare a vivere per te stessa. Ci vuole tempo e pazienza, ma ce la puoi fare tranquillamente. Non arrenderti mai. Io ti tengo per mano e faccio il tifo per te.
P.S.= "A voi la parola" torna il 26 Aprile...
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martedì 24 marzo 2009
Anoressia: Ciò che vogliamo... e ciò che otteniamo - English Version
Dato che i vostri commenti sul post che ho pubblicato il 18 Marzo mi hanno rimandato un feedback positivo, poiché mi avete detto che vi è stato d’aiuto, ho pensato di poter ampliare la cosa.
Dato che l’Inglese è una lingua ampiamente più diffusa dell’Italiano, ho deciso di riprendere quella lista di vogliamo/otteniamo, trasporla in Inglese, e corredare il tutto con un piccolo disegno. Dopodichè ho caricato il risultato sul mio album Photobucket. Dato che questo è un sito di hosting immagini usato da tutto il mondo, ho pensato che molto più persone avrebbero avuto modo di leggere – anche sotto forma di immagini – questo post, e che magari questo avrebbe potuto essere loro d’aiuto…
Il risultato?
Eccolo qua…


(click sopra per ingrandire)
P.S.= Ragazze, il nostro video è finito anche QUI… Non smetterò mai di ringraziarvi per aver preso parte a questo… Siete delle guerriere della luce, e siete tutte assolutamente bellissime. Fuori, e soprattutto, più importante, dentro. Vi abbraccio forte forte…
Dato che l’Inglese è una lingua ampiamente più diffusa dell’Italiano, ho deciso di riprendere quella lista di vogliamo/otteniamo, trasporla in Inglese, e corredare il tutto con un piccolo disegno. Dopodichè ho caricato il risultato sul mio album Photobucket. Dato che questo è un sito di hosting immagini usato da tutto il mondo, ho pensato che molto più persone avrebbero avuto modo di leggere – anche sotto forma di immagini – questo post, e che magari questo avrebbe potuto essere loro d’aiuto…
Il risultato?
Eccolo qua…


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P.S.= Ragazze, il nostro video è finito anche QUI… Non smetterò mai di ringraziarvi per aver preso parte a questo… Siete delle guerriere della luce, e siete tutte assolutamente bellissime. Fuori, e soprattutto, più importante, dentro. Vi abbraccio forte forte…
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sabato 21 marzo 2009
Intervista
Ciao a tutte, ragazze!
Oggi voglio proporvi un’intervista che ho rilasciato qualche giorno fa ad Angela Bellini, una giornalista, pubblicista, e blogger.
Potete trovarne una parte nel suo blog, qua..
--> Intervista <--
Spero che le mie parole possano esservi d’aiuto, anche solo un pochino…
Vi abbraccio forte tutte quante…
Oggi voglio proporvi un’intervista che ho rilasciato qualche giorno fa ad Angela Bellini, una giornalista, pubblicista, e blogger.
Potete trovarne una parte nel suo blog, qua..
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Spero che le mie parole possano esservi d’aiuto, anche solo un pochino…
Vi abbraccio forte tutte quante…
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mercoledì 18 marzo 2009
Anoressia: Ciò che vogliamo... e ciò che otteniamo
Vogliamo: Sentirci meglio, più a nostro agio e più felici con il nostro corpo.
Otteniamo: Denti gialli e danneggiati, incontinenza e stitichezza, perdita di massa muscolare, caduta di capelli, dolori addominali, pelle sciupata e disidratata.
Vogliamo: Essere "perfette" in ogni aspetto della nostra vita… inclusa la taglia che portiamo.
Otteniamo: Un circolo vizioso di restrizione, digiuno, esercizio fisico compulsivo, checking, riti ossessivi, e la sensazione di valere sempre meno.
Vogliamo: Il senso di soddisfazione e forza che proviamo quando perdiamo peso.
Otteniamo: La perdita delle vere noi stesse. La perdita di tantissime opportunità che la vita ci offre. La perdita della possibilità di raggiungere obiettivi reali. E questo solo perché alla fine l’anoressia ci convince che l’unica cosa che siamo capaci di fare bene è perdere peso.
Vogliamo: Mostrare agli altri quanto siamo brave a fare qualcosa che non tutti saprebbero fare, e come sappiamo stoicamente resistere a questo dolore.
Otteniamo: L’isolamento. La solitudine. Le persone non riescono a capire perché ci stiamo facendo questo, e l’interpretano come manie di protagonismo accusandoci di essere solo ragazzine viziate e melodrammatiche.
Vogliamo: Annientare le emozioni negative.
Otteniamo: Ansia e nervosismo conseguenti la malnutrizione, e perché scappare dai nostri problemi crea ulteriori problemi che ci fanno stare ancora peggio.
Vogliamo: Il controllo. La garanzia che possiamo controllare tutto ciò che ci circonda e quindi ottenere tutto ciò che vogliamo se solo riusciamo a pregrammare ogni aspetto della nostra vita e controllare l'alimentazione.
Otteniamo: Caos, nel momento in cui l'anoressia arriva a riempire per intero la nostra vita.
Vogliamo: Rimanere piccole piccole, così ci sarà sempre qualcuno che ci vorrà bene e che avrà cura di noi.
Otteniamo: Continue discussioni con i famigliari e con gli amici, poiché loro si sentono impotenti di fronte a questa nostra situazione. Nonché problemi con la scuola/il lavoro.
Vogliamo: Evitare i cambiamenti quanto più a lungo possibile. Non si è mai sicure se iniziare o meno un percorso di ricovero.
Otteniamo: Anni di vita rubati dall'anoressia. Scelte non compiute che rimpiangeremo amaramente.
Vogliamo: Sentirci “speciali”, diverse dalle altre persone.
Otteniamo: Una vita privata di ogni significato. Un vuoto interiore che non se ne va. Una perdita di energia e di passione. Lo strisciante sospetto che, forse, essere anoressica non vale poi così tanto la pena…
L’anoressia è una bugia! Perché i DCA non ci porteranno mai ciò che vogliamo… ma possiamo ottenerlo da sole. Senza i DCA. Non è mai troppo tardi. Possiamo scegliere la vita. Quella vera.
Perché ne vale la pena.
Otteniamo: Denti gialli e danneggiati, incontinenza e stitichezza, perdita di massa muscolare, caduta di capelli, dolori addominali, pelle sciupata e disidratata.
Vogliamo: Essere "perfette" in ogni aspetto della nostra vita… inclusa la taglia che portiamo.
Otteniamo: Un circolo vizioso di restrizione, digiuno, esercizio fisico compulsivo, checking, riti ossessivi, e la sensazione di valere sempre meno.
Vogliamo: Il senso di soddisfazione e forza che proviamo quando perdiamo peso.
Otteniamo: La perdita delle vere noi stesse. La perdita di tantissime opportunità che la vita ci offre. La perdita della possibilità di raggiungere obiettivi reali. E questo solo perché alla fine l’anoressia ci convince che l’unica cosa che siamo capaci di fare bene è perdere peso.
Vogliamo: Mostrare agli altri quanto siamo brave a fare qualcosa che non tutti saprebbero fare, e come sappiamo stoicamente resistere a questo dolore.
Otteniamo: L’isolamento. La solitudine. Le persone non riescono a capire perché ci stiamo facendo questo, e l’interpretano come manie di protagonismo accusandoci di essere solo ragazzine viziate e melodrammatiche.
Vogliamo: Annientare le emozioni negative.
Otteniamo: Ansia e nervosismo conseguenti la malnutrizione, e perché scappare dai nostri problemi crea ulteriori problemi che ci fanno stare ancora peggio.
Vogliamo: Il controllo. La garanzia che possiamo controllare tutto ciò che ci circonda e quindi ottenere tutto ciò che vogliamo se solo riusciamo a pregrammare ogni aspetto della nostra vita e controllare l'alimentazione.
Otteniamo: Caos, nel momento in cui l'anoressia arriva a riempire per intero la nostra vita.
Vogliamo: Rimanere piccole piccole, così ci sarà sempre qualcuno che ci vorrà bene e che avrà cura di noi.
Otteniamo: Continue discussioni con i famigliari e con gli amici, poiché loro si sentono impotenti di fronte a questa nostra situazione. Nonché problemi con la scuola/il lavoro.
Vogliamo: Evitare i cambiamenti quanto più a lungo possibile. Non si è mai sicure se iniziare o meno un percorso di ricovero.
Otteniamo: Anni di vita rubati dall'anoressia. Scelte non compiute che rimpiangeremo amaramente.
Vogliamo: Sentirci “speciali”, diverse dalle altre persone.
Otteniamo: Una vita privata di ogni significato. Un vuoto interiore che non se ne va. Una perdita di energia e di passione. Lo strisciante sospetto che, forse, essere anoressica non vale poi così tanto la pena…
L’anoressia è una bugia! Perché i DCA non ci porteranno mai ciò che vogliamo… ma possiamo ottenerlo da sole. Senza i DCA. Non è mai troppo tardi. Possiamo scegliere la vita. Quella vera.
Perché ne vale la pena.
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domenica 15 marzo 2009
Un messaggio FORTE
E voglio essere io in prima persona a darvelo, senza interposti mezzi.
Senza tante parole, e con quanto di più diretto possa esserci: una fotografia.
Perchè talvolta un'immagine e poche parole dicono più di chilometrici discorsi.
E allora, la fotografia di oggi me la sono fatta scattare per voi.
Dritta dalla mia cameretta a... ovunque voi siate in questo momento.

(click sopra, s'ingrandisce...)
E ricordatevi sempre che percorrere la strada del ricovero è come scalare una montagna: la difficoltà sembra aumentare ad ogni passo... ma aumenta anche la prospettiva.
Continuiamo a combattere insieme.
Vi penso sempre...
Vi voglio bene...
Veggie
Senza tante parole, e con quanto di più diretto possa esserci: una fotografia.
Perchè talvolta un'immagine e poche parole dicono più di chilometrici discorsi.
E allora, la fotografia di oggi me la sono fatta scattare per voi.
Dritta dalla mia cameretta a... ovunque voi siate in questo momento.

(click sopra, s'ingrandisce...)
E ricordatevi sempre che percorrere la strada del ricovero è come scalare una montagna: la difficoltà sembra aumentare ad ogni passo... ma aumenta anche la prospettiva.
Continuiamo a combattere insieme.
Vi penso sempre...
Vi voglio bene...
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giovedì 12 marzo 2009
Forza e debolezza
Mostrate la vostra forza, non la vostra debolezza.
Veramente, pensate a questa affermazione per un momento. Onestamente, è un’affermazione difficile da mettere in pratica. Inevitabilmente nella routine quotidiana finiamo per mostrare le nostre debolezze. Non diamo sempre il meglio di noi stesse. Siamo umane, e può capitare che siamo stanche e che non riusciamo a spingere fino in fondo.
A maggior ragione, questo vale nel momento in cui si decide d’intraprendere un percorso di ricovero contro l’anoressia: ci vuole molta forza, e non tutti i giorni è facile tirarla fuori. Anzi, molto spesso non è mai facile tirarla fuori. Cedere è molto più semplice. Però così si finisce solo per ricadere e per perpetrare il male che stiamo facendo a noi stesse.
Ma se la vostra forza supera in splendore e valore la vostra debolezza, anche solo di un infinitesimo… bè, questa è già una grande cosa. Quel che conta è la qualità, ragazze, non la quantità.
Perciò, chiedetevi semplicemente questo: La mia forza è maggiore della mia debolezza? Utilizzo ogni giorno la mia forza per impedirmi di ripetere i comportamenti del DCA? Mi sto davvero impegnando per percorrere la strada del ricovero?
Bè, se è così… allora state andando bene. Continuate a camminare.
Continuiamo a camminare tutte insieme.
Veramente, pensate a questa affermazione per un momento. Onestamente, è un’affermazione difficile da mettere in pratica. Inevitabilmente nella routine quotidiana finiamo per mostrare le nostre debolezze. Non diamo sempre il meglio di noi stesse. Siamo umane, e può capitare che siamo stanche e che non riusciamo a spingere fino in fondo.
A maggior ragione, questo vale nel momento in cui si decide d’intraprendere un percorso di ricovero contro l’anoressia: ci vuole molta forza, e non tutti i giorni è facile tirarla fuori. Anzi, molto spesso non è mai facile tirarla fuori. Cedere è molto più semplice. Però così si finisce solo per ricadere e per perpetrare il male che stiamo facendo a noi stesse.
Ma se la vostra forza supera in splendore e valore la vostra debolezza, anche solo di un infinitesimo… bè, questa è già una grande cosa. Quel che conta è la qualità, ragazze, non la quantità.
Perciò, chiedetevi semplicemente questo: La mia forza è maggiore della mia debolezza? Utilizzo ogni giorno la mia forza per impedirmi di ripetere i comportamenti del DCA? Mi sto davvero impegnando per percorrere la strada del ricovero?
Bè, se è così… allora state andando bene. Continuate a camminare.
Continuiamo a camminare tutte insieme.
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lunedì 9 marzo 2009
Anoressia: C'è un tombino aperto sulla mia strada
Il ricovero dall’anoressia, con i suoi progressi e le sue ricadute, può essere secondo me considerato un qualcosa come un percorso su una strada in cui c’è un tombino aperto.
Capitolo 1
Sto camminando per strada e c’è un tombino aperto.
Non lo vedo, e ci cado dentro.
È freddo, scuro, cancella ogni speranza, e ci vuole un sacco e una sporta di tempo per trovare il modo per uscirne. Non dipende da me!
Capitolo 2
Sto camminando per la solita strada.
C’è un tombino aperto. Un tombino aperto bello grande. Lo vedo, ma ci cado dentro comunque.
È freddo, scuro, cancella ogni speranza, e ci vuole un sacco di tempo per trovare il modo per uscirne. Ancora una volta, non dipende da me!
Capitolo 3
Sto camminando per la stessa strada. C’è un tombino aperto.
Lo vedo, e decido ancora una volta di caderci dentro.
(…Sta diventando un’abitudine…)
Ma stavolta tengo gli occhi aperti, mi lascio guidare dalla luce che vedo provenire dall’altro, e riesco ad uscirne in maniera più rapida e più agevole. Dipende da me.
Capitolo 4
Sto camminando per la medesima strada, c’è un tombino aperto.
Lo vedo, e ci cammino intorno superandolo senza caderci.
Capitolo 5
Sto camminando per un’altra strada.
Spero che l’analogia sia valida per tutte voi… dal primo – ma soprattutto – all’ULTIMO capitolo…
Capitolo 1
Sto camminando per strada e c’è un tombino aperto.
Non lo vedo, e ci cado dentro.
È freddo, scuro, cancella ogni speranza, e ci vuole un sacco e una sporta di tempo per trovare il modo per uscirne. Non dipende da me!
Capitolo 2
Sto camminando per la solita strada.
C’è un tombino aperto. Un tombino aperto bello grande. Lo vedo, ma ci cado dentro comunque.
È freddo, scuro, cancella ogni speranza, e ci vuole un sacco di tempo per trovare il modo per uscirne. Ancora una volta, non dipende da me!
Capitolo 3
Sto camminando per la stessa strada. C’è un tombino aperto.
Lo vedo, e decido ancora una volta di caderci dentro.
(…Sta diventando un’abitudine…)
Ma stavolta tengo gli occhi aperti, mi lascio guidare dalla luce che vedo provenire dall’altro, e riesco ad uscirne in maniera più rapida e più agevole. Dipende da me.
Capitolo 4
Sto camminando per la medesima strada, c’è un tombino aperto.
Lo vedo, e ci cammino intorno superandolo senza caderci.
Capitolo 5
Sto camminando per un’altra strada.
Spero che l’analogia sia valida per tutte voi… dal primo – ma soprattutto – all’ULTIMO capitolo…
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venerdì 6 marzo 2009
Sofferenza universale: celebrità affette da DCA
Una delle ragioni per cui le persone che hanno affrontato l’esperienza di un DCA si riconoscono e si legano tra loro così rapidamente e facilmente, è perché si viene ad instaurare una totale empatia, una totale comprensione, poiché sebbene ognuna di noi sia diversa dall’altra – e quindi più che dire che esiste “l’anoressia” si può più propriamente dire che esistono “le anoressie” – questa sofferenza costituisce comunque un sottofondo comune a tutte.
Il disprezzo verso noi stesse, la scarsa autostima, l’insicurezza di fondo mascherata da falsa sicurezza, il tormento interiore, e le contemporanee sensazioni di forza, controllo, soddisfazione e onnipotenza sono universali tra chiunque abbia attraversato l’anoressia.
Questo mi ha fatto pensare:
Le celebrità affette da DCA… Anche loro devono provare questa stessa sofferenza.
Dietro i loro sorrisi patinati sulle copertine delle riviste e negli scatti fotografici… si sentono ferite come mi sento io? Provano lo stesso dolore che proviamo noi?
Stanno soffrendo come soffrivo io quando ero nel pieno dell’anoressia?
Talvolta osservo le loro immagini sui giornali o su Internet, i loro corpi ridotti al limite, sebbene avvolti in vestiti costosi e di marca, quei falsi sorrisi che ormai saprei riconoscere anche a chilometri di distanza, e provo tanta tristezza. Talvolta leggo nei vari blog di ragazze che vorrebbero diventare come loro e mi chiedo come sia possibile poter arrivare a desiderare quest’inferno senza morte. Mi chiedo come si sentirebbero quelle attrici, modelle, cantanti, se qualcuno dicesse loro che vengono prese come esempio, fisicamente parlando. Credo proprio che soffrirebbero ancora di più di quanto non stiano già facendo. Perché quella dell’anoressia è una sofferenza che non si augura davvero a nessuno.
Così, guardo le loro fotografie e guardo le mie, le nostre. Celebrità contro ragazze sconosciute. No. Celebrità CON ragazze sconosciute. Perché tolti i tacchi alti, attraversati i tappeti rossi, spente le luci della ribalta, chiuse nella propria stanza… nel momento in cui va giù il sipario ed è in onda la realtà… quello che rimane è esattamente la medesima cosa: una ragazza alle prese con la sua sofferenza e la sua lotta interiore.
Non avevo mai pensato che potessimo tutte quante avere così tanto in comune con delle celebrità… Ma, forse, in effetti siamo molto più simili di quello che pensassi… Unite da questa sofferenza universale.
Il disprezzo verso noi stesse, la scarsa autostima, l’insicurezza di fondo mascherata da falsa sicurezza, il tormento interiore, e le contemporanee sensazioni di forza, controllo, soddisfazione e onnipotenza sono universali tra chiunque abbia attraversato l’anoressia.
Questo mi ha fatto pensare:
Le celebrità affette da DCA… Anche loro devono provare questa stessa sofferenza.
Dietro i loro sorrisi patinati sulle copertine delle riviste e negli scatti fotografici… si sentono ferite come mi sento io? Provano lo stesso dolore che proviamo noi?
Stanno soffrendo come soffrivo io quando ero nel pieno dell’anoressia?
Talvolta osservo le loro immagini sui giornali o su Internet, i loro corpi ridotti al limite, sebbene avvolti in vestiti costosi e di marca, quei falsi sorrisi che ormai saprei riconoscere anche a chilometri di distanza, e provo tanta tristezza. Talvolta leggo nei vari blog di ragazze che vorrebbero diventare come loro e mi chiedo come sia possibile poter arrivare a desiderare quest’inferno senza morte. Mi chiedo come si sentirebbero quelle attrici, modelle, cantanti, se qualcuno dicesse loro che vengono prese come esempio, fisicamente parlando. Credo proprio che soffrirebbero ancora di più di quanto non stiano già facendo. Perché quella dell’anoressia è una sofferenza che non si augura davvero a nessuno.
Così, guardo le loro fotografie e guardo le mie, le nostre. Celebrità contro ragazze sconosciute. No. Celebrità CON ragazze sconosciute. Perché tolti i tacchi alti, attraversati i tappeti rossi, spente le luci della ribalta, chiuse nella propria stanza… nel momento in cui va giù il sipario ed è in onda la realtà… quello che rimane è esattamente la medesima cosa: una ragazza alle prese con la sua sofferenza e la sua lotta interiore.
Non avevo mai pensato che potessimo tutte quante avere così tanto in comune con delle celebrità… Ma, forse, in effetti siamo molto più simili di quello che pensassi… Unite da questa sofferenza universale.
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martedì 3 marzo 2009
Le acque del criticismo
È facile rimanere imprigionate nel turbine della vita. Si va a scuola, si va al lavoro, si vedono e si ascoltano cose che ci fanno sentire inadeguate. Ci sono un sacco di cose che c’influenzano, che lo vogliamo o no. In un certo qualmodo, questa può essere anche una cosa positiva. Possiamo ricevere influenze dai nostri amici a cui vogliamo bene, da nostri familiari che amiamo, dalle cose che ci piace fare, guardare o leggere. E fin qui, niente di male.
Ma quando vi sentite in un certo modo, ed improvvisamente avvertite che qualcosa intorno a voi vi sta tirando in un’altra direzione, avete bisogno di fermarvi e di rimanere per un minuto a pensare. Un minuto è più che sufficiente. Avrete certamente sentito dire: “Segui l’istinto”. Bè, nella maggior parte dei casi, è proprio quello che andrebbe fatto. Se qualcosa che vedete o sentite vi fa sorgere dubbi su come vi SENTITE, è giusto che proviate ad esaminarlo.
Non fraintendete – è meraviglioso vedere, sentire o leggere qualcosa che ci fa porre domande, ci fa venire pensieri, c’insegna qualcosa di nuovo. Va benissimo essere aperte alle opinioni altrui, alle possibilità, ai punti di vista. Possiamo imparare un sacco di cose facendo attenzione al mondo che ci circonda. Ma dobbiamo imparare a non sentirci da meno delle persone che la pensano diversamente da noi, svalutando le nostre opinioni.
Se le persone che vi stanno intorno vi dicono qualcosa di negativo (per esempio quei commenti che ci feriscono più nel profondo, tipo che siamo brutte, antipatiche, orribili, out, il nostro peso non è okay, etc…) o di ancora peggiore – se gli amici che vi stanno intorno (e se lo fanno, siete sicure che siano davvero amici?) vi dicono qualcosa che vi fa star male relativamente al vostro aspetto fisico, non lasciate che questi commenti v’influenzino al punto tale da decidere di dover fare qualcosa per compiacerli e per adeguarvi ai loro standard. Darsi da fare unicamente per compiacere o per piacere agli altri non fa vivere ed è, oggettivamente, un qualcosa che può andare a rinforzare un DCA. Cercate perciò di non dare troppo peso alle opinioni altrui sul vostro aspetto: alla fin fine, ciò che conta veramente è quello che pensate VOI di VOI STESSE.
Non tutto il criticismo è costruttivo.
Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.
Soprattutto per noi ragazze che abbiamo vissuto e stiamo lottando contro l’anoressia, la vita può diventare una perenne competizione. Vogliamo essere carine, vogliamo essere intelligenti, vogliamo essere simpatiche, vogliamo essere magre. Vogliamo essere sicure di non essere da meno di tutte coloro che ci circondano. Ma talvolta può essere davvero duro, difficile e doloroso fare paragoni. Talvolta le persone con cui vi confrontate sono proprio quelle che vi dicono che, in qualche modo, non andate abbastanza bene. Non siete abbastanza carine. Non siete abbastanza intelligenti. Non siete abbastanza simpatiche. Non siete abbastanza magre. Io vostri vestiti non sono abbastanza alla moda. Il vostro taglio di capelli non vi dona abbastanza. Una lista infinita…
Non potremmo mai piacere a tutto il mondo, altrimenti finiremo per non piacere più neanche a noi stesse. E non saremo mai capaci di rimanere a galla se lasciamo che le alte persone ci spingano sotto. E affogare è uno dei modi di morire peggiori che ci siano.
Veramente, bisogna sopravvivere. Non possiamo lasciare che le persone – o le cose che leggiamo o che sentiamo o che vediamo – abbiano la meglio su di noi. Per esempio, se leggete su una rivista che la vostra taglia vi rende meno attraenti perché è “alta”, ma prima di leggere quell’articolo, voi pensavate che quello che conta non è la taglia ma la persona che siete, che è ciò che vi rende veramente attraenti agli occhi di qualcun altro, ascoltate il vostro pensiero, il vostro istinto – che andate benissimo per quello che siete, che chi vi vuol bene vi apprezza per quello che siete, assolutamente a prescindere dalla vostra taglia. Non fatevi tirare dentro dai pensieri negativi. Se i vostri amici, compagni di scuola, compagni di corso, colleghi di lavoro, familiari, vi dicono qualcosa che vi fa sentire a disagio con voi stesse, ricordate che quello che loro dicono non determina affatto quello che voi siete veramente. È solo il loro soggettivo punto di vista, ma questo non significa che sia necessariamente giusto o valido, anzi! E ricordate che per ogni persona che può dire qualcosa che vi fa star male, ce ne sono almeno altre tre che sanno perfettamente che siete speciali sotto tantissimi punti di vista.
Se ascoltate in TV un servizio che vi dice che sareste più carine se cambiaste il vostro aspetto in un qualche modo, non lasciate che qualcosa che vedete per 5 minuti in TV v’influenzi facendovi pensare che davvero stareste meglio con un altro aspetto. Avete la vostra testa: usatela.
Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.
Siete le uniche che potete scrivere la vostra propria storia. Potete cambiare tutto quello che volete e che non vi fa stare bene nella vostra vita. E potete aggiungere un nuovo capitolo ogni volta che lo desiderate. Non avete bisogno di qualcuno di esterno che vi dica cosa e come cambiare. Per tutta la vita la gente che ci circonda continuerà a snocciolare le proprie opinioni, che ci piaccia o meno. Talvolta queste opinioni possono aiutarci… e talvolta possono ferirci. Dobbiamo solo imparare a capire la differenza. Ci sono un sacco di cose che ci possono aiutare… e altrettante che ci possono ostacolare. Pensarci su anche solo per un minuto può fare un mondo di differenza quando i nostri pensieri su noi stesse prendono una brutta piega.
Quando si arriva alla frutta, ricordatevi che non c’è nient’altro che VOI. Voi e voi soltanto. Là fuori non c’è nessun altro come voi. Perciò non potete sbagliare in quello che fate. Non potete sbagliare nell’essere voi stesse. Siete come siete, ed è esattamente come dovete essere. Va benissimo ed è perfettamente normale sentirsi insicure relativamente al nostro aspetto, talvolta, ma se riusciamo a trovare un equilibrio, cerchiamo di difenderlo e di fare in modo che le parole altrui non possano turbarlo. Se pensate qualcosa di negativo su voi stesse, perché qualcuno vi ha criticate, e cercate di cambiarlo, per adeguarvi a ciò che vi è stato detto, state rinunciando ad una parte di voi stesse. Se continuate a comportarvi così, ben presto sarete circondate solo da resti. E vi sentirete più deboli e più insicure che mai.
Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.
Certo, riconosco che può essere molto difficile rapportarsi con queste cose e con le persone che ci circondano, specialmente se le cose che queste dicono minano la nostra autostima. Ma sapete una cosa? Ci vuole una persona molto forte per combattere l’anoressia – e voi ne siete capaci. La forza ce l’avete eccome. Quindi potete resistere anche a questo. E allora vi accorgerete che siete meravigliose esattamente per come siete. Perché siete voi stesse. Le vere Voi Stesse.
Non mollate mai con voi stesse. Voi avete tutta la forza per continuare a combattere.
E siete bellissime. Bellissime fuori e dentro. Esattamente per come siete.
Ma quando vi sentite in un certo modo, ed improvvisamente avvertite che qualcosa intorno a voi vi sta tirando in un’altra direzione, avete bisogno di fermarvi e di rimanere per un minuto a pensare. Un minuto è più che sufficiente. Avrete certamente sentito dire: “Segui l’istinto”. Bè, nella maggior parte dei casi, è proprio quello che andrebbe fatto. Se qualcosa che vedete o sentite vi fa sorgere dubbi su come vi SENTITE, è giusto che proviate ad esaminarlo.
Non fraintendete – è meraviglioso vedere, sentire o leggere qualcosa che ci fa porre domande, ci fa venire pensieri, c’insegna qualcosa di nuovo. Va benissimo essere aperte alle opinioni altrui, alle possibilità, ai punti di vista. Possiamo imparare un sacco di cose facendo attenzione al mondo che ci circonda. Ma dobbiamo imparare a non sentirci da meno delle persone che la pensano diversamente da noi, svalutando le nostre opinioni.
Se le persone che vi stanno intorno vi dicono qualcosa di negativo (per esempio quei commenti che ci feriscono più nel profondo, tipo che siamo brutte, antipatiche, orribili, out, il nostro peso non è okay, etc…) o di ancora peggiore – se gli amici che vi stanno intorno (e se lo fanno, siete sicure che siano davvero amici?) vi dicono qualcosa che vi fa star male relativamente al vostro aspetto fisico, non lasciate che questi commenti v’influenzino al punto tale da decidere di dover fare qualcosa per compiacerli e per adeguarvi ai loro standard. Darsi da fare unicamente per compiacere o per piacere agli altri non fa vivere ed è, oggettivamente, un qualcosa che può andare a rinforzare un DCA. Cercate perciò di non dare troppo peso alle opinioni altrui sul vostro aspetto: alla fin fine, ciò che conta veramente è quello che pensate VOI di VOI STESSE.
Non tutto il criticismo è costruttivo.
Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.
Soprattutto per noi ragazze che abbiamo vissuto e stiamo lottando contro l’anoressia, la vita può diventare una perenne competizione. Vogliamo essere carine, vogliamo essere intelligenti, vogliamo essere simpatiche, vogliamo essere magre. Vogliamo essere sicure di non essere da meno di tutte coloro che ci circondano. Ma talvolta può essere davvero duro, difficile e doloroso fare paragoni. Talvolta le persone con cui vi confrontate sono proprio quelle che vi dicono che, in qualche modo, non andate abbastanza bene. Non siete abbastanza carine. Non siete abbastanza intelligenti. Non siete abbastanza simpatiche. Non siete abbastanza magre. Io vostri vestiti non sono abbastanza alla moda. Il vostro taglio di capelli non vi dona abbastanza. Una lista infinita…
Non potremmo mai piacere a tutto il mondo, altrimenti finiremo per non piacere più neanche a noi stesse. E non saremo mai capaci di rimanere a galla se lasciamo che le alte persone ci spingano sotto. E affogare è uno dei modi di morire peggiori che ci siano.
Veramente, bisogna sopravvivere. Non possiamo lasciare che le persone – o le cose che leggiamo o che sentiamo o che vediamo – abbiano la meglio su di noi. Per esempio, se leggete su una rivista che la vostra taglia vi rende meno attraenti perché è “alta”, ma prima di leggere quell’articolo, voi pensavate che quello che conta non è la taglia ma la persona che siete, che è ciò che vi rende veramente attraenti agli occhi di qualcun altro, ascoltate il vostro pensiero, il vostro istinto – che andate benissimo per quello che siete, che chi vi vuol bene vi apprezza per quello che siete, assolutamente a prescindere dalla vostra taglia. Non fatevi tirare dentro dai pensieri negativi. Se i vostri amici, compagni di scuola, compagni di corso, colleghi di lavoro, familiari, vi dicono qualcosa che vi fa sentire a disagio con voi stesse, ricordate che quello che loro dicono non determina affatto quello che voi siete veramente. È solo il loro soggettivo punto di vista, ma questo non significa che sia necessariamente giusto o valido, anzi! E ricordate che per ogni persona che può dire qualcosa che vi fa star male, ce ne sono almeno altre tre che sanno perfettamente che siete speciali sotto tantissimi punti di vista.
Se ascoltate in TV un servizio che vi dice che sareste più carine se cambiaste il vostro aspetto in un qualche modo, non lasciate che qualcosa che vedete per 5 minuti in TV v’influenzi facendovi pensare che davvero stareste meglio con un altro aspetto. Avete la vostra testa: usatela.
Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.
Siete le uniche che potete scrivere la vostra propria storia. Potete cambiare tutto quello che volete e che non vi fa stare bene nella vostra vita. E potete aggiungere un nuovo capitolo ogni volta che lo desiderate. Non avete bisogno di qualcuno di esterno che vi dica cosa e come cambiare. Per tutta la vita la gente che ci circonda continuerà a snocciolare le proprie opinioni, che ci piaccia o meno. Talvolta queste opinioni possono aiutarci… e talvolta possono ferirci. Dobbiamo solo imparare a capire la differenza. Ci sono un sacco di cose che ci possono aiutare… e altrettante che ci possono ostacolare. Pensarci su anche solo per un minuto può fare un mondo di differenza quando i nostri pensieri su noi stesse prendono una brutta piega.
Quando si arriva alla frutta, ricordatevi che non c’è nient’altro che VOI. Voi e voi soltanto. Là fuori non c’è nessun altro come voi. Perciò non potete sbagliare in quello che fate. Non potete sbagliare nell’essere voi stesse. Siete come siete, ed è esattamente come dovete essere. Va benissimo ed è perfettamente normale sentirsi insicure relativamente al nostro aspetto, talvolta, ma se riusciamo a trovare un equilibrio, cerchiamo di difenderlo e di fare in modo che le parole altrui non possano turbarlo. Se pensate qualcosa di negativo su voi stesse, perché qualcuno vi ha criticate, e cercate di cambiarlo, per adeguarvi a ciò che vi è stato detto, state rinunciando ad una parte di voi stesse. Se continuate a comportarvi così, ben presto sarete circondate solo da resti. E vi sentirete più deboli e più insicure che mai.
Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.
Certo, riconosco che può essere molto difficile rapportarsi con queste cose e con le persone che ci circondano, specialmente se le cose che queste dicono minano la nostra autostima. Ma sapete una cosa? Ci vuole una persona molto forte per combattere l’anoressia – e voi ne siete capaci. La forza ce l’avete eccome. Quindi potete resistere anche a questo. E allora vi accorgerete che siete meravigliose esattamente per come siete. Perché siete voi stesse. Le vere Voi Stesse.
Non mollate mai con voi stesse. Voi avete tutta la forza per continuare a combattere.
E siete bellissime. Bellissime fuori e dentro. Esattamente per come siete.
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